Storia del Qatar

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Con l’imminente inizio dei primi “mondiali arabi”, andiamo a scoprire insieme la ricca e variegata storia del Qatar, il paese che li ospiterà

Alle origini del Qatar

I primissimi reperti archeologici del Qatar risalgono ad un’epoca compresa fra il Paleolitico inferiore e medio, tuttavia quest’area iniziò ad acquisire la sua importanza a partire da circa l’8000 a.C., quando incominciò ad esser sfruttata stabilmente per le sue risorse marittime ed i suoi pozzi, tanto da diventare già all’epoca un luogo particolarmente ambito dalle tribù nomadi del Najd e di al Ahsa (entrambi in Arabi Saudita) per i loro pascoli. Allora la penisola del Qatar non era abitata stabilmente, ma veniva utilizzata soprattutto in modo stagionale e ciò continuò ancora per molti secoli; tuttavia erano sempre di più le popolazioni che qui vi si recavano per la pesca, le palme e le perle e non è un caso che siano stati trovati resti della civiltà Dilmun (attiva soprattutto nel Bahrain) e dei Cassiti.

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Secondo la tradizione, quest’ultimi sarebbero stati i primi inventori della porpora, poi diventata celebre grazie a Tiro, tanto che la prima produzione ufficiale ebbe sede sull’isola di al Khor, nel Nord-Est del paese. Attorno al 7° secolo a.C. la civiltà Dilmun ed il Qatar vennero conquistati dagli Assiri, ma riguardo a tale periodo non v’è alcun resto archeologico, ciò ha portato gli storici a suppore che in quel periodo la penisola fosse inabitabile a causa di condizioni climatiche sfavorevoli. Tuttavia già nel 5° secolo a.C. Erodoto pubblicherà la prima testimonianza scritta riguardo ai qatarioti, definendoli dei “Cananei marittimi”.

Da Alessandro Magno all’Islam

Con la conquista della Persia da parte di Alessandro Magno, si impose in tutto il Medio Oriente l’egemonia ellenica toccando anche il Golfo persico e l’odierno Qatar, il quale rimase sotto tale influenza sino a circa il 250 a.C., momento in cui i Seleucidi persero la propria autorità sulla zona in favore dei Parti. Proprio sotto la loro dominazione i qatarioti iniziarono ad essere considerati come una popolazione autonoma e distinta, tanto che per la prima volta vengono chiamati “Catharrei” da Plinio il Vecchio e Claudio Tolomeo ne disegna per la prima volta la mappa.

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Nel 224 queste terre passano all’Impero sasanide, il quale inizierà a sfruttarne sempre più attivamente le risorse marittime quali perle e tinture. Tale periodo è molto importante per l’affermarsi del cristianesimo, che qui divenne ben presto la religione maggioritaria del paese, costruendo monasteri, nuovi insediamenti e dando vita persino a diversi santi come Isacco il Siro. Nel 628 giunsero qui i primi missionari musulmani che ottennero tanto successo da far convertire buona parte dell’area all’Islam; va comunque sottolineato che il cambio definitivo di fede si ottenne in diversi secoli e nel frattempo il Qatar continuò ad esser patria di monaci e santi.

L’epoca d’oro dell’Islam e l’arrivo dei portoghesi

Con l’exploit degli Omayyadi, la penisola, anche per via della sua posizione strategica, divenne un punto fondamentale per il commercio delle perle. Ciò però non si tradusse in maggior calma e stabilità ma, anzi, portò ad un’affermazione sempre più convinta del Kharigismo, una particolare corrente musulmana che si pone a metà fra sunnismo e sciismo (ad oggi presente solo in Oman nella sua forma ibadita), che vide nel comandante Qatari ibn al-Fuja’a uno dei suoi massimi esponenti.

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Con l’arrivo degli Abbasidi le cose inizialmente si misero decisamente meglio ed in brevissimo tempo il Qatar divenne una delle mete preferite per tutto il commercio mondiale, tanto che sono stati qui ritrovati manufatti da India, Cina e persino Thailandia; non a caso i cittadini di questa zona erano noti per i loro splendidi palazzi pubblici e privati. Con il declino della nuova dinastia, tuttavia, iniziarono a farsi strada i Qarmati, una corrente sciita ismailita particolarmente violenta e nota per la sua ferocia, che caratterizzò il Bahrain ed il Qatar fra l’899 ed il 1077; dopo di loro vennero gli Usfuridi ed il Regno di Hormuz. Quest’ultimo fu poi conquistato dai portoghesi, che lo sfruttarono per creare il proprio dominio nel Golfo persico, venendo poi espulsi da olandesi e britannici, che liberarono il campo per l’affermazione del clan dei Banu Khalid.

