“La saggezza del condannato a morte e altre poesie” di Mahmud Darwish

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“La saggezza del condannato a morte ed altre poesie” è un esperimento più unico che raro nel panorama italiano odierno, in grado di farvi scoprire nuovi testi e tematiche di uno dei più grandi poeti di sempre

La saggezza del condannato a morte e altre poesie

In questa raccolta, nata dall’attenzione dello scrittore accompagnata dalla visione del traduttore, abbiamo cercato di disegnare un volto italiano alla poesia di Mahmud Darwish e alla “sua propria lingua”. Orizzonte di riferimento sono stati i tre “personaggi” che emergono dalla sua produzione poetica: l’elegante erudito che esprime il suo amore virtuoso per la terra madre e per l’amata immaginaria, l’io frammentato e il cantore della patria.
La miscellanea è composta da ventotto poesie, nove per ciascuno dei tre nuclei tematici: dell’amore, dell’io e della patria, precedute dal carme E noi amiamo la vita, selezionate con estrema cura all’interno dell’intera attività poetica di Darwish.

Darwish
Mahmoud Darwish

Sono stati inclusi testi di ogni fase del suo vissuto poetico, da quando ha iniziato a scrivere lettere sulla libertà e sull’amore dalla sua terra in Palestina, fino alle domande esistenziali poste dal suo dialogo con l’esilio. La sequenza di questi temi e delle poesie al loro interno è un tentativo di ritrarre un volto italiano basato sulla musicalità lirica che ha accompagnato l’anima di Darwish investendone il linguaggio, nel tentativo di restituire un frammento della sua anima.

Un lavoro unico nel panorama italiano

“La saggezza del condannato a morte e altre poesie” è una delle antologie poetiche di Darwish più interessanti di tutto il panorama italiano, capace di dare un’idea generale di quello che è stato il percorso artistico di uno dei più grandi personaggi della poesia contemporanea. Questo libro, nello specifico, gode di diverse particolarità che lo rendono effettivamente unico: innanzitutto non si tratta di una mera traduzione, ma di un ibrido fra quest’ultima ed un interpretazione che, pur tenendo in suprema considerazione il mero significato delle parole, prova a dargli forma nuova, collegata più che mai al linguaggio ed all’immaginario italico; da sottolineare la ricercatezza nel mantenere la stessa musicalità del testo originale, elemento imprescindibile per ogni buona trasposizione.

La saggezza del condannato a morte ed altre poesie

Altra peculiarità del testo è che non va a toccare un’unica opera, ma spazia in tutto il percorso poetico di Darwish, dividendolo in base alle tre diverse anime del poeta (dell’amore, dell’io e della patria), di modo da dare al lettore una visione più complessiva e completa di questo personaggio, oltre che facilitarne la ricerca per argomenti e tematiche. Tali caratteristiche rendono “La saggezza del condannato a morte ed altre poesie” un lavoro diverso e davvero unico riguardo al grande poeta palestinese, portando in lingua italiana qualcosa di nuovo e che raramente è stato fatto con tale maestria ed abilità. Complimenti a Tareq Aljabr, Emiliano Cribari e Sana Darghmouni per l’eccellente lavoro ed alla casa editrice emuse (che mi ha gentilmente donato il libro) per essere stata tanto coraggiosa ed ambiziosa dal lanciarsi in un progetto simile, purtroppo sempre più raro nel Bel Paese.

Un piccolo consiglio: da lettore avrei gradito moltissimo sapere da quale opera è stata tratta la singola poesia ed in che hanno fu scritta, di modo da poter utilizzare questo libro non solo come una raccolta poetica, ma anche come punto di riferimento per comprendere meglio l’evoluzione poetica di Darwish ed avere degli spunti per nuove letture.

Una poesia tratta dall’opera

Personalmente credo che per comprendere al meglio un testo poetico sia necessario osservarlo con i propri occhi ed è per questo che ho deciso di mettervi la poesia che più mi ha colpito e che mi è più penetrata nel cuore: “Gioioso per qualcosa”.

Gioioso per qualcosa

“Gioioso per qualcosa di invisibile,

abbraccio il mattino con la forza del canto;

cammino fiducioso nei miei passi,

cammino fiducioso nella mia immaginazione.

Mi chiama una rivelazione, dice “Vieni!”

come se fosse un gesto magico,

un sogno disceso per addestrarmi nei suoi segreti,

così sarei il padrone della mia stella notturna

sostenuto dalla parola.

Io sono il mio stesso sogno.

Nei miei sogni sono la madre di mia madre,

il padre di mio padre

e sono anche mio figlio.

Gioioso per qualcosa di invisibile,

che mi innalza sopra i suoi strumenti a corda.

Mi raffina e mi affina come un diamante

di una principessa orientale.

Chi non ha cantato adesso, questa mattina,

non canterà.

Dacci, amore, la tua abbondanza

per combattere la guerra, onesta, dei sensibili,

perché il clima è favorevole

e il sole del mattino affina le nostre armi.

Amore!

Non abbiamo altro obiettivo

che essere sconfitti in queste guerre,

quindi trionfa,

trionfa e ascolta come ti osannano le tue vittime:

trionfa! Benedette siano le tue mani!

E torna illeso da noi perdenti!

Gioio per qualcosa di invisibile,

cammino sognando una poesia blu

di due versi soltanto,

due versi di una gioia leggera,

visibile ed invisibile insieme.

Chi non ama adesso, questa mattina,

non amerà.”

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