“Un dettaglio minore” di Adania Shibli

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“Un dettaglio minore” di Adania Shibli parte da una drammatica tragedia per rivelare le piccole ingiustizie che i palestinesi subiscono ogni giorno; proprio per questo ha subito una squallida censura

Un dettaglio minore

Questa storia inizia durante l’estate del 1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe – che ebbe come conseguenza l’esodo e all’espulsione di oltre 700.000 persone – e che gli israeliani celebrano come la Guerra d’indipendenza. Alcuni soldati israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo tutti tranne un’adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia. Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell’omicidio. È colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un’ossessione, non solo a causa dell’efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente venticinque anni prima il giorno in cui è nata.

La nostra storia è un dettaglio minore

“Un dettaglio minore” è uno di quei romanzi che, pur partendo da una trama intrigante, si concentra soprattutto sul contesto, trasformando quest’ultimo nel reale centro del romanzo. Adania Shibli si concentra su dettagli minori, all’apparenza quasi inoffensivi e di scarsa importanza, che messi insieme formano un mostro tanto grande e potente da rendere la trama un dettaglio minore.

Un dettaglio minore

“La questione è un’altra, qualcosa che riguarda piuttosto la mia incapacità di individuare i limiti tra una cosa e l’altra e valutare le cose in maniera logica e razionale, cosa che mi porta spesso ad osservare una cacchetta di mosca su un dipinto e non il dipinto stesso. Si potrebbe dire, di primo acchito, prendersi gioco di un comportamento simile, cosa che potrebbe portare qualcuno, dopo che l’edificio accanto al suo è stato fatto saltare in aria, a preoccuparsi più per la polvere provocata dall’esplosione che si è posata sulla scrivania che per l’uccisione dei tre giovani barricati all’interno, per esempio. Tuttavia, alcuni considerano questo modo di vedere, cioè il focalizzarsi intensamente su dettagli minori come la polvere della scrivania oppure una cacca di mosca su un dipinto, come l’unico modo per raggiungere la verità o la definitiva dimostrazione che una verità esiste. Ci sono critici d’arte che sostengono la stessa cosa.

[…] Secondo il loro parere, quando i falsari copiano un dipinto si concentrano sui dettagli più evidenti, come la rotondità di un volto o la posizione del corpo e li riproducono perfettamente. Invece raramente prestano attenzione ai piccoli dettagli minori, come i lobi delle orecchie, le unghie delle mani e dei piedi e proprio per questo, non riescono a riprodurre il dipinto alla perfezione.”

La distruzione di un palazzo per “punire dei terroristi”, il muro, i bombardamenti su Gaza e Rafah, le strade ed i checkpoint costruiti su misura per ostacolare il passaggio dei palestinesi persino in Cisgiordania, sono tutti elementi che silenziosamente si insinuano nella mente del lettore, aprendogli la mente verso ingiustizie che nemmeno considerava e che costituiscono la tragedia quotidiana del popolo palestinese. Al termine del romanzo ci accorgeremo quindi che la prima parte, in cui viene narrato lo stupro della giovane beduina, è solo l’inizio di una catastrofe (per ora) senza fine.

Censurare le narrazioni scomode

Purtroppo “Un dettaglio minore” è salito agli onori delle cronache non solo in quanto ottimo libro, ma anche perché ha di recente subito un’assurda censura da parte del Salone del libro di Francoforte, qualcosa di profondamento ingiusto che mostra quanto l’attuale politica tedesca sia forte con i deboli e debole con i forti. Dopo il 7 ottobre il Salone è stato infatti riorganizzato per dare quanto più spazio possibile alla letteratura israeliana, rinviando il premio che doveva essere assegnato alla Shibli a data da destinarsi.

Adania Shibli
Adania Shibli

Le reazioni da questo punto di vista non si sono fatte attendere, con migliaia di associazioni e case editrici che si sono ritirate dall’evento proprio per manifestare contro tale decisione indegna. A mio personale modo di vedere sarebbe stato al contrario fondamentale parlare proprio di questo romanzo, in quanto al suo interno sono presenti molti elementi fondamentali per una riflessione di ampio respiro ed in grado di far capire davvero quale sia la quotidianità dei palestinesi.

Un libro che non posso davvero fare a meno di consigliarvi e che, specialmente dopo la triste parentesi tedesca, è probabilmente diventato uno dei testi che meglio racconta il 2023.

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