Biografia e bibliografia di Ilan Pappé

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La biografia e la bibliografia (in italiano) di Ilan Pappé, uno dei maggiori storici israeliani del nostro tempo

Biografia di Ilan Pappé

Ilan Pappé nasce il 7 novembre 1954 ad Haifa da una coppia di ebrei tedeschi giunti nell’odierno Israele negli anni “30 per sfuggire alle prime persecuzioni naziste; a 18 anni svolge il servizio di leva obbligatorio con l’esercito israeliano venendo impiegato sulle Alture del Golan durante la Guerra dello Yom Kippur. Nel 1978 si laurea all’Università Ebraica di Gerusalemme, nel 1984 otterrà poi un dottorato di ricerca presso l’università di Oxford sotto la guida di Albert Hourani e George Owen, dedicandosi in particolare al rapporto fra il Regno Unito e la nascita di Israele, tematica che lo accompagnerà per tutta la vita.

Ilan Pappé

Fra il 1984 ed il 2006 è docente senior presso il Dipartimento di Storia del Medio Oriente e il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Haifa, mentre dal 1992 al 2000 è stato il fondatore e direttore del Academic Institute for Peace a Givat Haviva e fra il 2000 ed il 2006 è stato presidente dell’Istituto Emil Tuma per gli studi sulla Palestina ad Haifa. A causa delle sue posizioni estremamente critiche verso il governo israeliano ed il suo rapporto con i palestinesi, nel 2007 sceglie di abbandonare definitivamente il suo paese per esiliarsi volontariamente in Inghilterra, ed attualmente insegna storia al dipartimento degli Studi arabo-islamici dell’università di Exeter.

Oltre alla carriera universitaria, è stato anche un membro di spicco dell’Hadash, storica coalizione di Sinistra della politica israeliana, venendo anche candidato alle elezioni del 1996 e del 1999. Tutt’oggi è considerato uno dei maggiori rappresentanti dei “Nuovi storici israeliani”, una nuova generazione di studiosi che ha cambiato profondamente il modo di guardare Israele ed il suo rapporto con il mondo arabo.

Bibliografia (in italiano)

Al momento le opere di Ilan Pappé pubblicate in italiano sono 12:

“Not in our name! Ebrei e israeliani contro l’occupazione” edito da Prospettiva editore (2002)

Ilan Pappé

Il senso di questa raccolta di contributi è quello di offrire uno spunto di riflessione ed uno spaccato delle idee, delle opinioni e degli argomenti che animano l’opposizione interna alla comunità ebraica israeliana e americana all’atroce guerra che lo Stato di Israele porta avanti contro il popolo palestinese e la sua prolungata resistenza e rivoluzione.

“Parlare con il nemico”, edito da Bollati e Boringhieri (2004)

Ilan Pappé

Cinque studiosi israeliani e cinque palestinesi si incontrano per dar vita a un confronto che passa attraverso “narrazioni-ponte”. Un’espressione che definisce uno sforzo storiografico compiuto da storici appartenenti a società dilaniate da conflitti prolungati, per andare oltre narrazioni e storiografie in guerra tra loro. Obiettivo principale è la ricerca della pace, il punto di vista è quello delle minoranze etniche e delle donne, il metodo è quello della storia culturale e sociale e non di quella elitaria e nazionalista. Un tentativo – contro la tesi sionista – di riportare i palestinesi nella storia della Palestina, realizzando una storia sociale relazionale “dal basso” che costituisce una sfida alla storia militare del conflitto.

“La pulizia etnica della Palestina” edito da Fazi editore (2008)

Ilan Pappé

Nel 1948 nacque lo Stato d’Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba (‘catastrofe’), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell’anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d’accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convinse i palestinesi ad abbandonare i territori – nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere – pur di facilitare l’ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1998) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel ’48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiografia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato d’Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina.

