Biografia e bibliografia di Ghassan Kanafani

This article is also available in: English

La biografia e la bibliografia (in italiano) di Ghassan Kanafani, una delle figure letterarie e politiche più influenti di sempre in Palestina

Biografia di Kanafani

Ghassan Kanafani nacque l’8 aprile 1936 ad Acri, allora parte del Mandato britannico della Palestina, da una famiglia sunnita della classe media con origini curde; il padre, Muhammad Fayiz Abd al Razzag, era un avvocato attivo nel Movimento nazionale palestinese, cosa che gli costò persino il carcere. Nel 1948, come gran parte del popolo palestinese, viene costretto all’esilio forzato, cosa che porterà lui e la sua famiglia prima in Libano e poi a Damasco, in Siria. Qui proseguirà il suo percorso di studi, incontrando il personaggio che più di tutti cambierà la sua vita: George Habash, il fondatore del Movimento Nazionalista Arabo, partito di formazione marxista-leninista di cui Kanafani diventerà poi una delle figure di riferimento; proprio per tale affiliazione politica, nel 1955 venne espulso dall’Università di Damasco, rifugiandosi prima in Kuwait e ed infine in Giordania.

Sarà proprio in Kuwait che inizierà a lavorare nel mondo dell’editoria, dando vita ad alcuni dei suoi primi racconti brevi che lo porteranno a diventare un’autore cardine della letteratura palestinese. Nel 1960, per ordine di George Habash, si trasferì a Beirut, dove divenne una delle figure principali di al-Hurriya, quotidiano di riferimento del Movimento Nazionalista Arabo e con il quale collaborerà anche il vignettista Naji al Ali. Nel 1961 sposò Anni Høver, attivista danese tutt’oggi a capo della fondazione Ghassan Kanafani Cultural Foundation, che gli diede 2 figli: Fayez e Laila. Fra il 1962 ed il 1969 diventa l’editore di diverse riviste nasseriane, entrando anche a far parte del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, partito di cui diventerà uno dei membri principali.

Kanafani

L’8 luglio 1972 venne fatto assassinare dal Mossad in risposta all’attacco dell’Armata Rossa Giapponese all’aeroporto di Lod. Tale morte, avvenuta ad appena 36 anni, lo consacrò per sempre come uno dei principali scrittori ed attivisti palestinesi di sempre, tanto che il quotidiano libanese The Daily Star scrisse nel suo necrologio: “Era un combattente che non ha mai sparato con una pistola, la cui arma era una penna a sfera e la sua arena le pagine dei giornali”.

Bibliografia (in italiano) di Kanafani

Al momento le opere di Kanafani pubblicate in italiano sono 4:

“Se tu fossi un cavallo” edito da Jouvence (2002)

Kanafani

Una raccolta di racconti dove si mescolano temi antichi della letteratura araba, dimensioni fantastiche e spietate analisi psicologiche.

“Ponte per l’eternità” edito da Cicorivolta (2006)

In questo breve testo teatrale di Ghassan Kanafani, il concetto di Palestina va di pari passo con un altro concetto di ugual valore, quello di morte, a cui è sottoposto il protagonista, Fares, uscito da chissà quale campo profughi, il quale viene investito dalla macchina guidata da Raja’, una ragazza benestante, ma ignara del dramma al quale il giovane è sottomesso e al quale nessuno al mondo vuol credere…

“Il cappello e il profeta” edito da Cicorivolta (2007)

In un’aula di tribunale, dove si alternano luce e buio, (innocenza e colpevolezza), due giudici, o quantomeno presunti tali, vogliono condannare a ogni costo il protagonista. Attenzione però: le sbarre in ferro, che dividono il loro tavolo da quello del malcapitato, sono mobili; possono, cioè, spostarsi e andare a ingabbiare i giudici stessi, dimostrando implicitamente la loro nuda responsabilità per una parte delle colpe contestate. Coprotagonista di questo pezzo teatrale, è una misteriosa Cosa, dall’aspetto alieno e dalla voce inumana, caduta dallo Spazio e proprio sul balcone dell’imputato. Questa Cosa, fragile e minuziosa nei suoi dettagli, è portatrice di un messaggio, in apparenza strano e incredibile, ma pure tanto semplice quanto concreto…

“L’ altra cosa (chi ha ucciso Layla al-Hayk?)” edito da Cicorivolta (2011)

In un imprecisato paese mediorientale, negli anni Sessanta, un avvocato è accusato dell’omicidio di una donna. Durante il processo si chiude in un inspiegabile silenzio, rifiutando di difendersi. Riconosciuto colpevole, viene condannato a morte. Prima dell’esecuzione scrive alla moglie un memoriale in cui racconta la sua verità sul delitto e le offre l’occasione di riaprire il processo. Il romanzo “L’altra cosa” fu pubblicato per la prima volta sulla rivista settimanale “al-Hawâdith” a Beirut, in nove puntate, a partire dal giugno del 1966, con il titolo “Chi ha ucciso Layla al-Hayak?”.

“Uomini e fucili” edito da Cicorivolta (2011)

Kanafani

Ghassan Kanafani ha descritto questa opera, pubblicata per la prima volta nel 1968, come una raccolta di racconti brevi. In realtà, il libro si compone di due parti nettamente distinte e completamente diverse l’una dall’altra. Mentre la seconda sezione è una vera e propria silloge di racconti brevi, la prima parte è un qualcosa di più. Si tratta di una serie di storie, ciascuna indipendente e compiuta in sé, che costituiscono nel complesso, per coesione tematica e compositiva, una sorta di breve romanzo.

