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L’ottavo dei miei racconti: la storia del gigante Anteo, sovrano delle terre di Libu
I miei racconti inediti
Quello che state per leggere è un mio racconto inedito tratto dal romanzo che ho iniziato a scrivere nell’estate del 2021. In esso una storia principale si alterna con svariati piccoli racconti (per ora da 3 a 5 per capitolo) che il protagonista narra al termine della giornata, ognuno con un suo preciso significato e “perché” all’interno della trama. A settembre del 2021 ho lanciato un sondaggio nel canale Telegram di Medio Oriente e Dintorni per capire quanti fossero interessati al progetto e, con mia grande gioia e sorpresa, vi sono stati molti voti e tutti positivi. Non volendo rivelarvi l’intera opera, ho scelto di mostrarvi solo i racconti, in modo tale da poter aver voi qualcosa di assolutamente nuovo ed inedito da leggere ed io una motivazione in più per portarlo avanti. La mia ambizione è quella di scrivere almeno un capitolo al mese e rendere così questa rubrica un appuntamento fisso, ma in ogni caso i racconti di ogni capitolo verranno caricati tutti insieme e solo ed esclusivamente se quest’ultimo è completamente terminato.
Proprio per tale motivo trovate già sul sito tutti i racconti del primo capitolo “La sabbia ed il viandante”: “Il tuareg e la voce del deserto“, “Creatura di sabbia“, “Atlante“, “L’isola che non c’è” e “Annibale“. Il racconto di oggi invece appartiene al secondo capitolo, di cui fanno parte: “La giovane tatuata”, “Ceneri di sufi” e “Anteo”.
Buona lettura!
Anteo
Secoli orsono, regnava sulle terre di Libu un sovrano gigantesco e possente, figlio della Terra e del Mare. Tronfio per le qualità ereditate dai suoi genitori, sfidava a mortale duello ogni viandante che gli si ponesse davanti, costruendo interi palazzi con i loro resti. La sua invincibilità era data dall’amore della madre, che ne illuminava ogni passo, purchè quest’ultimo rimanesse ancorato a terra.
Un giorno, giunse qui un uomo dalla pelle chiara e dall’aspetto selvaggio; aveva appena ingannato un antico re astrologo e si avviava a compiere il suo destino con le tre mele dell’Eden, quando sui suoi passi incontrò il sovrano, che puntualmente lo sfidò a duello.
Il viandante, compreso che la forza dell’avversario stava nell’abbraccio della madre, lo sollevò da terra in un abbraccio mortale, soffocandolo grazie alla sua immensa forza. Prima che quest’ultimo tirasse l’ultimo respiro, lo straniero gli disse:
“In verità sono un angelo inviato dal tuo Signore per porre fine alle tue atrocità e dare un chiaro segno alla tua stirpe. Poiché tu ti rifiutasti di volare tronfio per gli abbracci, così perisci adesso per il mio abbraccio volante; guai a chi rifiuta di evolversi borioso per i doni ricevuti dal suo Signore. Se tua madre è la Terra, tu impara a volare e diventa sabbia, così da portare lontano il suo amore ed avvicinarti al tuo Signore. Colui che trae la propria forza dall’essere incatenato alla terra, in realtà è un prigioniero in questo mondo e nell’altro; mentre colui che riesce a staccarsi da ogni vincolo e librarsi nell’aria è degno abitante dei Cieli. ”.
Una volta detto questo il viandante riprese il proprio cammino verso una nuova avventura, lasciando il corpo nelle braccia della madre terra, che nel frattempo aveva aperto le mani per dare al figlio l’ultimo ed eterno abbraccio, portandolo vicino al proprio cuore di fuoco.
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