Religioni del Libano: i Melkiti

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I melkiti sono la 2a confessione cattolica del Libano, con una storia che affonda le sue origini negli albori della cristianità

Melkiti

La Chiesa melkita vede le sue primissimi origini nel Concilio di Calcedonia del 451, momento in cui per la prima volta si separò dalla Chiesa siriaca di Antiochia. Durante tale concilio, infatti, si dibatté a lungo riguardo al Monofisismo, teoria ideata dall’archimandrita (il superiore di un monastero nelle chiese orientali) Eutiche secondo cui la natura umana di Cristo veniva completamente assorbita da quella divina, facendo quindi sì che in lui fosse presente solo quella divina. Al termine di tale riunione il Monofisismo ebbe la peggio e si stabilì al contrario la natura Diofisita di Gesù (in lui sono presenti sia la natura divina che umana), dando così la nascita al rito bizantino, che però subì delle resistenze soprattutto in Siria ed in Egitto. In queste due province, infatti, il monofisismo rimase una delle dottrine maggioritarie evolvendosi nel Miafisismo (la natura divina ed umana sono fuse in una sola perfettamente in equilibrio) e proprio durante tale scontro nacquero i melkiti, il cui nome deriva da una parola araba e siriaca che vuol dire “re”, riferendosi alla loro scelta di adottare il rito dell’imperatore bizantino a differenza della Chiesa ortodossa siriaca.

Melkiti

Nella prima metà del 18° secolo comparì sulla scena pubblica Kyrillos VI Tanas, personaggio che formerà i melkiti come li conosciamo oggi. All’epoca, infatti, con “melkiti” si intendevano tutti i cristiani di Siria, Libano e Palestina che seguivano il rito bizantino, ma questo a prescindere dal fatto che essi si ritenessero cattolici o meno; sarà proprio Cirillo a fornirgli la connotazione “cattolica”. Una volta eletto a Patriarca di Antiochia, si impegnò fin da subito a riconoscere l’autorità papale, mantenendo però il rito bizantino; ciò portò una frattura pesantissima all’interno della Chiesa d’Antiochia, che da allora si divise fra Greco-ortodossi, contrari all’autorità papale, e melkiti. Da segnalare che quest’ultimi sono quindi una Chiesa sui iuris e che utilizzano come lingua liturgica, assieme al greco, anche l’arabo, cosa che li rende diversi da tutti i cristiani. Anche per tali particolarità, nel 19° secolo il rapporto con Roma fu particolarmente tormentato, tanto che solo con l’enciclica Orientalium dignitas di papa Leone XIII le due chiese poterono mettere da parte qualsivoglia divergenza e camminare serenamente assieme. A partire dal Massacro di Damasco del 1860, il culto melkita si è diffuso anche al di fuori del “Medio Oriente”, andando a toccare anche Australia ed Americhe. In Libano rappresentano la seconda confessione cattolica dopo i maroniti e la terza cristiana in assoluto dopo i greco-ortodossi; secondo il Patto nazionale a loro spettano 8 posti all’interno del parlamento. Fra i più celebri melkiti vanno assolutamente citati: Amin Maalouf, Wael Kfoury ed Omar Sharif che nacque proprio da una famiglia melkita di origine siriana e libanese.

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