“La casa dei notabili” di Amira Ghenim

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“La casa dei notabili” di Amira Ghenim è un romanzo estremamente potente in grado di farvi vivere le tragedie di due nobili famiglie tunisine dagli anni “30, anni in cui si ponevano le basi per le riforme di Bourguiba, ai giorni nostri

La casa dei notabili

Tunisia, anni Trenta. Sullo sfondo di un paese in fermento, alla ricerca della propria identità, si intrecciano le vite e i destini dei membri di due importanti famiglie dell’alta borghesia di Tunisi: la famiglia en-Neifer, dalla rigida mentalità conservatrice e patriarcale, e la famiglia ar-Rassa‛, liberale e progressista. Il nucleo attorno al quale ruotano le vicende narrate nel romanzo è una terribile notte di dicembre del 1935, quando la vita in casa en-Neifer è stata sconvolta da un evento che ha condannato per sempre all’infelicità Zubaida ar-Rassa‛, la giovane moglie di Mohsen en-Neifer, sospettata di aver avuto una storia d’amore clandestina con Taher al-Haddad, intellettuale di umili origini noto per il suo attivismo in ambito sindacale e in favore dei diritti delle donne. Le vicende di quella notte vengono raccontate in prima persona da undici diversi narratori, membri delle due famiglie, in momenti storici diversi (dagli anni Quaranta ai nostri giorni), in un intreccio di segreti, ricordi, accuse, rimpianti ed emozioni che trascinano il lettore in un appassionante viaggio nelle storie dei singoli e nella Storia del paese. Come in un gioco di scatole cinesi, ogni storia ne contiene altre, e al lettore spetta il compito di mettere insieme i tasselli e ricostruire l’intera vicenda nel tentativo di scoprire cosa è accaduto a Zubaida e come sono andate veramente le cose.

Affresco familiare in un’epoca cruciale

“La casa dei notabili” di Amira Ghenim è un affresco ben scritto ed estremamente affascinante riguardo un periodo storico imprescindibile per comprendere l’evoluzione della società tunisina, che proprio in quegli anni poneva le basi per la sua trasformazione durante l’epoca Bourguiba; un testo che, seguendo da lontano le vicende del rivoluzionario (e sfortunato) Taher al-Haddad, ci porta dentro le case dell’aristocrazia locale, mostrandoci i passaggi chiave di un percorso che continua ancora oggi e che coinvolge soprattutto le libertà ed i diritti della donna tunisina. Come una pièce teatrale ben congegnata, l’autrice farà parlare ognuno degli undici narratori, mettendo a nudo le sue verità e le mille contraddizioni di un paese che, pur desiderando innovazione, rimaneva ancorato al passato ed ai suoi problemi interni, legati soprattutto “all’onore” ed alle “questioni femminili”. Non a caso, uno dei punti di svolta del romanzo sarà proprio la pubblicazione di “La nostra donna nella sharia e nella società” che decreterà la morte civile del grande rivoluzionario e l’inizio delle tragedie interne alla famiglia. Da quel momento in poi Taher sarà infatti allontanato tanto dalla vita pubblica quanto dalla casa degli al Rassa’, morendo appena 5 anni dopo.

La casa dei notabili
Taher al-Haddad

Nella disperazione e nel totale sconforto, l’intellettuale scriverà un’ultima lettera alla sua amata, il cui testo si rivelerà però una catastrofe di immane portata per entrambe le famiglie, portandole a vivere decenni di sofferenze e di parole mai dette, che le consumeranno lentamente ma inesorabilmente. In questa storia tutti sono perdenti e tutti sono a loro modo carnefici, ma il personaggio che più di tutti subirà sventure sarà Zubeida, l’unico protagonista a non raccontarci la propria storia, che in una sola sera perderà le gambe, la propria fama ed il diritto alla felicità.

“Cos’è “l’onore” di fronte a tutta questa sofferenza?”

Un romanzo struggente e che colpisce nel profondo l’anima, vietando a chiunque di rimanere impassibile di fronte a queste storie di ordinaria tragedia; un testo che, pur dando a tutti le proprie ragioni ed il diritto a difendersi, non può non lasciare al lettore un’imperante domanda: era davvero necessario tutto questo? Siamo davvero disposti a sacrificare la nostra vita e la nostra felicità solo per salvaguardare questo vetusto concetto di “onore”? Ma soprattutto: cos’è “l’onore” di fronte a tutta questa sofferenza ed alla totale distruzione delle famiglie? Chi sta scrivendo ha il privilegio di farlo dal 2022, ma è importante comprendere oggi le conseguenze di certi gesti e certe azioni in modo che non ricapitino mai più e nessuno debba provare inutili dolori immolando la vita di fronte a principi assolutamente accessori.

La casa dei notabili

“La casa dei notabili”, per quanto sia scorrevole e piacevole in termini di stile, è un libro davvero doloroso da leggere, ma proprio per questo necessario; uno di quei libri che nella sofferenza porta riflessione e che in me ha fatto nascere due parole che non dovrebbero essere unite: mai più. Che mai più nessuno venga accusato di una colpa che non a commesso, che mai più continuino relazioni nel dolore per salvaguardar l’onore, che mai più si venga giudicati per colore della pelle, genere o preferenze sessuali e che si metta al centro di tutto la gioia di veder la felicità nell’altro e che la speranza per il cambiamento venga esaltata e non demolita in virtù di un pallido ma stabile presente. Quando ho terminato questo libro avrei voluto abbracciare i fantasmi di tutti i vari personaggi e donargli, finalmente, l’affetto che avrebbero meritato ma che in questa terra non hanno mai trovato. Un libro bellissimo ed in grado di suscitare emozioni potenti ed al tempo stesso indescrivibili.

Testo gentilmente donatomi dalla casa editrice E/O che ringrazio profondamente per la bella opportunità.

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