“Ultima fermata Gaza”, edito da Ponte alle Grazie (2010)

Ilan Pappé

Due fra i più attrezzati e acuti critici della politica israeliana in Palestina, lo storico israeliano Ilan Pappé e il linguista statunitense Noam Chomsky, uniscono gli sforzi con l’obiettivo di destare un numero sempre più ampio di coscienze ma anche di offrire spunti di riflessione e nuove conoscenze al lettore più esperto. Non solo è ricostruita criticamente la storia del conflitto, il cui episodio chiave – la Nakba del 1948 – viene reinterpretato da Pappé come un vero e proprio caso di pulizia etnica, ma si leggono con strumenti e argomenti irreperibili sui nostri media la natura e le conseguenze degli attacchi a Gaza del 2008 e 2009 e dell’assalto alla «Flottiglia della Libertà» del 2010; si discute il ruolo che hanno sempre svolto gli Stati Uniti, anche oggi sotto l’amministrazione di Obama, nell’avallare l’illegale politica israeliana di colonizzazione dei territori occupati; si prospettano i vari scenari di pace, a partire dalla proposta di un unico Stato binazionale avanzata fra gli altri da Pappé e, più prudentemente, dallo stesso Chomsky. Il conflitto arabo-israeliano è una miccia accesa nel cuore del Mediterraneo e coinvolge i destini del mondo. Per questo, Ultima fermata Gaza è un libro per chiunque voglia esserne informato e desideri una sua pacifica ed efficace soluzione.

“Israele-Palestina. La retorica della coesistenza” edito da nottetempo (2011)

Ilan Pappé

“Benché la storia della Palestina, dai suoi inizi fino a oggi, non sia stata altro che una storia di mero colonialismo ed espropriazione, il mondo la tratta invece come una storia ‘complessa’, difficile da capire e impossibile da risolvere”.

“Controcorrente. La lotta per la libertà accademica in Israele” edito da Zambon editore (2012)

Ilan Pappé

Controcorrente è un saggio autobiografico che permette di conoscere come e perché un giovane israeliano sionista di sinistra, inizia e prosegue, pagandone un prezzo assai alto, un percorso di fuoriuscita dall’ideologia egemone nel suo paese.

“Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli” edito da Einaudi (2014)

Ilan Pappé

Posizionata come un ponte fra tre continenti, la Palestina è stata oggetto dell’interesse di tutte le potenze internazionali fin dall’Ottocento: dagli Ottomani all’impero inglese, ai sionisti europei, alle superpotenze del dopoguerra. Nel corso del Novecento il suo territorio – e Gerusalemme, città santa a tre religioni – ha finito col diventare la casa di due popoli, che hanno talvolta saputo collaborare, ma che più spesso hanno subito le conseguenze della politica aggressiva dei militari e di chi deteneva saldamente il potere. In questo libro Pappe ripercorre la storia della Palestina in un racconto che “cerca di affiancare le narrazioni degli sfruttatori e degli sfruttati, degli invasori e di chi è invaso, degli oppressori e degli oppressi”. Un libro basato su documenti in ebraico, arabo e nelle lingue europee, che ha sollevato un dibattito internazionale sull’interpretazione del nodo più vulnerabile della politica mondiale.

“Palestina e Israele: che fare?” edito da Fazi editore (2015)

Ilan Pappé

Ha ancora senso oggi parlare di Palestina e Israele usando espressioni come “processo di pace”, “soluzione a due Stati”, “partizione”? Ha senso continuare con un vuoto dibattito politico, facendo il gioco dei sionisti e mantenendo lo status quo? Le tesi di Noam Chomsky e Ilan Pappé raccolte in questo volume ruotano attorno all’idea che i tempi siano maturi per un cambio di rotta. Indugiare sulla questione israelo-palestinese significa condannare all’oblio un’intera popolazione, perciò, secondo i due autori, bisogna denunciare la natura di paese colonizzatore di Israele, spingere la comunità internazionale a prendere una posizione ferma contro le sue politiche d’occupazione e, soprattutto, ragionare in funzione di un unico Stato multietnico, dove palestinesi e israeliani possano convivere nel rispetto reciproco dei diritti umani. Si tratta di un nuovo approccio, i cui cardini scaturiscono innanzitutto dalla necessità di superare l’ipocrisia del lessico israeliano; non più “processo di pace”, dunque, ma “decolonizzazione” e “cambio di regime”. Come scrive Pappe, c’è bisogno di “un nuovo discorso che analizzi la realtà invece di ignorarla”, perciò “se si vuole superare la paralisi concettuale impostaci dalla soluzione a due Stati, chiunque sia nelle condizioni di farlo – a qualsiasi livello – dovrebbe proporre una struttura politica, ideologica, costituzionale e socioeconomica che valga per tutti gli abitanti della Palestina, non solo dello Stato di Israele”.

