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La lista dei 7 migliori libri letti quest’anno
I miei migliori libri
Come ogni anno, con dicembre arriva il momento di tirar le somme riguardo alle letture fatte nel corso dell’anno, di modo da dare anche a voi lettori degli strumenti e dei consigli utili per gli acquisti; come ogni anno, però, è necessario fare delle premesse di modo da comprendere al meglio tali liste. Innanzitutto bisogna specificare che queste liste (poesia, sorprese e “I magnifici 7”) seguono principalmente il mio gusto personale, ma questo non vuol dire che un libro qui presente sia necessariamente “più bello in assoluto” di uno che non c’è, ma è qualcosa di estremamente soggettivo e personale. La seconda cosa molto importante da dire è che fra tali titoli non sono in grado di preferenza, l’ordine è dovuto esclusivamente al momento in cui il dato libro è stato letto.

Se siete curiosi di scoprire le tante menzioni d’onore e/o degli altri testi che, per quanto belli, non sono riusciti a finire in questa lista, vi invito a vedere il video o ad ascoltare il podcast che uscirà il 29 novembre alle 07.30. Sotto ogni testo “premiato” troverete come sempre una (spesso breve) motivazione alla base del mio giudizio che si basa comunque soprattutto sul mio gusto. Buona lettura e buoni stimoli, se avete un libro che vi ha incantato particolarmente quest’anno, non esitate consigliarlo, se riesco porterò il vostro suggerimento nella prossima live.
“Al di là della montagna” di Yaşar Kemal (Turchia)
Il primo libro della trilogia Al di là della montagna, apparso nel 1960 e tradotto in oltre quindici paesi, introduce il lettore nel mondo reale e mitico ad un tempo delle genti seminomadi del Tauro. La quotidiana lotta per la sopravvivenza ed il potente immaginario popolare si fondono nelle vicende minime eppure eroiche delle “bocche nere” e delle “teste rosse”. La guerra e la povertà, i lavoro nei campi e l’amore, la fede e la paura della morte, la poesia dei cantori girovaghi ed il desiderio di fugo dalla realtà di un popolo da secoli avvezzo a lottare contro una natura selvaggia ed inospitale assumono il rilevo di un’epopea leggendaria. Con uno stile di scrittura scarno, efficace e di straordinaria bellezza Yaşar Kemal narra l’avventuroso viaggio verso le piantagioni di Ali e della sua famiglia fra coraggio e disperazione.

Ad esser pignoli questo l’ho letto a fine 2020, ma la lista del 2020 era già stata compilata e questo libro andava assolutamente inserito in una lista del genere. Yaşar Kemal è uno dei maestri della letteratura turca moderna e qui lo si vede in tutta la sua potenza e passione grazie ad una storia quasi banale ma resa unica dal suo stile. In “Al di là della montagna” entriamo in contatto con la vera Turchia rurale, un mondo diverso ed incredibile che fa da contraltare allo stile di vita moderno e sviluppato di megalopoli come Istanbul. Qui si respira una natura selvaggia e vera quanto pericolosa, la fatica ed il dolore misto all’orgoglio ed ai ferrei ed inscalfibili principi contadini, il tutto in un paese che solo allora cominciava a scoprire gli aerei, le auto e persino la politica. Un meraviglioso romanzo incredibilmente adatto a chiunque voglia iniziare a scoprire la grande letteratura turca del ‘900.
“Sovietistan” di Erika Fatland (Norvegia)
Con il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, le cinque repubbliche dell’Asia centrale fino ad allora controllate da Mosca ottengono l’indipendenza. Nel corso di settant’anni di regime sovietico, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, i paesi che, dalle catene montuose più alte del mondo al deserto, segnavano un tempo la rotta della Via della Seta, sono in qualche modo passati direttamente dal Medioevo al ventesimo secolo. E dopo venticinque anni di autonomia, tutte e cinque le nazioni sono ancora alla ricerca della loro identità, strette fra est e ovest e fra vecchio e nuovo, al centro dell’Asia, circondate da grandi potenze come la Russia e la Cina, o da vicini irrequieti come l’Iran e l’Afghanistan. A unirle sono i contrasti: decenni di dominio sovietico convivono con le amministrazioni locali, la ricchezza esorbitante data da gas e petrolio con la povertà più estrema, il culto della personalità con usanze arcaiche ancora vitali. E mentre le steppe si riempiono di edifici ultramoderni e ville sfarzose abitate dai nuovi despoti, continuano a sopravvivere la passione per i tappeti e i bazar, l’amore per i cavalli e i cammelli, e innumerevoli tradizioni che rendono una visita alla regione e ai suoi abitanti indimenticabile.

