Storia di Fez, la storica capitale del Marocco

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Storia di Fez, la prima capitale del Regno del Marocco e luogo in cui si incrociano tutte le storie di questo magnifico paese

Le due città, la nascita di Fez

La città di Fez nasce nel 789 per mano di Idris I, capostipite della dinastia degli Idrisidi, la prima casata reale del Marocco, che desiderava un luogo diverso, ma non lontano da Volubilis, l’antico centro di potere romano, con il prospetto di farne la sua nuova capitale e che stabilì quindi il nuovo insediamento sulla sponda Sud-orientale del fiume Jawhar (oggi chiamato Oued Fez). Suo figlio, Idris II, comprese i propositi del padre, ma decise di fondare la propria nuova capitale, Al ‘Aliya, sulla sponda opposta dello stesso fiume, spostando qui tutta la sua corte.

Fez
Moschea Qarawiyyin

Ciò porterà ad un incredibile exploit, favorito anche dall’arrivo di molti Arabi dall’Andalusia e della Tunisia (soprattutto da Kairouan), che contribuiranno a renderla presto una vera e propria “isola araba” in un contesto prevalentemente amazigh/berbero. Nello specifico, gli Andalusi si stabilizzeranno prevalentemente nella Madinat Fas, mentre i tunisini ad Al Aliya. Proprio a quest’ultimi si deve la Moschea Qarawiyyin, ovvero “la moschea di quelli di Kairouan”, divenuta celebre per essere sede della prima “università” della storia fondata da Fatima al-Fihri. Curiosamente, quasi a voler continuare questa storia di dualità, la sorella di Fatima, Mariam, fonderà invece la Moschea andalusa; ovviamente la prima sorgerà ad Al Aliya, mentre quest’ultima a Madinat Fas.

L’unione delle città, gli Almoravidi e gli Almohadi

Con la morte di Idris II, le 2 città finiranno al centro di alcune dispute interne alla dinastia, avviandosi inevitabilmente ad un periodo di decadenza. Con l’indebolimento politico della casata, questo territorio finirà al centro di aspre contese fra Omayyadi e Fatimidi, con il risultato che a regnare saranno gli amazigh della Confederazione Zenata. Va comunque detto che sotto questo dominio la città vi sarà la costruzione di importanti opere architettoniche presenti ancora oggi come ad esempio diversi hammam e la base dell’attuale sistema idrico cittadino.

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Le 2 città degli Idrisidi

Nel 1070, dopo un conflitto durato ben 7 anni, le due città verranno finalmente conquistate da Yusuf ibn Tashfin, passando così ad una nuova potenza giunta da Sud: gli Almoravidi. Il primo provvedimento del nuovo signore fu quello di riunire definitivamente Madinat Fas ed Al Aliya, dando finalmente a Fez la forma con cui la conosciamo oggi. Pur trasferendo la capitale alla neonata Marrakech, gli Almoravidi tennero in immensa considerazione questo luogo, andando a costruire nuove moschee ed ampliare quelle più antiche, facendolo così diventare uno dei massimi centri al mondo di diritto sunnita-malikita.

Fez
Fez sotto gli Almoravidi e gli Almohadi

Fra il 1145 ed il 1146 la città sarà conquistata dagli Almohadi per mano di Abd al Mu’min, che ordinò lo sterminio degli Almoravidi in quanto considerati eretici dai nuovi signori. Va sottolineato come, per quanto l’inizio non fu decisamente dei migliori, sotto la nuova dinastia la città continuò a crescere, andando a costruire e ricostruire moschee e mura, ma, soprattutto, andando a potenziare più che mai il commercio. Il 3° sovrano Almohade, Yaqub Mansour, faciliterà infatti la nascita di nuove industrie (come ad esempio il settore della conceria, tanto famoso a Fez) e valorizzerà la posizione strategica della città, trasformandola nel punto d’incontro per le merci che dal deserto erano pronte a recarsi nel Mediterraneo o in Europa.

I Merinidi e l’epoca d’oro

L’epoca d’oro di Fez arriverà tuttavia a seguito della salita al trono dei Merinidi, che la presero nel 1272, trasformandola nella capitale del loro impero e, di conseguenza, di tutto il Marocco. Il nuovo conquistatore, Abu Yusuf Ya’qub, fece tuttavia qualcosa di particolare che, ancora una volta, andrà a modificare per sempre il tessuto l’urbanistica cittadina. Decise infatti di costruire una nuova cittadella reale al di fuori delle mura della vecchia Fez, dando vita ad un nuovo insediamento che verrà poi chiamato Fez El Jdid, “La nuova Fez”. La scelta fu operata per diversi motivi, il principale dei quali è legato all’esigenza dei Merinidi di costruire un nuovo ed imponente palazzo reale, cosa che sarebbe stata quasi impossibile all’interno dell’antico centro storico e ciò sia per motivi meramente urbanistici sia per la difficoltà nel proteggere i sovrani.

