“La buona condotta” di Elvira Mujčić, un libro sul Kosovo

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“La buona condotta” di Elvira Mujčić è un romanzo perfetto per chi vuole iniziare a conoscere il Kosovo e le sue problematiche senza però rinunciare alla leggerezza ed al fattore umano, elemento imprescindibile del paese

La buona condotta

All’indomani dell’indipendenza del Kosovo, in un piccolo paese sul confine si tengono le elezioni per il sindaco. Gli albanesi sono 1362, i serbi 1177. Cosa accade se a essere eletto è un serbo che vuole andare d’accordo con gli albanesi? Succede che a Belgrado non va per niente bene, e mandano un nuovo sindaco che continui a soffiare sul fuoco della rivalità etnica. Il suo arrivo non porta solo scompiglio politico, ma stravolge le vite dei protagonisti. Quella di Miroslav, il sindaco eletto, forse nato nell’angolo sbagliato del pianeta, visto che detesta i toni accesi ed è terrorizzato dai conflitti. Quella di Nebojša, spedito dalla capitale per fare l’antagonista obbediente e salvarsi da un passato pieno di ombre, e che invece fa deflagrare gli ingranaggi di un sistema assurdo. Quella di Ludmila, la ragazza che credeva nell’amore e per questo era stata considerata pazza, Ludmila che si difende dalla realtà mandando a memoria le vite degli altri e inventando filastrocche.

La buona condotta

A partire da un fatto realmente accaduto, Elvira Mujcić dà vita a una storia emozionante dove i personaggi combattono per sfuggire il destino che la Storia, la politica o i benpensanti disegnano per loro. Il passato recente, la guerra mai capita e mal conclusa, i rancori e le manipolazioni pesano su di loro, che però lottano per rimanere fedeli a sé stessi. Mostrandoci così che un futuro migliore può sempre sorgere anche nelle condizioni più avverse, grazie a singoli uomini e donne, a dispetto dei governi.

Un libro sul Kosovo

“La buona condotta” di Elvira Mujčić è uno dei libri più adatti in assoluto per chi vuole affacciarsi per la prima volta sul Kosovo, paese di cui spesso e volentieri si sente parlare ma che, nella realtà dei fatti, sono in pochi a conoscere in Italia e nel mondo. La storia ha una struttura abbastanza semplice e lineare ma mai banale, consentendo fino dalle prime pagine di imbattersi in uno degli elementi che più caratterizzano il paese: la divisione fra albanesi, che rappresentano la netta maggioranza della popolazione e sono perlopiù musulmani, e serbi, presenti soprattutto nel Sud-Est ed a Nord nel cosiddetto Kosovo del Nord ed aderenti soprattutto al cristianesimo ortodosso.

La buona condotta
Targa kosovara a cui è stata aggiunta quella serba per attraversare il confine

Fino a qui potremmo dire: “tutto nella norma, il Kosovo non è sicuramente l’unico paese al mondo ad avere una minoranza storica ed indipendentista al suo interno”; il fatto, però, è che la Serbia non riconosce l’esistenza del Kosovo e ciò porta ancora oggi a molte situazione paradossali, presenti anche ne “La buona condotta”. Per fare qualche esempio: non riconoscendo il Kosovo, la Serbia obbliga tutti i kosovari che intendano recarsi sul suo territorio di munirsi di targhe e documenti serbi, senza i quali non è proprio possibile attraversare il confine, elemento che complica non di poco il trasporto via terra ed in generale mantiene alte le possibili tensioni etniche fra i due popoli.

Un romanzo di persone

Proprio in questo contesto si inserisce “La buona condotta”, andando a raccontare di un fatto realmente accaduto e che, anche per i suoi sviluppi, rende evidente quanto tale divisione e tensioni si nutrano (almeno nell’ultimo periodo) più di ideologia che di effettivi scontri. L’elezione di un sindaco serbo “conciliante” porterà infatti Belgrado ad inviare a Šumor un nuovo primo cittadino il quale, però, non solo non avrà particolari competenze in merito, ma apparirà evidente sin dal suo arrivo che la sua unica reale missione sia quella di tenere alto il nazionalismo locale ed impedire che i serbi del Kosovo si identifichino con lo stato in cui vivono, animando così le acque ogni qualvolta ce ne sia la possibilità.

La buona condotta
Elvira Mujčić

Attenzione però: “La buona condotta” non è né un saggio né un romanzo politico e ciò permetterà non solo di assistere a situazioni dai tratti comici, ma anche di esplorare i pensieri, le storie e le ambizioni di coloro che, per un motivo o un altro, hanno lasciato la propria terra. Nessuno dei personaggi principali ha infatti vissuto tutta la propria vita in Kosovo e chi lo ha fatto, come nel caso di Ludmila, è stato costretto dal destino; ciò permette al lettore di affacciarsi anche ad un altro grande tema del paese, ovvero la diaspora, elemento che ha purtroppo caratterizzato a lungo buona parte dell’ex Jugoslavia e dei Balcani in generale.

“La buona condotta” di Elvira Mujčić è quindi il romanzo ideale per chi desideri davvero scoprire qualcosa di più su questo territorio e la propria gente, fornendo una base ricca di sfumature ma mai pesante, in grado di far passare bei momenti sia ai lettori più “casual” sia a coloro che amano davvero l’anima della Penisola balcanica; naturalmente consigliatissimo.

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