La storia del Museo d’arte del Karakalpakstan e delle sue opere

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Il Museo d’arte del Karakalpakstan è un luogo leggendario che si è dimostrato un vero bastione della cultura russa ed uzbeka quando essa fu messa a dura prova dal comunismo; tutt’oggi è secondo solo al Museo di San Pietroburgo per opere e valore

Igor Savitsky, colui che diede vita al museo

La storia del Museo d’arte del Karakalpakstan, secondo solo al Museo russo di San Pietroburgo per numero di opere di avanguardia russa, lega quasi del tutto la sua storia al proprio leggendario fondatore Igor Savitsky, uno dei veri propri eroi della storia dell’arte moderna. Quest’ultimo nacque a Kiev nel 1915 da una famiglia di studiosi ed avvocati russi, cosa che, se da un lato faciliterà il suo interesse per l’arte, dall’altro fu visto malissimo con l’arrivo del comunismo, cosa che obbligò la famiglia a recarsi a Mosca ed apparire più “proletaria” possibile. Grazie ai suoi studi, nel 1942 fu inviato in Asia centrale e poi a Samarcanda, luogo che, nonostante la guerra, colpì moltissimo il giovane Igor, ponendo le basi per un suo ritorno nel 1950 a seguito di una spedizione archeologica in Karakalpakstan. Questo viaggio si rivelerà fondamentale e segnerà il suo definitivo trasferimento in questa regione, territorio che lo compì fin da subito a livello umano e culturale, spingendolo a dipingere diversi quadri e ad accumulare quanti più artefatti locali possibili da spedire ai musei di Mosca e San Pietroburgo. Durante questo periodo riuscì anche a far sempre più pressione sul governo del Karakalpakstan per la costruzione di un vero e proprio museo d’arte, che fu aperto finalmente nel 1966 e del quale fu nominato direttore.

Musei

Oltre a partecipare a sempre più scavi archeologici in Corasmia ed ad essere lui stesso avviatore di molti di essi, la sua grande importanza fu dovuta al suo desiderio di far conoscere sempre di più i nuovi artisti russi ed uzbeki legati alla storia dell’Uzbekistan, cosa che renderà fin da subito il museo uno dei più particolari di tutta l’Unione sovietica. Spaventato dalle politiche comuniste nei confronti della cultura, però, iniziò a mettersi alla ricerca di tutte le opere di artisti russi dell’epoca, utilizzando soldi pubblici per farsi inviare da ogni angolo della Russia opere che altrimenti sarebbero andate distrutte o perse, trasformando così il suo museo di Nukus un vero e proprio bastione culturale del deserto. Quando le politiche comuniste cambieranno, Savitsky fu finalmente riconosciuto dei propri meriti, riuscendo a compiere un’esposizione delle sue innumerevoli opere persino a Mosca e con il patrocinio del Ministero della cultura sovietico. Purtroppo il suo intenso lavoro gli costò la salute e durante una di queste esposizioni fu ricoverato all’ospedale di Mosca, dove morì nel 1984; secondo i suoi voleri, tuttavia, fu seppellito a Nukus, in Karakalpakstan, città dove lasciò il cuore. Con il crollo dell’Unione sovietica nel 1991, l’incredibile valore della sua collezione venne riconosciuto anche dai critici d’arte stranieri, che lo valutano ancora oggi come uno dei migliori musei al mondo di arte russa ed uzbeka. Ad oggi il museo dovrebbe avere circa 90’000 opere e gli è stato dedicato anche il film “The Desert of Forbidden Art”, nel quale ha partecipato persino Ben Kingsley.

Alcuni artisti presenti nel museo

Igor Savitsky

Museo Karakalpakstan
Street in old Khiva

Aleksey Isupov

Museo Karakalpakstan
Tea-house. 1914-1921.

Victor Ufimtsev

Museo Karakalpakstan
To The Train 1927

Ural Tansykbayev

Museo Karakalpakstan
Crimson Autumn. 1931

Robert Falk

Museo Karakalpakstan
Suzani Background. 1943.

Mikhail Kurzin

Museo Karakalpakstan
Emigrants

Alexander Volkov

Museo Karakalpakstan
Arba. (cart) 1924

Nikolay Ulyanov

Museo Karakalpakstan
Samarkand. Evening. Ulugbek madrasah. 1943.

Galiya Abdurakhmanova

Museo Karakalpakstan
In the Yurt. 1979

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