Capolavoro. “Sovietistan” è il libro che dovete prendere se non sapete nulla di Asia centrale e volete riuscire ad avere un quadro il più completo possibile nel minor tempo possibile. Il libro è una miniera di spunti straordinaria e vi permetterà di mettervi a contatto con queste 5 realtà in maniera leggera ed a tratti spensierata senza però rinunciare ad informazioni scomode ed oneste riguardo a ciò che lì avviene. Il suo unico limite è il fatto di essere comunque legato ad un momento storico, ma se proprio non riuscite a leggere un saggio o non sapete identifircarne uno efficace e che tratti di tutti e 5 i paesi (Turkmenistan, Kazakistan, Tajikistan, Kirghizistan ed Uzbekistan) questo è senza alcun ombra di dubbio la miglior soluzione per distacco.
“L’epistola di Hayy ibn Yaqzan” di Ibn Tufayl (Andalusia)
Espressione tra le maggiori della cultura arabo-ispanica nel suo momento più felice (l’autore fu tra l’altro amico di Averroè), questo celebre romanzo filosofico – la storia d’un fanciullo che cresce solo in un’isola deserta e si viene elevando per forza propria alla contemplazione dei più alti princìpi metafisici – appare per la prima volta in versione italiana. Esso però non è una novità per l’Occidente cristiano: già caro, non a caso, a Pico della Mirandola che ne curò la prima traduzione latina, venne tradotto di nuovo nel Seicento con il titolo Philosophus autodidactus, in tempo, probabilmente, per influenzare l’ideazione del Robinson Crusoe e per diventare un punto di riferimento per la cultura illuministica fin forse all’Emile di Rousseau.

Se c’è un libro “non per tutti” in questa lista è sicuramente questo, la sua straordinaria bellezza, profondità e finezza, però, mi spingono ad inserirlo ugualmente in questa lista, poiché una sua assenza sarebbe davvero criminale. Il libro è una storia semplice ma dall’anima quanto filosofica quanto mistica che, attraverso una serie di raffinati e mai banali ragionamenti ci permetterà di scoprire come viene elaborato il concetto del divino nella mente di un uomo nato e cresciuto nell’assoluta solitudine; straordinario.
“Una famiglia turca” di İrfan Orga (Turchia)
Autobiografia che va dal 1913 al 1940, il libro ripercorre la vita familiare e sociale di una famiglia dell’alta borghesia che con la Grande Guerra e la caduta dell’impero Ottomano perde i privilegi economici e sociali della propria posizione sino a ridursi in uno stato di estrema povertà, e sino alla sua faticosa risalita verso un accettabile tenore di vita. Protagonisti di questo racconto, oltre alla famiglia dello scrittore, sono la stessa Istanbul e tutta la variegata società di notabili, piccoli borghesi e popolani che la abitano, così che il libro presenta vari piani di lettura che vanno dalla vicenda privata del protagonista – con pagine sull’infanzia che sono tra le più belle della letteratura del Novecento – alla cultura e ai costumi di un paese che è sempre stato un ponte tra Oriente e Occidente in un periodo cruciale della sua storia: dalla caduta del Sultano e dell’impero Ottomano alla rivoluzione di Kemal Atatürk.

L’epopea familiare turca per eccellenza, Irfan Orga qui ci mostra il proprio diario e così facendo ci apre un universo e sulle sofferenze passate dai civili istanbulioti e turchi durante la I guerra mondiale, il tutto in una cornice dalla bellezza unica e che porta con sé gli ultimi frammenti dello straordinario passato ottomano. Un libro tanto raffinato e bello da apparire a tratti come poesia in prosa, senza però mai dimenticare la fermezza e la caparbietà di uno dei popoli più straordinari che la storia abbia mai visto. Se siete interessati a leggere altro di Irfan Orga, vi consiglio di leggere anche “Un viaggio in Turchia” che però, con tutto l’amore del mondo per quel testo, è certamente un gradino sotto a quest’autentica perla.
“Il ponte sulla Drina” di Ivo Andrić (Jugoslavia)
Alla confluenza di due mondi quello cristiano e quello musulmano sorge Višegrad, in Bosnia, da sempre città di incontro fra diverse razze, religioni e culture. Ed è qui che nel Cinquecento il visir Mehmed-pascià fece erigere un ponte, diventato un simbolo dell’oppressione perché costruito grazie alla fatica e ai sacrifici di molti cristiani, ma anche una testimonianza della fusione di due diversi mondi. Il ponte è il centro del romanzo di Andrić: un grande affresco che va dal Cinquecento alla Prima guerra mondiale e che ha per sfondo una Bosnia romantica, con le sue complesse vicende storiche ma anche con i drammi quotidiani degli uomini che vi abitano. Andrić si conferma interprete e commosso cantore di questa terra tormentata.

