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Dopo i nostri libri “top” del 2019, vi lasciamo la “letterina di Natale” di una delle librerie più interessanti d’Italia: la Griot di Roma. Leggetela con attenzione, magari troverete qualche suggerimento in più dei regali “Middle East”.
“Una piccola morte” di Mohammed Hassan Alwan (Arabia Saudita)
In questo ambizioso romanzo, Mohamed Hasan Alwan ci conduce in un’epoca lontana, a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ricostruendo passo dopo passo e con dovizia di particolari la vita del “sommo maestro” Muhyi-d-din Ibn ‘Arabi, uno dei più grandi sheikh sufi di tutti i tempi, filosofo, mistico e poeta la cui opera ha influenzato molti intellettuali e mistici tanto in Oriente quanto in Occidente (secondo alcuni studiosi avrebbe influenzato, seppur indirettamente, anche Dante Alighieri e San Giovanni della Croce). In apertura del romanzo, Alwan immagina Ibn ‘Arabi, in eremitaggio su una montagna in Azerbaigian, intento a scrivere la propria autobiografia. Le pagine che seguono ripercorrono, sotto forma di narrazione in prima persona, l’intera vita del mistico musulmano, sempre legata a doppio filo agli eventi storici e politici dell’epoca, che hanno influito, spesso in modo diretto, sul suo vissuto quotidiano e sul suo percorso esistenziale.
Perché con una prosa potente e poetica riesce a trasportare il lettore nella vita di uno dei più importanti sapienti dell’Islam, Ibn Arabi, e perché è il primo libro letto dal Circolo del Libro di GRIOT!
“Uscire dal caos” di Gilles Kepel (Francia)
L’orrore del “califfato” dell’Isis nel Levante tra 2014 e 2017 e il terrorismo su scala planetaria sono stati una paradossale conseguenza delle “primavere arabe” del 2011, che pure erano state celebrate in quanto “rivoluzione 2.0”. Come ha fatto a instaurarsi il caos e sarà possibile uscirne in seguito all’eliminazione militare dello “Stato islamico”? Questo libro inquadra gli eventi nel loro contesto, a partire dalla “guerra del Kippur” del 1973, a cui seguirono l’esplosione dei prezzi del petrolio e la proliferazione del jihad. Viene poi proposto il racconto completo delle sei principali sollevazioni arabe, dalla Tunisia alla Siria. Si descrivono infine le linee di frattura nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i cittadini d’Europa.

Perché attraverso la rigorosa analisi di Kepel degli ultimi 40 anni si riesce a capire cosa ribolle nel Mondo arabo e nel Mediterraneo
“Le tribolazioni dell’ultimo Sijilmassi” di Fouad Laroui (Marocco)
L’ingegner Adam Sijilmassi è al suo ennesimo viaggio in business class, di ritorno dall’Asia. Mentre sorvola il mare si rende conto che è necessario rallentare e cambiare impostazione alla sua vita. Inizia così un rocambolesco viaggio nell’identità e nella memoria, alla ricerca di un’autenticità che possa rappresentare una sintesi dei suoi diversi modi di essere. Dopo un incontro surreale con un analista che cerca di ricondurre le sue scelte a una forma di esaurimento nervoso, Adam parte alla volta del villaggio natio. Scopre la biblioteca del nonno, testi di letteratura e filosofia dei tempi dell’Andalusia araba e fa della lettura la sua attività principale. Nel pensiero di Adam si affacciano continuamente frasi e versi di opere letterarie che trovano il loro posto nell’interpretazione della vita quotidiana, sistemandosi con grazia affianco al pot-pourri di termini, proverbi, locuzioni del Marocco. L’incontro tra le diverse espressioni linguistiche, spesso alla base delle opere di Fouad Laroui, in questo romanzo trova in Adam un portavoce diverso, insieme meno energico e più deciso, appassionato e riflessivo, poliedrico come il magma di opere che lo anima. Con la sua pungente ed elegante ironia, Laroui decostruisce stereotipi, categorie e visioni del mondo, mettendo in discussione le radici della divisione odierna tra Oriente e Occidente. Adam è un personaggio della tradizione picaresca, autentico, realissimo, eppure intriso di costruzione letteraria, così come il romanzo di cui è protagonista, lineare e insieme riccamente stratificato, è una profonda rivendicazione della letteratura come atto fondativo dei cambiamenti.

Perché Laroui riesce a costruire un romanzo erudito e leggero intorno a un indimenticabile personaggio appassionato di letteratura.
“Barzellette per miliziani” di Mazen Maarouf (Libano)
È giusto inseguire l’amore durante un conflitto? Come fa un bambino a restituire la dignità a un padre vigliacco e deriso da tutti? Si può riuscire a sopravvivere anche nella più assurda delle situazioni, magari assieme a una mucca in un cinema sventrato dalle bombe? In una città indefinita, dilaniata da una guerra che sembra non avere termine, una serie di personaggi guarda e racconta un mondo spietato in cui nonostante tutto, con ogni mezzo, si cerca di resistere. Maarouf fonde la quotidianità domestica e la feroce irrealtà della violenza bellica, e crea una galleria di adulti, ragazzi e bambini, di soldati e di civili, che provano a restare a galla nell’unico modo possibile: contaminando una realtà di insostenibile concretezza con la materia impalpabile dei sogni, l’acido corrosivo dello scherzo e del sarcasmo, la leggerezza fiduciosa di chi testardamente insiste a immaginarsi un futuro.