L’arrivo dei Britannici e l’inizio delle dinastie nazionali

Con il loro exploit la città di Zubarah divenne sempre più importante, tanto da accogliere un numero sempre crescente di Arabi provenienti dall’odierno Iraq (soprattutto Basra) e Kuwait. Va però detto che tale tribù vedeva come suo principale centro l’attuale Bahrain e ciò fece sì che in Qatar vi fossero soprattutto dei loro sottoposti. Ciò facilitò più che mai la penetrazione saudita-wahabita, che nel corso di qualche anno riuscì persino a conquistare il paese ed affermare il proprio dominio; naturalmente ciò attirò le ire dei paesi vicini come Impero ottomano ed Oman, i quali nel 1811 riuscirono a scacciare i Wahabiti e ristabilire il dominio dei Banu Khalid.

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Nel 1820 i Britannici stipularono il Trattato Marittimo Generale con buona parte degli stati della emirati arabi affacciati sul Golfo persico, incluso il Bahrain e, di conseguenza, il Qatar. Ciò era fondamentale per assicurare la sicurezza alle merci della Compagnia delle Indie Orientali e fu anche occasione per porre sotto il giogo britannico gran parte di queste terre; va detto tuttavia che sarà proprio sotto gli inglesi che venne definitivamente abolita la schiavitù.

La nascita del Qatar

L’arrivo del nuovo invasore non tranquillizzerà gli animi, tanto che da quel momento il Qatar inizierà più che mai a desiderare la propria indipendenza, al punto che innumerevoli rivolte scoppiarono nella penisola. Oltre a questi vi era anche un timore sempre crescente che i Saudi-wahabiti decidessero di invadere il Bahrain, cosa che avvenne nel 1851. Fra quell’anno ed il 1863 vi furono infinite schermaglie e trattati fra i due paesi, cosa che indebolì l’autorità politica degli al Khalifa, trasformando il paese in una realtà posta i due diversi domini e fomentando sempre di più il loro desiderio di essere liberi da influenze esterne.

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Nel 1867 iniziò la Guerra d’indipendenza qatariota che, per quanto nei fatti vide i qatarioti perdenti contro le forze di Bahrain ed i loro alleati emiratini, costrinse gli inglesi ad intervenire sul campo e ad imporre il Trattato Anglo-Bahreinita, nel quale so riconosceva per la prima volta l’esistenza del Qatar come realtà semi-autonoma ed al di fuori dei domini degli Al Khalifa, nominando gli Al Thani come famiglia regnante.

La parentesi ottomana

Nel 1871 gli Ottomani si espandono nella parte orientale della Penisola arabica, stabilendosi ad al Ahsa ed iniziando ad avere mire anche sul Qatar, venendo accolti subito favorevolmente dagli abitanti. La luna di miele durò però ben poco in quanto la Sublime Porta era più interessata ad accrescere il proprio dominio piuttosto che favorire i qatarioti e di conseguenza non solo non fornì loro i mezzi per riappropriarsi di una zona di confine con gli Emirati Arabi Uniti, ma iniziò a supportare i saudi-wahabiti contro l’allora sceicco del Qatar. Ciò sfociò nella Battaglia di Wajbah del 1893, conclusasi con la vittoria degli Al Thani; ciò non eliminò la sovranità ottomana sulla zona, ma le diede un colpo tanto forte da renderlo completamente indipendente nel 1913.

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Il successivo sovrano aveva forti simpatie per gli inglesi e questo lo spinse in breve tempo a far tornare il paese nel Trattato marittimo generale, trasformandolo de facto in un protettorato. Tuttavia tale accordo non era sinonimo di maggiore stabilità, in quanto l’esistenza del Qatar era ancora minacciata dai sauditi e dai bahreniti, con gli europei che si dimostravano estremamente riluttanti nell’entrare nella politica interna del paese; tutto però cambiò con la scoperta del petrolio.

