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“Il matto di piazza della Libertà” è il primo libro di Hassan Blasim, autore iracheno in grado come nessun altro di mostrare le tenebre e la disperazione dell’essere umano
Il matto di piazza della Libertà
Immaginate un uomo rapito e costretto a dichiarare in video di aver commesso atroci crimini in nome della religione. Oppure un viaggio di clandestini diretti in Europa che si trasforma in una carneficina. Immaginate un soldato che, rimasto chiuso in una stanza per diversi giorni con la sua amata, per sopravvivere si nutre del suo corpo e del suo sangue. Cadaveri che parlano, lupi mannari, teste mozzate, corpi dilaniati o scuoiati, padri che avvelenano le figlie, figli che portano in valigia lo scheletro della madre, morti che scrivono romanzi, suicidi, esplosioni di autobombe, neonazisti che in Europa picchiano a sangue gli immigrati. E poi matti, matti dappertutto, e un confine labile tra il reale e l’irreale. Provate a immaginare tutto questo e altro ancora. Immagini raccapriccianti e scene da brivido, come nella migliore letteratura gotica. Ma questa non è semplicemente letteratura gotica. Questo è l’Iraq. O l’Europa dei rifugiati iracheni.
L’Iraq fra realtà, orrore e fantasia
A livello stilistico, Hassan Blasim è senza alcun ombra di dubbio una delle penne più importanti e caratteristiche di tutto il mondo arabo e con “Il matto di piazza della Libertà”, suo libro d’esordio, ce lo mostra in tutta la sua potenza. Verremo infatti catapultati in una realtà nuova, fatta di sangue, morte, disperazione e tanta macabra fantasia. I suoi racconti uniscono il gotico più puro con le catastrofi vissute sotto Saddam Hussein, dando un’immagine del tutto inedita e tragica di Baghdad e dell’Iraq; qualcosa che, pur ricordando i racconti di Sinan Antoon nel suo “L’archivio dei danni collaterali”, portano al suo interno tutta l’oscurità e l’abisso del genere umano.

Pur muovendosi (o almeno, così mi auguro), nel mondo del fantastico e del surreale, Hassan Blasim è certamente uno degli autori più importanti per comprendere gli orrori ed i drammi che vivono i suoi compatrioti tanto in Iraq quanto in esilio, obbligandoci a riflettere attentamente sul rapporto dell’Europa con i migranti.
Il vero mostro
Se queste sventure hanno infatti anche un solo barlume di verità (e purtroppo quest’ultima spesso e volentieri supera le più drammatiche fantasie), c’è allora da domandarsi dove sia l’umanità di chi, nonostante tutto questo, vede ancora nei migranti e “negli altri” un problema e/o un nemico; probabilmente osservandosi attentamente allo specchio non troverebbe il volto di un essere umano, ma quello di un mostro che nemmeno il più inquietante dei racconti di Blasim potrebbe descrivere.

Un libro che non potrà lasciare lasciare indifferenti, in grado di stimolare e capovolgere ogni fibra del nostro corpo e del nostro essere.
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