Prima parlavo di epopea familiare, in questo caso si potrebbe facilmente dire “cittadina” o addirittura “nazionale”. Nel suo capolavoro, il premio Nobel Ivo Andrić ci racconterà la storia della sua città (e de facto di gran parte dei territori della ex-Jugoslavia) attraverso la vita del ponte sulla Drina posto a Višegrad, elemento che, da quando uscì questo romanzo, divenne addirittura qualcosa di mitico e leggendario. Tutti i suoi personaggi e le sue storie sono interessanti e ben scritte e tutte insieme ci narrano le vicende della Bosnia, territorio che ha fatto sempre dell’eterogeneità uno dei suoi punti di forza nonostante le mille sciagure subite. Ho già detto capolavoro per Sovietistan, ma come si fa a non gridare al capolavoro davanti a questo libro?
“Il rione dei ragazzi” di Naguib Mahfuz (Egitto)
Il rione dei ragazzi è una metafora singolarmente permeata di realismo, in cui la rappresentazione spesso cruda di ambienti e situazioni assurge a simbolo del mondo, dell’umanità. I “ragazzi”, i figli di Ghabàlawi, sono i protagonisti di un itinerario esistenziale che ripercuote le tappe della rivelazione coranica da Adamo a Mosè, da Gesù a Muhammad, fino alla crisi attuale di valori, rappresentata dalla figura dello scienziato moderno, figlio della teoria della “morte di Dio”. Lo stile di Mahfuz, “… ricco di sfumature, ora realistico per chiarezza di vedute, ora evocativamente ambiguo” (dalla motivazione del premio Nobel), si ripropone in tutta evidenza in questo romanzo fondamentale nella vasta produzione di uno scrittore che ama rifarsi alla tradizione orale dei narratori popolari del Cairo, ma che ha presenti anche gli esiti più aggiornati della narrativa mondiale.

Una delle opere più importanti e celebrate di tutta la produzione artistica di Naguib Mahfuz, ad oggi unico premio Nobel arabo della storia della letteratura. In questo romanzo il grande scrittore egiziano ci farà rivivere la storia del monoteismo attraverso alcune delle sue figure più importanti, ambientando tutto, però, in un Egitto che a tratti pare persino contemporaneo. Un testo che è, è stato e sarà modello preziosissimo per tutti coloro che, partendo da una storia nota e conosciuta ai più, desiderano creare la “loro versione”. L’umanità di diversi personaggi mette addirittura i brividi da quanto è viva, concreta e reale.
“I Turchi alla scoperta dell’America” di Jorge Amado (Brasile)
In verità l’America, ci suggerisce Jorge Amado in questo sorridente romanzo breve, non è stata scoperta da Cristoforo Colombo. E neppure dai vichinghi. Nella realtà, nell’esperienza quotidiana, il Nuovo Mondo è stato scoperto dai milioni di emigranti approdati in quei lidi lontani: molto spesso in cerca di felicità, per dar corpo alle loro speranze, per sfuggire a un vecchio mondo diventato troppo stretto. Così eccoli, Jamil Bichara e Raduan Murad, due turchi che non sono affatto turchi, approdare agli albori di questo secolo alla Bahia di Tutti i Santi.

In un anno caratterizzato dalla scoperta dei rapporti fra Sud America e mondo arabo questo libro non poteva proprio mancare. Anche se a livello di trama e di ricchezza è forse un filo indietro gli altri testi qui citati, “I Turchi alla scoperta dell’America” di Jorge Amado è senza alcun ombra di dubbio il testo che meglio racconta l’inizio dell’epopea Araba in Brasile, momento storico estremamente significativo e decisivo per molti aspetti dell’economia e politica di tutto il Sud America; il tutto reso magnificamente dalla straordinaria penna di Amado, in grado di farci immergere appieno nel “nuovo continente” senza però per questo venire meno ad un’incredibile attenzione verso “l’arabicità” dei protagonisti.
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