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“Di tutte le lotte” di Abdellatif Laabi è uno dei libri migliori per immergersi nella lirica di questo grande poeta marocchino, in grado di comunicare il mondo attraverso sé stesso
Di tutte le lotte
Di tutte le lotte è una raccolta poetica in cui viene proclamata l’importanza della poesia come mezzo per analizzare la realtà e come strumento di lotta. Abdellatif Laâbi, una delle figure più importanti del paesaggio letterario arabo e francofono, unisce aneddoti e frammenti di pensieri personali attraverso una scrittura impregnata di umanità, che riafferma la necessità di combattere per ottenere giustizia, uguaglianza e libertà. Prefazione di Jacques Alexandra, introduzione all’edizione italiana di Giuseppe Sofo.
Poesia che si sente
“Di tutte le lotte” è una raccolta di poesie che si divide in 7 diverse micro-opere, ognuna con la sua tematica e le sue peculiarità, ma tutte con al centro la biografia del poeta. Abdellatif Laabi, infatti, mette al centro della propria lirica la sua storia, sfruttandola continuamente e costantemente per comprendere al meglio sé stesso ed il diverso, elemento che in “Di tutte le lotte” si nota davvero molto bene. È poesia che si sente, che a tratti puoi toccare, provando così ad immergersi nell’anima stessa del grande poeta marocchino.

Le tematiche, come ho detto, variano di opera in opera, portando riflessioni sulla vita e sul mondo, come “La libertà voleva dire” o “Due lingue”, contenute in “Risveglio”, attimi di sincerità dai tratti acidi, come in “L’insolenza della vecchiaia”, a vette di misticismo che va al di là del mondo e della fede, come quelle presenti in “Robayat”. Il libro si conclude poi con “La poesia è invincibile”, titolo che nella versione originale è anche quello della raccolta stessa di poesie (La poésie est invincible) e che rappresenta un inno vero e proprio alla poesia stessa, qualcosa che è presente dentro ciascuno di noi e che mai nessuno, nemmeno la morte e e le ingiustizie, riusciranno a sconfiggere.

Se siete alla ricerca di un nuovo grande poeta poco conosciuto in Italia ma dal valore assoluto, in grado di comunicare il mondo attraverso sé stesso, dovete assolutamente leggere “Di tutte le lotte” di Abdellatif Laabi; grazie all’ampia sezione biografica, inoltre, avrete anche un’idea più chiara non solo della sua vita, ma anche delle vicissitudini della cultura durante gli anni di piombo marocchini, pezzo di storia assolutamente imprescindibile per comprendere il paese, spesso e volentieri dimenticato.
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La libertà voleva dire
Ricordiamoci della libertà
quando aveva lo stesso significato
per tutti
ovunque noi fossimo
ed al solo sentirla nominare
i nostri cuori capitolavano
(come dico così graziosamente
i nostri amici scrittori antillani)
i nostri occhi si aprivano
spalancati
come quelli di un bambino
alla vista di un regalo insperato
La libertà voleva dire
chiedere la luna
e tendere la mano con fiducia
per coglierla
imparare le parole più comuni
di almeno una ventina di lingue
dare e ridare dimostrazione
che niente di ciò che è umano
ci era estraneo
Ricordiamoci della libertà
quando ci faceva risplendere
della giovinezza eterna
che è in noi
quando ci sussurrava
le grandi passioni
che ci avrebbero gettato fra le braci
di tutte le battaglie
quando faceva cadere su di noi
il fulmine dell’amore
che avrebbe sconvolto le nostre vite
La libertà voleva dire
una sola cosa
vera quanto la terra
sulla quale camminiamo
e al cielo
che si innalza sulle nostre teste
vera quanto
il sangue
che ci scorre nelle vene
La libertà
era la nostra irrecusabile
identità