“Mo” la serie palestinese di Netflix

This article is also available in: English

“Mo” è una serie semi-autobiografica che racconta la storia di Mohamed Amer e cosa voglia dire essere un rifugiato palestinese senza documenti a Houston, in Texas.

Mo

In Texas, Mo deve giostrarsi tra due culture, tre lingue e una richiesta di asilo politico in sospeso mentre si affanna per mantenere la sua famiglia palestinese.

“Mo”, la serie di Mohamed Amer

“Mo” è una serie, semi-autobiografica, racconta la storia di Mohamed Mustafa Amer, in arte “Mo Amer”, comico americano-palestinese nato in Kuwait ma cresciuto a Houston da rifugiato, e delle sue disavventure. Nella primissima puntata verrà infatti licenziato dal proprio posto di lavoro in quanto rifugiato senza documenti e da lì inizierà una lunga epopea che lo porterà prima a vendere oggetti falsi, poi a lavorare come dj in uno strip-club ed infine a coltivare ulivi nella tenuta di un fattore texano.

Nel mentre dovrà provare a risolvere anche degli importanti problemi quali l’ottenimento dei documenti, degli accordi con gangstar ed un rapporto complesso con Maria, la sua fidanzata messicana. A contorno di tutto questo, una famiglia buona, ma molto particolare, una semi-dipendenza dal lean e la scoperta di alcune ferite che hanno tormentato il passato dei suoi genitori.

Da Ramy ai rifugiati

È inutile dire che questa serie per genesi, stile ed autori faccia subito volare la mente su “Ramy”, di cui vi ho parlato lo scorso Ramadan, i due prodotti però, pur essendo ideati dalle stesse menti (Mo Amer è uno dei personaggi principali della serie “Ramy” e Ramy Youssef stesso è uno dei due ideatori di “Mo”) non sono minimamente la stessa cosa e ruotano su tematiche fra di loro abbastanza diverse. Mentre in “Ramy” il focus principale è l’essere un musulmano americano, “Mo” racconta soprattutto cosa si prova ad essere un rifugiato palestinese senza documenti, condizione estremamente degradante e che porta ad un numero considerevole di problemi e disagi pratici.

Mo

Essere senza documenti ti lega infatti ad un luogo dal quale non puoi scappare ma che allo stesso tempo ti preclude una serie infinita di servizi, costringendoti ad arrangiarti in ogni modo possibile e trovandoti spesso a far scelte che ruotano attorno al mondo dell’illegalità. Non puoi ottenere un lavoro se non in nero, non puoi lasciare il paese per paura di diventare apolide e sei senza alcuna tutela in quanto per lo stato tecnicamente non esisti, una condizione di cui è facile parlare a distanza ma che se vissuta può facilmente trasformarsi in un inferno sulla terra. Mo, inoltre, essendo cresciuto in Texas ed avendo avuto una lunga relazione con una ragazza messicana, ci racconta anche cosa voglia dire avere origini in quel paese e vivere negli Usa, condizione che, specie dall’avvento di Trump e del suo muro, non è fra le più idilliache. A contorno di questo, ci verrà ricordato anche cos’accadde ai circa 400’000 presenti in Kuwait durante lo scoppio della Guerra del Golfo, una pagina di storia spesso dimenticata ma molto importante per comprendere la diaspora palestinese.

“Mo” è una serie che si divora nel giro di qualche ora e che vi permetterà di fare un viaggio in uno dei problemi più attuali del 21° secolo, non mancando però mai di ironia di leggerezza. Assolutamente consigliata, la trovate su Netflix Italia.

Seguimi su facebook, Spotify, YouTube e Instagram, oppure sul canale Telegram; trovi tutti i link in un unico posto: qui. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente

Lascia un commento