La frutta palestinese ed il suo simbolismo

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Scopriamo insieme la storia ed il simbolismo della frutta palestinese, nello specifico: anguria, arancia, oliva e melanzana

L’anguria

L’anguria è probabilmente il frutto che più di tutti rappresenta la Palestina e ciò è dovuto soprattutto ai colori: bianco, nero, rosso e verde, gli stessi della bandiera palestinese. Non è un caso che, a partire dal 1967, anno in cui Israele pose sotto il suo controllo tutti i territori palestinesi, impedendo l’uso della bandiera nazionale, l’anguria sia diventato un simbolo in grado di arginare la censura, diffondendosi in ogni campo della cultura palestinese.

4 frutti palestinesi
L’anguria di Khaled Hourani

Tale fenomeno continua oggi più che mai anche a causa delle censure operate dal governo israeliano e dai principali social network.

L’arancia

A differenza dell’anguria, l’arancia è legata soprattutto al periodo precedente alla nascita di Israele e questo in quanto le arance furono per secoli uno dei beni palestinesi più apprezzati ed esportati; le arance di Jaffa, in particolare, pare che siano le migliori al mondo.

frutta palestinese
Le arance in un quadro del grande pittore palestinese Sliman Mansour

A renderla un vero e proprio simbolo dell’esilio palestinese fu il grande scrittore Ghassan Kanafani, che nel 1962 pubblicò “La terra degli aranci tristi”, in cui uno dei protagonisti porta con sé delle arance convinto che l’esilio, aspettativa che verrà però completamente disattesa.

L’ulivo e le olive

Le olive sono uno dei prodotti che più caratterizza la Palestina sin dalle origini della propria storia e ciò, unito alla grandissima longevità e resilienza di queste piante, le ha rese uno dei compagni più fedeli di tutto il popolo palestinese. Ciò lo si vede: nell’arte, nella cucina nella letteratura e persino nell’abbigliamento, tanto che sulla maggior parte delle kefieh palestinesi sono presenti delle foglie d’ulivo.

frutta palestinese

Purtroppo, anche in virtù del loro profondo legame con la cultura e l’economia palestinese, sempre più spesso i coloni israeliani distruggono deliberatamente queste magnifiche piante in modo da arrecare danno tanto al cuore quanto al portafogli.

Melanzane

Rispetto agli altri frutti la melanzana è quella che si lega sicuramente di più all’adattabilità ed alla cucina e ciò sia per la sua grande capacità di crescere pressoché ovunque sia ai mille modi in cui può essere consumata, dando un sapore di casa anche ad un lungo esilio.

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Le leggendarie melanzane di Battir

Tale elemento si vede molto bene in un’opera di Edward Said, “After the Last Sky”, inedita in Italia, dove si celebra in particolare il gusto delle melanzane di Battir, tanto buone da esser dichiarate patrimonio UNESCO insieme allo stesso villaggio.

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