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La storia di Tlemcen, considerata a lungo la città più andalusa del Maghreb, tanto da meritare il soprannome di “Granada d’Africa”
Alle origini di Tlemcen
L’area intorno a Tlemcen fu abitata sin dal Neolitico, tuttavia la nascita dell’odierno nucleo cittadino risale alla presenza romana nella regione. Nello specifico, il primo centro abitato venne eretto alla fine del II secolo d.C. con il nome di Pomerania ed inizialmente non venne tanto concepito come città quanto come fortezza. Quest’ultima serviva principalmente per controllare la regione in un periodo particolarmente teso per via delle molti ribellioni ai confini dell’Impero, ma nel corso del tempo divenne addirittura sede vescovile.

Con il crollo dell’Impero romano e la successiva invasione vandala, questo territorio passò alla confederazione amazigh/berbera degli Zenata, che, non a caso, furono coloro in cui si imbatterono gli Omayyadi che saranno i primi a portare l’Islam ed il mondo arabo nell’odierna Algeria. Dopo un iniziale idillio, nel 765 la tribù dei Banu Ifran, allora confederata con gli Zenata, insorse contro la nuova autorità, adottando l’Islam kharijita di stampo sufrita e dando vita ad una vera e propria guerra contro gli Omayyadi, conclusasi nel dopo qualche anno con la fondazione dell’Emirato di Tlemcen. Tale evento fu determinante per la storia della città, in quanto fu grazie a loro che iniziò ad essere un luogo chiave per le tratte carovaniere nella regione.
Dinastie marocchine
Dopo di loro venne la dinastia ibadita dei Rustamidi, che potenziò il ruolo di Tlemcen come polo economico della regione, attirando le ambizioni di Idris I, il fondatore della dinastia idriside, che prese la città nel 790. La conquista fu di brevissima durata, ma venne poi portata a termine del figlio Idris II, che, nominando come viceré della regione il cugino Muhammad ibn Sulayman, diede vita alla breve sotto-dinastia Sulaymanide. Nel 931 i Fatimidi riusciranno a detronizzare i Sulaymanidi-idrisidi, ma ciò causò molti problemi, dando vita ad un periodo particolarmente turbolento in cui diverse potenze si contesero tale territorio.

Nel 1081 giunse qui la dinastia Almoravide, che rianimò l’intera città ponendola al centro del suo progetto imperiale, tanto che a lungo venne considerata la “seconda capitale” dopo Marrakech; non a caso, furono proprio loro a costruire la Grande moschea di Tlemcen. Con l’entrata in scena degli Almohadi, che la conquisteranno nel 1145, la città godette di un ulteriore grande sviluppo, divenendo de facto la capitale del Maghreb centrale.
Il Regno di Tlemcen
Una volta caduti gli Almohadi Tlemcen trovò finalmente una pace stabile e duratura sotto gli Zayyanidi, che andarono a formare il Regno di Tlemcen, attivo dal 1235 al 1554. A differenza dei precedenti dominatori, a livello militare gli Zayyanidi scelsero perlopiù una politica difensiva, volta soprattutto a bloccare i Merinidi, la nuova dinastia a capo del Marocco. Tale stirpe si rivelerà infatti una vera e propria spina nel fianco dei nuovi sovrani, arrivando diverse volte ad occupare la città, senza però riuscire mai a mantenerla per più di 11 anni. Va comunque detto che alcuni degli elementi architettonici di maggior pregio, come Palazzo El Mechouar e la Madrasa Tashfiniya, vennero costruiti proprio durante questa lunga epoca di scontri contro i Merinidi che durò all’incirca dal 1307 al 1420; fra il 1366 ed il 1375 fu anche la casa di Ibn Khaldun.

Quella data è estremamente importante per le sorti dell’intero Maghreb, in quanto fu proprio allora che morì Abu Said, l’ultimo sovrano merinide ad esercitare un effettivo controllo sui propri domini, che da quel momento in avanti saranno preda di lotte fratricide. Di questo seppe approfittare il Regno di Tlemcen, che riuscì persino ad occupare Fez nel 1423, venendo però poi costretto a divenire vassallo degli Hafsidi, dinastia che controllava grossomodo l’odierna Tunisia e l’Algeria nord-orientale. Va sottolineato che, proprio durante questo periodo storico, la città divenne uno dei luoghi in cui luoghi in cui emigrò il maggior numero di andalusi musulmani ed ebrei in fuga dalle persecuzioni iberiche, tanto che è spesso e volentieri considerata “la città più andalusa del Maghreb”. Tale caratteristica è dovuta principalmente a due fattori: vicinanza ed amicizia; partendo da Murcia ci volevano infatti appena due giorni di navigazione per giungere nel regno di Tlemcen, inoltre i Nasridi, l’ultima dinastia andalusa, aveva profondi legami familiari e di amicizia con gli Zayyanidi, cosa che facilitò il tutto.
Gli Ottomani
Nel 1509 gli spagnoli conquistarono Orano, provando ad impadronirsi anche di Tlemcen nel 1543, mancando però il loro appuntamento con la storia che vedrà invece affacciarsi un nuovo protagonista: gli Ottomani. La Sublime Porta aveva infatti conquistato Algeri nel 1516 e la conquista di Tlemcen divenne ben presto un obbiettivo strategico di primaria importanza per fermare l’avanzata spagnola da Nord e quella dei Sa’adiani, nuova dinastia marocchina, da Ovest. La presa della città avvenne nel 1551 per mano di Hassan Pasha, il figlio di Barbarossa, che di lì a poco provò persino ad occupare il Marocco, accontentandosi però di ricevere un tributo annuale dai sovrani marocchini.

Sotto gli Ottomani, in realtà, Tlemcen visse un periodo di particolare decadenza, in quanto perse il ruolo di primo piano in favore di Algeri, considerata molto più semplice da difendere rispetto all’antica capitale degli Zayyanidi. Pur perdendo di centralità divenne però uno dei luoghi maggiormente abitati dai Kouloughlis, il frutto dell’unione fra donne locali ed i soldati del nuovo impero.
Occupazione francese e liberazione
Nel 1830 i francesi conquistarono Algeri e nel 1836 occuparono brevemente Tlemcen, conquistandola definitivamente nel 1842. Sotto il dominio transalpino la città visse un enorme spopolamento, in quanto la maggior parte degli abitanti preferì emigrare in territori come Siria, Turchia e Marocco piuttosto che rimanere sotto un dominio coloniale; tale processo fu particolarmente significativo per le sorti di questo luogo, che impiegò ben 50 anni per riottenere la stesso numero di abitanti avuti prima dell’invasione francese.

Anche se, a differenza di altre città costiere come Algeri ed Orano, fu meno popolata da colonizzatori europei, al tempo stesso fu una di quelle che subì maggiormente la presenza transalpina sul piano urbano; ciò in quanto i nuovi arrivati distrussero o “trasformarono” buona parte degli elementi architettonici cittadini come il Palazzo El Mechouar, che passò dall’essere la residenza reale ad un posto militare, o la Madrasa Tashfiniya, che venne demolita nel 1876 per motivi urbanistici. Con l’indipendenza algerina del 1962, la stragrande maggioranza degli ebrei locali decise di emigrare verso Marsiglia ma, a parte questo singolo dettaglio, da quel momento in avanti Tlemcen si contraddistinse soprattutto per essere l’ultima grande città algerina prima del confine marocchino.
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