La scoperta dell’oro nero

Nel 1935 l’oro nero verrà finalmente ad un periodo di rinascita che però non partì con i migliori auspici. Qualche anno dopo scoppiò infatti la Grande Depressione, cosa che fu fatale per il loro prezioso commercio di perle; inoltre, a causa della guerra, la richiesta di petrolio si abbassò sempre di più in favore di generi alimentari di prima necessità, creando infiniti problemi al paese. Come se non bastasse, nel 1948 morì l’erede designato al trono e ciò portò al comando Ali bin Abdullah al Thani che, con la ripresa del commercio petrolifero del 1949, sarà il primo a guidare il paese in questa nuova fase storica.

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Ahmad bin Ali Al Thani

Il nuovo sceicco tuttavia si rivelò particolarmente inadatto a regnare, tanto da mettere sempre più potere in mano britannica e rimanere il minor tempo possibile nel suo regno. Con le crescenti tensioni popolari ed interne alla famiglia, nel 1960 abdicò in favore del figli Ahmad bin Ali, che inizialmente non si rivelò molto migliore del padre a calmare il malcontento, portando presto il Qatar in un’atmosfera di costante tensione sociale. Dopo qualche difficoltà iniziale, grazie anche ai suggerimenti del cugino Khalifa bin Hamad, le cose si raddrizzarono e vennero effettivamente promulgate delle leggi che tutelavano anche il popolo e non solo la famiglia reale.

L’unione con gli Emirati Arabi Uniti e l’indipendenza

Nel 1968 il Regno Unito decise di ritirare le proprie forze da tutti i territori al di là del Canale di Suez e ciò generò non poca preoccupazione nei piccoli emirati del Golfo persico, che già nel febbraio di quell’anno si riunirono per provare a formare quelli che poi diventeranno gli Emirati Arabi Uniti. Inizialmente nel discorso vennero inclusi anche Qatar e Bahrain ma poi, per tutta una serie di problematiche legate, fra le altre cose, a ministeri, e capitale, gli Al Thani decisero di staccarsi e di formare nel 1971 lo stato indipendente del Qatar; sarà l’ultimo grande provvedimento di Ahmad bin Ali, che subito dopo verrà destituito poco dopo in un colpo di stato pacifico in favore del cugino Khalifa bin Hamad.

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Hamad bin Khalifa Al Thani

A differenza dei suoi predecessori, il nuovo sceicco non si focalizzò più solo sulla famiglia reale, ma iniziò anche ad avviare importanti politiche di riforma e giustizia sociale. Nel 1995 lo stesso Khalifa bin Hamad verrà a sua volta deposto con un colpo di stato pacifico dal figlio, Hamad bin Khalifa, ma stavolta il tutto non filò liscio come in passato. Il vecchio sovrano si oppose infatti alle iniziative del figlio e ciò diede vita l’anno successivo ad un contro-colpo di stato, che si risolse però con un nulla di fatto. Ancora più del padre, Hamad diede vita a pesanti riforme sociali come una maggior tutela della stampa e la promulgazione della Costituzione del Qatar.

Crisi politica e presente

Con lo scoppio delle Primavere arabe il Qatar abbandonerà il suo tradizionale ruolo di mediatore per dare supporto attivo a molte delle manifestazioni, grazie anche alla potenza di Al Jazeera, il più importante media del mondo arabo, fondato nel 1996 proprio dall’emiro del Qatar. Ciò attirerà le ire di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrain, che in tali territori nutrivano grandi interessi strategici. Nel 2013 divenne emiro il figlio di Hamad, Tamim bin Hamad, ma ciò non contribuì in alcun modo a calmare gli animi di quei paesi che, anzi, dal 2017 iniziarono una vera e propria “guerra senza sangue” con gli Al Thani.

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Tamim bin Hamad Al Thani, l’attuale emiro del Qatar

Con il benestare di Trump, dal 2017 i 3 paesi già citati, assieme ad Egitto ed altre realtà, avviarono un blocco economico, politico e fisico particolarmente ingente alla penisola qatariota, impedendogli di transitare sui loro territori, commerciare con loro ed essere in alcun modo protagonista attiva della politica del Golfo persico. Ciò causò un’ingente quantità di problemi al paese, che fu costretto sempre di più ad alleati storici come Turchia e Iran, non riuscendo però ad assorbire appieno le cause di tale decisione. Dopo un periodo estremamente teso, nel 2021 i paesi riaprono finalmente i confini ai rivali, anche se non è ancora chiaro al 100% se ciò sia frutto di un accordo collettivo o, più probabilmente, di molti accordi individuali fra i vari stati.

Il Qatar sarà il primo paese arabo ad ospitare dei mondiali, con la competizione che partirà il 20 novembre e finirà il 18 dicembre 2022.

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