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La storia del falafel, uno dei piatti arabi più celebrati al mondo, nonché uno dei simboli più evidenti dell’appropriazione culturale israeliana
Alle origini del falafel
Come per buona parte dei piatti popolari e dalle origini antiche, è difficile stabilire chi sia stato il primo vero inventore del falafel, la tradizione vede però l’Egitto come primo centro in cui si affermò questa iconica pietanza. Secondo alcuni sarebbe in un origine un piatto dei copti, secondo altri era presente persino all’epoca dei faraoni, ma la verità è che mancano delle fonti adeguate per confermare tutto ciò, oltre al fatto che, a detta di molti studiosi, l’olio necessario alla sua frittura sarebbe stato difficile da reperire e quindi, anche ammesso che esistesse qualcosa di simile, sarebbe più riconducibile ad una sorta di “proto-falafel”.

Quel che però è certo è che l’Egitto, a partire dal 19° secolo, fu uno dei maggiori diffusori di questo piatto in giro per il Mediterraneo e ciò anche grazie alla sua posizione ed all’importanza del porto di Alessandria d’Egitto; sarà tuttavia il suo arrivo in Libano, Siria e, soprattutto, Palestina a renderlo una delle pietanze più celebri al mondo. Tradizionalmente il falafel egiziano è infatti a base di fave, sarà grazie all’arrivo in queste nuove terre che quest’ultime verranno sostituite con i ceci, trasformandolo definitivamente nella forma che conosciamo ancora oggi.
Fino a qui in realtà non ci sarebbe nulla di strano, il problema nacque con la nascita di Israele nel 1948 ed è proprio a causa di quest’ultimo che il falafel divenne un simbolo dell’orgoglio e della cultura araba.
Il falafel è resistenza
Fin dalla sua nascita, infatti, Israele ha affermato che il falafel è uno dei suoi piatti tipici e tradizionali, cosa che, unita agli altri innumerevoli crimini, ha da sempre fatto imbestialire l’opinione pubblica nel mondo arabo e musulmano. Chiariamoci: è vero che buona parte degli ebrei che viveva nel mondo islamico (sefarditi e mizrahim) consumavano abitualmente i falafel nella loro diete, ma ciò non fa dei falafel un piatto tipico delle cultura ebraica (come, ad esempio, i carciofi alla giudia, paradossalmente dichiarati “non-kosher” dal rabbinato centrale d’Israele).

La scelta israeliana di pubblicizzare questo prodotto come “tipicamente israeliano” è considerato ancora oggi come uno dei più lampanti casi di appropriazione culturale e da anni esperti e studiosi del mondo arabo come Joseph Massad si battono affinché venga riconosciuto come un piatto arabo.
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