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Fez sotto i Merinidi

Inutile dire che in brevissimo tempo Fez El Jdid divenne un autentico gioiello, con immense mura atte a difendere il palazzo reale, una moschea, ancora oggi fra le più grandi della città, e persino il primo mellah (quartiere ebraico) del Marocco. Originariamente, infatti, tale parola non indicava tanto il mondo ebraico, bensì una “zona salata” (probabilmente o una sorgente d’acqua salata o un magazzino di sale), presente effettivamente poco a Sud di Fez El Jdid, dove si stabilì buona parte degli ebrei cittadini. Altro elemento di incredibile pregio sarà la costruzione dei giardini Al-Mosara, purtroppo oggi scomparsi, e di ben 7 prestigiose madrase nel giro di circa 80 anni, attirando sapienti da ogni parte dell’allora “mondo islamico”.

Wattasidi, Ottomani e Sa’adiani

Nel 1465, a seguito di tensioni interne e da una sempre più viva e violenta minaccia europea, i Merinidi verranno rovesciati dai Wattasidi, il cui breve regno è ricordato principalmente per essere stato uno dei più deboli e concilianti nei confronti degli europei. Tale aspetto è particolarmente evidente soprattutto se si osserva il ruolo giocato da una nuova dinastia: i Sa’adiani. Quest’ultimi, originari del Sud del Marocco, avevano conquistato Marrakech nel 1524 (che da quel momento diventerà la loro capitale), iniziando poi una guerra vittoriosa d’indipendenza anti-europea che gli garantirà il sostegno di tutto il paese.

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Il Mellah di Fez

Nel 1549 Mohammed al Shaykh, il primo sovrano sa’adiano, conquisterà Fez, ma sarà allora che fecero la loro breve comparsa gli Ottomani; la Sublime Porta aveva da poco conquistato l’Algeria e si preparava ad allargare ulteriormente ad allargare il proprio impero sia per il desiderio di nuove terre sia per la paura che i nuovi domini gli fossero tolti proprio dai Sa’adiani. Per farlo, appoggiò le rivendicazioni dei Wattasidi, rimettendoli sul trono nel 1554; il nuovo regno durò però appena qualche mese prima di essere sconfitto nuovamente da Mohammed Shaykh. Nel 1558 gli Ottomani decisero allora di avvelenarlo, ma il figlio, Abdallah al-Ghalib, decise allora di implementare la loro alleanza con gli spagnoli, scatenando definitivamente l’ira di Costantinopoli.

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Miguel de Cervantes alla corte di Hassan Pasha

Lo scontro decisivo si ebbe quello stesso anno a Wadi Laban, a circa 50 km a Nord di Fez, e vide coinvolto lo stesso Abdallah al Ghalib contro l’esercito comandato da Hassan Pasha, il figlio di Khayr ad-Din Barbarossa. Al contrario di ciò che si pensa, però, non vi fu un vero e proprio vincitore, in quanto l’esercito ottomano venne avvisato dell’imminente sbarco degli spagnoli a Mostagem, cosa che lo portò a schierare lì buona parte delle sue truppe ed ottenere così una delle maggiori vittorie ottomane di sempre contro l’esercito spagnolo. Appena 2 anni dopo Abdallah al Ghalib proverà a conquistare Tlemcen, nell’odierna Algeria, ma venne respinto definitivamente dalle forze turche, arrivando a pagare un tributo al sovrano di Costantinopoli. Va detto tuttavia che, a differenza di tutto il resto del Nord Africa, il Marocco mantenne la sua autonomia, bloccando per sempre ogni ambizione ottomana sul paese.

La Battaglia dei Tre re

Con la morte di Abdallah al Ghalib vi sarà un’intensa lotta di successione fra suo fratello, Abd al-Malik, e suo figlio, Abu Abdullah, con il primo che si rivolgerà addirittura agli Ottomani per consolidare la propria posizione. Quest’ultimi, ben felici di supportare il nuovo regnante in chiave anti-iberica, gli fornirono il loro beneplacito, nonché diverse truppe a loro inviate da Algeri. A quel punto Abu Abdallah si rivolgerà proprio al sovrano portoghese, il quale non solo lo appoggiò in toto, ma decise di combattere al suo fianco nella Battaglia di Ksar el Kebir, conosciuta anche come “La Battaglia dei tre re”.

Fez
La Battaglia di Ksar el Kebir

Durante quello scontro morirono tutti e 3 i sovrani, ma ad avere la meglio sarà l’esercito di Abd al-Malik, che nominerà poi suo fratello, Ahmad Mansour, nuovo sultano sa’adiano; al contrario, i portoghesi saranno coloro che più patiranno la sconfitta, in quanto, con la morte di re Sebastião I, il paese andrà incontro ad una crisi dinastica che lo porterà alla fusione con il regno di Spagna. Da sottolineare che, pur avendo effettivamente ricevuto Abd al-Malik truppe e beneplacito ottomano, essa non può essere in alcun modo una vittoria ascritta alla Sublime Porta ma solo all’esercito marocchino.

