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La storia di Samarcanda, una delle città più grandi, storiche e belle di tutta quella che fu la “Via della Seta”
Le parole di Ibn Battuta
“Mi recai dunque a Samarcanda, città fra le più belle, grandi e splendide al mondo”
Dalle origini di Samarcanda ai Göktürk
Secondo i recenti ritrovamenti archeologici, la città di Samarcanda venne fondata, assieme a Bukhara, fra il 7° e l’8° secolo a.C., tuttavia in tale area sono presenti tracce di attività umana che risalgono addirittura al Paleolitico superiore, ovvero a circa 40’000 anni fa. La prima civiltà ad imporsi fu quella sogdiana (di origine indo-iranica), che venne poi annessa all’Impero persiano da Ciro il Grande fra il 545 ed il 539 a.C. , passando poi sotto i domini di Alessandro Magno attorno al 329 a.C., che qui vi uccise anche il suo grande generale Clito. Inizialmente subì molto negativamente l’arrivo dei nuovi padroni, ma con il tempo ebbe una vera e propria rinascita, anche grazie alle nuove e raffinate tecniche di muratura ed intonacatura qui portate dagli ellenici, i cui gusti influenzarono significativamente gli artigiani locali. Tale spinta culturale continuò anche dopo la morte di Alessandro attraverso i Seleucidi, il Regno Greco-Battriano e l’Impero Kusana, iniziando poi un declino che la porterà ad esser preda di diversi imperi, senza giocare però un ruolo particolarmente significativo; tale periodo coincide anche con l’arrivo delle prime confederazioni nomadiche, destinate a divenire sempre più centrai nel corso dei secoli.

Per primo arrivò l’Impero Kidarita, seguito dall’arrivo degli Eftaliti e poi da quello dei Göktürk, il primo impero turco di sempre, alleato dei Sasanidi. Con la vittoria di quest’ultimi giunse anche il cristianesimo nestoriano, a lungo una delle prime confessioni di Samarcanda assieme al Manicheismo.
Dagli Arabi ai mongoli
Nel 710 l’esercito degli Omayyadi giunse in Asia Centrale conquistandola in brevissimo tempo e portandola così nel Dar al Islam, cosa che fece le fortune di Samarcanda, riportandola al centro della scena internazionale; non a caso, dopo la Battaglia di Talas contro la Dinastia Tang, proprio qui verrà costruita la prima cartiera di tutto il mondo islamico, grazie al quale tale tecnica penetrerà anche in Europa. Con il crollo degli Omayyadi, il controllo dell’area passò agli Abbasidi, i quali verranno qui sconfitti dalla dinastia persiana dei Samanidi, che a Samarcanda pose la propria capitale.

Nel 999 caddero anche quest’ultimi ed a dominare furono i Karakhanidi, dinastia turca che si dimostrò particolarmente sensibile nei confronti della città, abbellendola con un ospedale pubblico, una scuola di medicina e la parte più antica della necropoli di Shah-i-Zinda.
Da Tamerlano agli Uzbeki, Uluğ Bek e l’epoca d’oro
Nel 1220 arrivarono qui i mongoli di Gengis Khan, che la dominarono sino alla conquista di Tamerlano nel 1370, facendo giungere qui molti grandi artigiani cinesi. Il nuovo grande sovrano si dimostrò amante e patrono incontrastato delle arti, obbligando tutti i più grandi artisti delle città da lui conquistate a trasferirsi a Samarcanda e lì produrre i propri capolavori. Fra le meraviglie attribuibili a questo sovrano v’è ad esempio il Gur-e-Amir, il mausoleo di Tamerlano e della sua stirpe. Dal 1411 venne nominato come governatore della Transoxiana Uluğ Bek, che è ricordato ancora oggi come il più grande sovrano di questa città, in quanto proprio sotto di lui venne realizzato il Registan, la spettacolare piazza divenuta cuore pulsante di Samarcanda in cui svetta ancora oggi la madrasa del grande sovrano. Uluğ Bek era inoltre un grandissimo appassionato di appassionato di matematica ed astrologia, tanto da invitare fra le più grandi menti a corte e far costruire il proprio osservatorio astronomico, considerato ancora oggi fra i migliori di tutta la storia del mondo islamico; ciò gli permise anche di pubblicare il Zij-i Sultani, per secoli la migliore opera di astronomia al mondo.

Nel 1447 Uluğ Bek divenne il sultano dell’Impero Timuride, ma dopo appena 2 anni venne sconfitto e fatto assassinare dal figlio, Abdal Latif Mirza, cosa che porterà un grande caos nell’Impero, risolto solo dall’arrivo degli Shaybanidi, la prima grande dinastia uzbeka.
Dagli emiri ai giorni nostri
I primi uzbeki non sono infatti originari di questi luoghi, ma provengono piuttosto ad un’area corrispondente all’attuale Siberia occidentale, giungendo qui grazie ad Abu’l-Khayr Khan, che occupò dei territori posti oggi fra Russia, Kazakistan ed il nord dell’Uzbekistan, permettendo così al nipote, Muhammad Shaybani, di conquistare i territori dei Timuridi (che fuggiranno in India fondando la dinastia Mughal) e fondare il Khanato di Bukhara, che a lungo divenne il centro della Transoxiana.

A seguito dell’attacco del persiano Nader Shah, la città fu brevemente abbandonata nel 1720, passando, a partire dal 1780 sotto la dinastia di origine mongola Menghit, che, non potendo vantare origini da Gengis Khan, trasformò il Khanato di Bukhara in Emirato. Quest’ultima fu l’ultima grande dinastia asiatica a governare sui territori dell’odierno Uzbekistan, in quanto saranno solo i russi a trasformandola inizialmente nella capitale dell’Oblast di Samarcanda nel 1868, poi, con la salita al potere del comunismo, divenne prima parte della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma del Turkestan (che all’epoca includeva anche territori di Tajikistan, Kirghizistan e Turkmenistan) ed infine di quella Uzbeka. Con l’entrata in scena dell’Unione sovietica Samarcanda perse il proprio status di capitale, seguendo de facto le vicende dell’Uzbekistan. Il nome della città deriva dal Sogdiano samar (“pietra”, “roccia”) e kand (“città”, “forte”).
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