“Di storia in storia” edito da Oedipus (2016)

Ilan Pappé

Il libro è la lucida analisi che Ilan Pappe fa sulla storia della Palestina dalle origini, passando attraverso l’occupazione e la pianificazione della pulizia etnica del 1948, fino ad arrivare a oggi e rispondere ad alcune domande: cos’è Israele? una democrazia? Una democrazia militarizzata? Uno Stato con un esercito o un esercito con uno Stato? E quali sono le responsabilità europee e occidentali? Infine qual’è Il ruolo dello storico e quale la figura dell’intellettuale. Ilan Pappe chiude con una riflessione di grande attualità relativa all’autonomia del mondo accademico. Edizione biligue: italiano/inglese.

“La prigione più grande del mondo. Storia dei territori occupati” edito da Fazi editore (2022)

Ilan Pappé

In questa esplorazione completa di uno dei conflitti più prolungati e tragici del mondo, Pappe utilizza materiale d’archivio recentemente declassificato per analizzare le motivazioni e le strategie dei generali e dei politici, nonché lo stesso processo decisionale, che hanno gettato le basi dell’occupazione. Da un’indagine sulle infrastrutture legali e burocratiche messe in atto per controllare oltre un milione di palestinesi, ai meccanismi di sicurezza che hanno imposto vigorosamente quel controllo, Pappe dipinge un quadro di ciò che è a tutti gli effetti il più grande carcere del mondo.

10 miti su Israele” edito da Tamu (2022)

10 miti su Israele

I “Dieci miti su Israele” sono dieci narrazioni storiche costruite per legittimare la fondazione di Israele in Palestina e il mantenimento di un’occupazione brutale. Dieci pilastri che affondano nel nazionalismo e nell’imperialismo europei, e, fatto apparentemente paradossale, nell’antisemitismo. Con le armi della storiografia lo studioso ebreo israeliano Ilan Pappé confuta a uno a uno i dieci miti, attraversando le varie fasi del progetto sionista a partire dalle prime colonie del 19° secolo fino a oggi. Ci guida all’interno di una questione in cui riconosciamo i problemi più urgenti del nostro tempo: l’utilizzo di un discorso razziale per alimentare un regime coloniale, l’avanzata dell’estrema destra e dell’islamofobia, la guerra per il potere di tramandare la memoria storica e le sue fonti. La ricerca di una soluzione ci spinge allora ad aprire gli occhi sulle ferite aperte della nostra società. Postfazione di Chiara Cruciati.

“Ultima fermata Gaza” edito da Ponte alle Grazie (2023)

Ilan Pappé

Due fra i più attrezzati e acuti critici della politica israeliana in Palestina, lo storico israeliano Ilan Pappé e il linguista statunitense Noam Chomsky, uniscono gli sforzi con l’obiettivo di destare un numero sempre più ampio di coscienze ma anche di offrire spunti di riflessione e nuove conoscenze al lettore più esperto. Non solo è ricostruita criticamente la storia del conflitto, il cui episodio chiave – la Nakba del 1948 – viene reinterpretato da Pappé come un vero e proprio caso di pulizia etnica, ma si leggono con strumenti e argomenti irreperibili sui nostri media la natura e le conseguenze degli attacchi israeliani degli ultimi quindici anni; si discute il ruolo che hanno sempre svolto gli Stati Uniti nell’avallare l’illegale politica israeliana di colonizzazione dei territori occupati; si prospettano i vari scenari di pace, a partire dalla proposta di un unico Stato binazionale avanzata fra gli altri da Pappé e, più prudentemente, dallo stesso Chomsky. Il conflitto arabo-israeliano è una miccia accesa nel cuore del Mediterraneo e coinvolge i destini del mondo. Per questo, “Ultima fermata Gaza” è un libro per chiunque voglia esserne informato e desideri una sua pacifica ed efficace soluzione.

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