“Ramy”, una serie sull’Islam e le seconde generazioni

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Ramy è una serie sull’Islam e le seconde generazioni, in grado di strappare allo stesso tempo tante risate e riflessioni profonde, un capolavoro che mancava e di cui non potrete più fare a meno

Ramy

Come può un millennial musulmano trovare un proprio equilibrio tra la convinzione, data dalla fede religiosa, che ogni giorno vissuto sia come un test di moralità, e il desiderio di sperimentare tutto senza pensare alle conseguenze? Questa è la domanda a cui cerca di rispondere il giovane Ramy, che sta tentando a fatica di trovare un equilibrio tra le tradizioni di famiglia – quindi praticando l’astinenza da alcol e droghe e pregando quotidianamente – e le pulsioni tipiche di un qualunque adolescente che ha appena scoperto il sesso. Tra risate e momenti di riflessione, la serie ci concede una prospettiva inedita sulla vita di un musulmano in America.

Il capolavoro che mancava

Lo voglio dire fin da subito per essere molto chiaro: Ramy è la serie più bella che ho visto negli ultimi 10 anni, un piccolo capolavoro in grado di far riflettere e presentare davvero la realtà dell’Islam di seconda generazione, in tutta la sua bellezza e la sua difficoltà; non a caso per entrambe le stagioni ricevette una candidatura ai Golden Globes, vincendo la statuetta nel 2020. Ramy è una serie dove a prevalere è la dolcezza e la ricerca di sé stesso, in cerca di un equilibrio fra la preghiera del venerdì e la serata del venerdì. I personaggi sono esseri umani normali che ambiscono all’Assoluto ma che devono fare i conti con il mondo terreno e le sue mille tentazioni, affrontate sempre con un occhio di riguardo al Divino, sacra bussola con la quale ognuno dovrà fare i propri conti; l’Islam qui presentato, però, non è quello intransigente in stile Arabia Saudita, ma un qualcosa di estremamente intimo, che va ad impattare quasi solo sull’animo, mettendo in luce la propria coscienza al di sopra della legge. Tutti nella serie sbagliano, fanno cose “haram” ed allo stesso tempo si pentono, consci che molti dei propri difetti sono qualcosa di cronico a cui solo una costante ricerca di Dio può provare a porre un minimo di rimedio, molte volte comunque insufficiente a trasformare il tutto in “halal”.

Ramy risulta inoltre particolarmente completa perché c’è davvero ogni possibile dinamica (e problematica) del musulmano medio “di seconda generazione” come: dinamiche familiari, il sufismo, il rapporto con il paese d’origine (almeno il 30% della serie è in dialetto egiziano), con il mondo esterno alla comunità, con le droghe, ma soprattutto con il sesso e le relazioni extraconiugali, uno degli elementi principali e più ricorrenti della serie (anche se non sono presenti in alcun modo scene di nudo). Caratteristiche di punta sono poi senz’altro la bella scrittura, seconda davvero a pochissime serie tv per qualità e bellezza, e gli innumerevoli camei presenti all’interno delle varie puntate, due dei quali riguarderanno anche l’ex pornostar Mia Khalifa ed il premio Oscar Mahershala Ali, che interpreterà lo shaykh sufi di Ramy nella seconda stagione; nella 3° è stata confermata la presenza di Bella Hadid, anche se non è chiaro in che ruolo. Da segnalare anche una colonna sonora ricca tanto di tradizione, come Mohamed Abdel Wahab, quanto di novità, come Narcy. Potrei stare ore a parlarne nel dettaglio, ma sicuramente troverete maggiori dettagli nel video che farò a riguardo. Se avete deciso che è un prodotto che fa per voi, andate su Starzplay (piattaforma ospitata anche da Amazon Prime Video) o su hulu ed iniziate a gustarvela, sono molto curioso dei vostri giudizi, per me è una serie perfetta da vedere a Ramadan ed in generale era quella che tutti i musulmani ed il mondo stavano aspettando.

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