Perché con uno stile pieno di ferocia e ironia Maarouf scrive dei racconti sulla vita quotidiana durante la guerra come pochi sono riusciti prima
“Lo specchio vuoto” di Samir Toumi (Algeria)
Algeri. La mattina del suo quarantaquattresimo compleanno, un anonimo impiegato della Società nazionale gas e petroli algerini si sveglia, si guarda allo specchio e non vede la propria immagine. È la prima delle cancellazioni che da quel giorno scandiranno la sua vita determinandone il destino. In preda al terrore che gli procura lo specchio vuoto, l’uomo ricorre alle cure di uno psichiatra, il Dottor B., il quale lo dichiara affetto dalla «sindrome da cancellazione», disturbo molto raro, poco studiato ma di grande suggestione simbolica e politica. Infatti, sembra colpire «per lo più individui algerini di sesso maschile nati dopo l’Indipendenza», proprio come il protagonista, figlio di un valoroso e rispettato ex combattente del fln, la cui figura continua a pesare come un macigno sulla sua vita. Samir Toumi, qui tradotto per la prima volta in italiano, in una scrittura asciutta ma intensa, venata di amara ironia e sostenuta da un ritmo serrato, con “Lo specchio vuoto” consegna al lettore una storia di ordinaria follia e la metafora di un paese, l’Algeria contemporanea. Il travaglio di generazioni strette tra indipendenza ereditata e coscienza colonizzata.

Perché è una metafora della storia dell’Algeria e del suo presente, vista come uno specchio che non restituisce più l’immagine di chi si specchia.
“Epicrisi” di Ashraf Fayadh (Arabia Saudita)
Ashraf Fayadh è un poeta, regista, fotografo, pittore e curatore di mostre di origini palestinesi nato in Arabia Saudita il 15 luglio del 1980. È uno degli artisti di spicco ad Abha, la città in cui ha vissuto. Ha persino partecipato alla Biennale di Venezia, rappresentando l’Arabia Saudita. Nell’estate del 2014, Fayadh è stato processato in Arabia Saudita per la sua raccolta di poesie (che da allora è stata ritirata dalla circolazione) Le istruzioni sono all’interno, pubblicata a Beirut nel 2008, che commenta le questioni sociali nel mondo arabo, l’esilio, l’amore, la situazione dei profughi. I tribunali sauditi lo hanno condannato a morte per il reato di apostasia e per la diffusione di idee blasfeme contro la religione e il profeta, ma dopo una grande campagna internazionale a suo sostegno e molta solidarietà da parte dell’opinione pubblica le autorità hanno commutato la pena a 8 anni di reclusione e 800 frustate. Fayadh sta scontando la pena in prigione nella città di Abha e sta ricevendo le frustate a più riprese. “Epicrisi” è la seconda raccolta del poeta.

Perché è l’ultima raccolta di un poeta incarcerato ingiustamente in Arabia Saudita la cui voce va ascoltata e diffusa
“La clausola del padre” di Jonas Hassen Khemiri (Svezia)
Come ogni anno, un «padre che è anche un nonno» torna in Svezia a curare i suoi interessi e visitare la famiglia che ha abbandonato. Il padre ha cultura e tradizioni che si scontrano con la «svedesità» dei figli. E il suo atteggiamento borioso non facilita di certo i rapporti. Un tacito accordo vincola il figlio a occuparsi di lui a ogni penoso ritorno. Ora che a sua volta ha dei figli, un lavoro che odia e una vita da cui vuole fuggire, vedersi riflesso nel padre è l’ultima delle cose che vorrebbe fare. Anche sua sorella è già madre e incinta di un altro bambino che non è sicura di voler tenere: la sorte del feto sarà affidata a una singola connessione telefonica. Ma dieci giorni possono influenzare in modo inatteso le dinamiche di una famiglia tormentata dai fantasmi del passato e dai non detti del presente. Se per questi buffi personaggi, che potrebbero essere scappati dal set di un film di Wes Anderson, esiste una possibilità di riscatto, può venire solo dall’innocenza e dalla freschezza delle nuove generazioni.

Perché è la storia divertente e dolorosa di un padre e di un figlio separati da due culture e due mondi che sembrano andare in pezzi.
“Syria speaks: art and culture from the frontline” (Siria; in inglese)
In Syria, culture has become a critical line of defence against tyranny. Syria Speaks is a celebration of a people determined to reclaim their dignity, freedom and self-expression. It showcases the work of over fifty artists and writers who are challenging the culture of violence in Syria. Their literature, poems and songs, cartoons, political posters and photographs document and interpret the momentous changes that have shifted the frame of reality so drastically in Syria. Moving and inspiring, Syria Speaks is testament to the courage, creativity and imagination of the Syrian people. A unique anthology providing a window into Syrian art and writing since the uprising. Contributors include internationally renowned artists and writers, such as Ali Ferzat, Samar Yazbek, Khaled Khalifa and Robin Yassin-Kassab. The book includes 108 colour illustrations

Perché è una bellissima raccolta di artisti siriani che nonostante la guerra continuano a creare e a immaginare una vita diversa.
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