“La terra degli aranci tristi e altri racconti” edito da Edizioni Q (2012)

La terra degli aranci tristi e altri racconti è una raccolta formata da dieci racconti brevi composti tra il 1956 e il 1962. Sono anni che segnano Ghassan Kanafani la cui vita è rappresentativa della storia della diaspora palestinese, dalla lotta per la sopravvivenza alla resistenza contro l’occupazione e per il ritorno in patria. In questi racconti Kanafani delinea i vari aspetti della tragedia palestinese: la pulizia etnica, il dramma quotidiano della vita da profughi, la memoria spezzata, la volontà di reagire. Come rivela lo stesso Kanafani, il racconto che dà il titolo alla raccolta, La terra degli aranci tristi, è autobiografico nel senso che descrive l’esodo a cui è stato costretto con la sua famiglia. Frammenti di una storia che lo stesso scrittore vive in prima persona, questi racconti sono un percorso verso una consapevolezza politica che riconduca alla Palestina.

“L’ innamorato” edito da Cicorivolta (2012)

L’opera, pubblicata per la prima volta dopo l’assassinio di Kanafani, sulla rivista Shu’un alastiniya (Affari palestinesi), è stata composta poco prima dell’omicidio dell’autore e, pertanto, è incompiuta. Si compone di quelli che lo stesso Kanafani definisce tre romanzi brevi: “L’Innamorato”, “Susine di aprile” e “Il cieco e il sordo”.

“Ritorno ad Haifa-Umm Saad. Due storie palestinesi” edito da Edizioni Lavoro (2014)

Kanafani

Capolavoro di Ghassan Kanafani, “Ritorno a Haifa” viene riproposto in una nuova veste insieme con “Umm Saad”, romanzo breve, poco noto ma non meno rappresentativo dell’opera del grande scrittore palestinese. “Ritorno a Haifa” ci parla, per la prima volta, di due diaspore: quella palestinese e quella ebraica, accomunate da un unico destino. Said torna con la moglie nella sua città per rivedere la vecchia casa, ora abitata da una famiglia di ebrei polacchi scampati ad Auschwitz. Sono trascorsi vent’anni dalla nascita dello Stato d’Israele, dalla nakba palestinese e dall’esilio. Lo scrittore ci accompagna in un viaggio che scava nella memoria, dove riaffiorano il disagio e la tristezza di una duplice tragedia resa con grande umanità e forza emotiva. Nel secondo romanzo l’autore rievoca l’indimenticabile “Umm Saad”, la madre di Saad, che diventa figura mitica e simbolo stesso della questione palestinese, simile per la sua grandezza alla Madre Coraggio di Brecht e alla Madre di Gorkij. Come scrisse trent’anni fa il grande arabista Francesco Gabrieli, a proposito del conflitto arabo-israeliano, “per l’avvenire; per il passato e il presente, è giusto non vada perduta la nostra coscienza e conoscenza di tanto umano travaglio, che queste pagine per la parte araba riflettono”.

“Uomini sotto il sole” edito da Edizioni Lavoro (2016)

Kanafani

“Uomini sotto il sole” è forse una delle più belle e tristi storie dell’emigrazione. E la storia della diaspora palestinese vista, vissuta, sofferta e raccontata da tre protagonisti che cercano di fuggire dai campi profughi della Cisgiordania, allestiti all’indomani della perdita della Palestina nel 1948, per arrivare in Kuwait, meta, allora, di tanti disperati in cerca di fortuna. Quando il romanzo fu scritto, l’Italia e il resto dell’Europa non erano ancora diventate l’approdo di tutti coloro che fuggono dalle guerre, dai regimi dittatoriali del Vicino Oriente e dall’Africa. Oggi il sacrificio di quei palestinesi, così bene rappresentati da Kanafani, rivive in ogni emigrante che insegue una nuova vita. Leggere questo romanzo ci potrebbe aiutare a capire meglio la difficile realtà che stiamo vivendo.

“Tutto ciò che vi resta” edito da Cicorivolta (2017)

“Tutto ciò che vi resta” narra la storia di un fratello e una sorella, Hamid e Maryam, e del loro forte legame compromesso dagli eventi che li porteranno a percorrere cammini separati ma sempre paralleli. Il romanzo si sviluppa in ventiquattr’ore intrecciando le vite dei due protagonisti: Hamid ha deciso di intraprendere la via del deserto per arrivare in Giordania, allontanandosi dalla sorella Maryam e da suo marito Zakaria, un uomo abietto, traditore del proprio popolo. In aggiunta ai tre protagonisti, il Deserto e il Tempo subiscono un processo di personificazione, prendendo così vita e diventando personaggi essi stessi, indispensabili allo sviluppo del romanzo. Parlando a turno e intersecandosi talvolta, le tre voci narranti, Hamid, Maryam e il Deserto, tessono una fitta tela narrativa, condividendo e interpretando l’uno la coscienza dell’altro, fondendo assieme spazi e tempi. Nell’atto finale del romanzo, Hamid e Maryam arriveranno a una consapevolezza, identitaria e politica, pienamente condivisa dall’autore.

Sono presenti anche edizioni più vecchie ma, per semplificare la ricerca al lettore italiano, sono state segnalate solo le edizioni più recenti. Vuoi donare qualcuno di questi libri a Medio Oriente e Dintorni in modo da creare contenuti ad hoc? Scrivimi in privato

Seguimi su facebook, Spotify, YouTube e Instagram, oppure sul canale Telegram; trovi tutti i link in un unico posto: qui. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il “mondo islamico”

Lascia un commento