Storia di Uch, la città pakistana dei santi

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La storia di Uch, una delle città più belle e particolari del Punjab e del Pakistan, nota per essere particolarmente legata a santi e sufi locali

Le parole di Ibn Battuta

“Quindi giunsi ad Uch, una grande città sul fiume Sind, ben costruita e sede di bei mercati”

Dalle origini alessandrine ai Mamelucchi

Secondo le ultime scoperte, Uch sarebbe stata fondata nel 325 a.C. da Alessandro Magno in persona, che la nominò “Alessandria sull’Indo” per via della sua posizione, vicina alla confluenza fra il fiume Chenab e l’Indo; va detto che, come buona parte delle città erette dal macedone, in realtà l’area era già abitata da tempo ed alcuni storici ritengono che lo fosse almeno dal 500 a.C. . Purtroppo dalla sua fondazione sino al 712 non si sa quasi nulla, ma probabilmente rimase un piccolo insediamento dell’odierno Punjab senza esercitare particolari ruoli, subendo così la dominazione di diverse dinastie. I primi saranno i Maurya, poi il Regno indo-greco, gli indo-parti, i Sasanidi, i Rai ed infine i Chacha; durante questo infinito arco di tempo le regioni i territori intorno alla città diventeranno enormi centri di induismo, legati soprattutto a Vishnu e Surya.

Uch

Ad ogni modo, Uch rientrerà nella Storia con la sua conquista da parte di Muhammad ibn al Qasim, generale omayyade che conquistò tutta la regione del Sindh ed alcune parti del Punjab, portando per la prima volta il mondo arabo-islamico nella regione. La città sarà poi conquistata da Mahmoud di Ghazna ed a partire dal 1094 divenne uno dei maggiori centri missionari degli sciiti nizariti ismailiti; il loro legame con il territorio sarà così forte che nascerà una corrente ibrida fra induismo e nizarismo chiamata Satpanth, che unisce dogmi del sciismo a quelli della religione indù allungandole un tocco di sufismo. Quest’ultimo non è casuale in quanto, proprio in quegli anni, Uch e la vicina Multan divennero uno dei più grandi centri al mondo per quanto riguarda l’ordine sufi dei Suhrawardi. Dopo i Ghaznavidi giungeranno qui i Ghuridi, gli ultimi prima del dominio dei Mamelucchi di Delhi.

Dai Mamelucchi ai Mughal

Tale dinastia, come l’omonima egiziana, deriva da degli schiavi turchi liberati da Mohammad di Ghur, i quali creeranno una propria potenza in India, sviluppandosi poi verso Multan ed Uch grazie all’intervento di Nasir ad-Din Qabacha. Quest’ultimo riuscirà a creare un suo sultanato che resisterà a più riprese sia al Regno di Corasmia, sia ai Ghuridi sia ai mongoli, cadendo però sotto i colpi di Iltutmish, altro sovrano mamelucco che sposterà per sempre il centro di potere indiano dal Punjab a Delhi. Dal 1245 al 1305 la città subirà continue razzie dai mongoli, cosa che porterà per breve tempo alla formazione della dinastia Tughlaq, poi spazzata via dal ritorno dei mongoli, questa volta comandati dal nipote di Tamerlano.

Uch

Dall’inizio del 15° secolo al 1540 fece parte del sultanato di Langah, sotto il quale si affermò particolarmente la confraternita sufi Qadiriyya, che divenne poi una delle maggioritarie del Punjab. Con la caduta dei Langah vi furono diversi tentativi di conquista da parte della dinastia Mughal, culminati però solo sotto il regno del grande Akbar, che la trasformò in un vero e proprio centro religioso. Proprio ad Uch nascerà nel 1680 il grande poeta sufi Bulleh Shah, considerato ancora oggi un santo sia dai mistici dell’Islam che dai Sikh.

Dallo stato di Bawalpur alla Uch moderna

Dopo un breve ma devastante attacco da parte dei Durrani, la città entrò a far parte del Regno di Bawalpur, che de facto ne mantenne il controllo sino alla nascita dell’odierno Pakistan. Inizialmente indipendenti, questa famiglia reale divenne dapprima vassallo dell’Impero Sikh e poi, a partire dal 1833, passò sotto le dipendenze del Regno Unito. L’aiuto di questo regno agli inglesi durante le prime due Guerre anglo-afghane gli assicurò la sopravvivenza come principato, tanto che, pur facendo parte del Pakistan sin dalle sue origini, sarà solo nel 1955 che il principato sarà sciolto definitivamente in favore della sua totale unione con il neonato paese.

Ush

Pur rimanendo ancora oggi una cittadina di appena 22’000 abitanti, Uch è considerata come un vero e proprio luogo di pellegrinaggio per via degli innumerevoli santuari e tombe di santi, tutte di pregevolissima fattura; non è caso è soprannominata “Uch Sharif” ovvero “la Nobile Uch”.

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