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Grond è senza alcun ombra di dubbio una delle migliori serie uscite quest’anno su Netflix in grado di farci ridere a crepapelle e riflettere su tematiche davvero importanti e centrali nella vita di ogni essere umano
Grond
Per riavviare l’azienda familiare un giovane imprenditore escogita un piano audace ma rischioso e importa terra dal Marocco per seppellire i concittadini deceduti.
Un’idea brillante
La serie si svolge a Bruxelles e vede protagonista la famiglia Boulasmoune, di origine marocchina, la cui ditta da anni si occupa di rimpatriare le salme dei marocchini morti in Belgio ma che desiderano essere sepolti nella propria terra natia. Quando Omar, il capofamiglia decide di ritirarsi dagli affari, ad Ismael viene in mente una brillante idea: invece di rimpatriare le salme, fa arrivare a Bruxelles dell’autentica terra marocchina, di modo da seppellire i morti in Belgio ma sotto il suolo marocchino. L’idea si rivelerà fin da subito geniale, ma al tempo stesso porterà non pochi problemi sia nella stessa famiglia che nella comunità in generale; potrà però contare sul supporto di JB, il suo migliore e folle amico, sua sorella Nadia e tanti altri meravigliosi personaggi che coloreranno questa bella storia.
Con tanta fatica e sacrificio il giovane Ismael riuscirà a ridar vita al business familiare, anche se ciò lo porterà a: ricatti, drammi familiari, situazioni sopra le righe e (per fortuna della ditta) tanti lutti, cosa che non farà altro che rendere la situazione il più divertente ed avvincente per noi spettatori.
Black humor maghrebino
Al di là dei temi trattati, su cui torneremo fra poco, la serie è una tempesta continua e costante di imprevisti, umorismo e voglia di rivalsa, con uno sfondo che, pur essendo perlopiù belga, ha tutto il sapore del Marocco più autentico. La storia ed i personaggi sono scritto in modo davvero fantastico, rendendo questa serie belga un piccolo capolavoro di Netlix, tanto da portarsi a casa nel 2022 ben 3 premi Ensor (l’equivalente belga degli Oscar e degli Emmy Awards) quali: miglior serie, miglior sceneggiatura e miglior attore protagonista in serie tv.

Questo gioiellino ha infatti la straordinaria capacità di portare situazioni estremamente difficili e pesanti senza però rinunciare all’allegria e ad un umorismo che, per quanto spesso e volentieri molto nero, non impone risate forzate ma genuine e rilassate. Le seconde generazioni marocchine sono poi mostrate perfettamente nella loro complessità, ricordando per dettagli ed onestà quelle egiziane viste in Ramy. Attenzione però: così come vi sono profonde differenze fra le due comunità, così Grond non va assolutamente vista come un “Ramy marocchino”, bensì come un prodotto davvero unico ed a sé stante e che si concentra più che “sull’Islam” sulla storia delle peripezie che colpiscono le comunità marocchine nel bene e nel male.
Tante belle tematiche poco raccontate altrove
Per mia storia non do voti, ma questa serie meriterebbe assolutamente un 10 anche per via della scelta delle tematiche, incredibilmente azzeccate e straordinariamente interessanti. L’idea di fondo nasce infatti da un problema reale e sentito particolarmente dalle comunità di migranti nel mondo: il desiderio da parte delle prime generazioni di esser seppellite nella terra natia ed il dramma dei propri figli o nipoti di esser così lontanissimi dai propri cari. La soluzione, per quanto sgangherata e sopra le righe, è azzeccata e di incredibile poesia. La terra che si sposta è infatti una metafora perfetta della storia della e delle migrazioni e le motivazioni di contorno portate da Ismael (che vive in prima persona la distanza dalla tomba materna) trasformano il tutto in qualcosa di potente ed in grado di coinvolgere non solo la comunità marocchina (anche se lei in particolare), ma qualsiasi tipo di “seconda generazione”.

Altra tematica poi affascinante è la casualità della morte e del fato, temi che cerchiamo sempre di ignorare ma che, specie per chi si occupa di funerali, sono letteralmente il pane quotidiano.
A mio gusto è la serie europea più bella che ho visto quest’anno, un gioiello che si rivolge in apparenza ad un pubblico di seconda generazione ma che può esser goduto davvero da tutti. La trovate su Netflix, Grond, al momento, si compone da 1 stagione di 8 episodi, ognuno dalla durata di circa 40/50 minuti.
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