Il sultanato sa’adiano a Fez

Il nuovo sovrano rivoluzionò ancora una vota il piano urbanistico di Fez, questa volta non tanto con la costruzione di nuovo moschee (anche se la Qarawiyyin venne ampliata), ma sulla costruzione di nuovi forti. Ahmad al-Mansour decise infatti di costruire ben 7 nuove fortezze intorno alla città, di modo da assicurarsi un facile controllo del centro abitato. Purtroppo, visto che l’attenzione sa’adiana si concentrò perlopiù sulla loro capitale, Marrakech, sarà in quel momento che i giardini Al-Mosara verranno definitivamente abbandonati.

Ahmad al-Mansour

Con la morte di Ahmad al-Mansour del 1603, il sultanato cadde in una totale ed assoluta anarchia, con Fez e Marrakech che continuarono a sfidarsi costantemente per ben 24 anni; fra le due città, a subire maggiormente le conseguenze di tale guerra civile sarà certamente la prima che, secondo alcune fonti, accumulò così tanta tensione da causare addirittura dei micro-scontri fra le varie parti del centro abitato e dei suoi dintorni.

L’arrivo degli Alawidi

Nell 1641 Mohammed al-Hajj al-Dila’i conquisterà Fez e nel 1659 metterà definitivamente fine al sultanato, lasciando un vuoto di potere che verrà colmato da una nuova dinastia: gli Alawidi, la casata che ancora oggi regna sul Marocco. Nel 1666 Mulay Rashid conquistò la città, dando vita, dopo tanti anni ad un periodo di urbanizzazione cittadina; nello specifico, sono a lui ascrivibili: la Kasbah Cherarda e la Kasbah An-Nouar e la Madrasa Cherratine. Dopo l’ennesima lotta di successione, il trono passò al fratello di Rashid, Moulay Ismail, che, pur restaurando l’antica Zawiya di Idris II, trasferì la sua capitale a Meknes, distante appena una 60ina di km; da sottolineare che Meknes rimarrà capitale del Marocco solo sotto Moulay Ismail.

Fez
Madrasa Cherratine

Con la morte di quest’ultimo vi sarà ancora una volta un lungo periodo di caos legato a lotte di successione, che vedrà finalmente la fine con la salita al potere di Mohammed III, il quale stabilizzerà il paese; da questo periodo in avanti, pur rimanendo ufficialmente Fez la capitale, dovrà parzialmente condividere il suo potere con Marrakech. Fino al 20° secolo, il più grande cambiamento alla città fu operato da Hasan I che riunirà per la prima volta Fez el-Bali e Fez el-Jdid.

La penetrazione europea e l’indipendenza

A seguito della Conferenza di Algeciras, che de facto dava il controllo di tutti i servizi pubblici marocchini a Francia e Spagna, si creò un fortissimo malcontento nel paese, tanto che l’allora sovrano Abdelaziz subì un vero e proprio colpo di stato da parte del fratello, Abdelhafid. Tale sultano è particolarmente importante per la storia del paese in quanto fu l’ultimo a governare il Marocco prima del Trattato di Fez (firmato da lui stesso), con il quale il paese diveniva definitivamente un protettorato francese. Altra conseguenza importante derivata da tale “accordo” è che da questo momento la città non sarà mai più capitale, venendo rimpiazzata da Rabat, più facilmente controllabile dai francesi.

Marrakech
Trattato di Fez

Il nuovo governatore francese Hubert Lyautey, si dimostrò particolarmente affezionato alla cultura marocchina e per questo impedì qualsiasi piano di urbanizzazione che coinvolgesse la medina, facendo costruire tutta la città nuova al di fuori del centro storico. Tale provvedimento in realtà può anche essere visto come un tentativo di stagnazione indotta verso le zone più storiche della città, ma va detto che molti marocchini benestanti decisero di trasferirsi in nuovi quartieri e ciò, per quanto comunque favorisca l’associazione fra innovazione ed europeizzazione, fu certamente meno traumatico di ciò che avvenne in Algeria o altre ex-colonie francesi. Con l’introduzione del Dahir del 1930, Fez iniziò a contraddistinguersi come uno dei centri dell’indipendentismo marocchino, fenomeno consolidato dal fatto che anche all’epoca l’università di Qarawiyyin era fra le più importanti del paese.

Fez

Con l’indipendenza del 1956 il Marocco tornò finalmente ad essere uno stato autonomo, ma le sorti della città non migliorarono particolarmente, tanto che la popolazione inizierà a crescere solo nel 1971. Inoltre, per via degli interventi urbanistici francesi, si andrà consolidando la tendenza della borghesia di Fez a trasferirsi nelle più moderne ed attrattive Casablanca e Rabat. Per via della sua profonda storia universitaria, la città di Fez sarà anche uno degli epicentri degli “Anni di piombo marocchini”, nei quali vi sarà un’incredibile contrasto fra la popolazione (soprattutto quella studentesca) e re Hassan II; dal 1981 il centro storico di Fez è patrimonio Unesco.

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