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La storia di Majar, città leggendaria alle origini dei Magiari, da secoli ridotta in rovine
Le parole di Ibn Battuta
“Quindi partii per la grande città di al-Majar, una delle più belle dei turchi, che sorge in riva ad un grande fiume e possiede giardini ricchi di frutta.”
Majar, l’antica patria dei Magiari
Come nel caso di Kilwa e Bolgar, parlare di Majar vuol dire raccontare una città che, per quanto ricca e splendente una volta in vita, è ormai disabitata da secoli e la cui storia si fonde fra realtà e leggenda; proprio per questo è tanto interessante raccontarla. In questo caso specifico, il mito si lega fin dalla fondazione, che sarebbe legata ai Magiari, gli odierni ungheresi; quest’ultimi discendono infatti dall’unione di più popolazioni, alcune delle quali troverebbero le loro origini in delle popolazioni nomadi stanziatesi fra gli Urali ed il Mare di Azov. Secondo il Gesta Hungarorum di Simone di Keza, proprio vicino a questo mare vivevano due fratelli, Hunor e Majar, i quali, una volta recatisi a caccia, incontrarono le due figlie di Dula, un grande principe Alano; Hunor sposerà la prima e diverrà il capostipite degli Unni, mentre Majar si accaserà con la seconda, dando così vita ai Magiari.

Al di là delle leggende, il suo periodo d’oro andrà dal XIII al XIV secolo, epoca nella quale raggiunse il massimo splendore attirando ricchezze e genti da ogni angolo del mondo, tanto da essere citata in tutti i più grandi trattati dell’epoca e divenire anche, per breve tempo, sede ufficiale del Khan dell’Orda d’oro. Con l’arrivo degli sconvolgimenti interni a tale Orda, divenne, secondo il mito, anche uno dei luoghi più iconici all’interno della Storia russa; pare infatti che proprio da qui sia partito Mamai, il capo mongolo che venne sconfitto nella Battaglia di Kulikovo, nella quale la leggenda del principe Dmitrij Ivanovich di Mosca, considerato addirittura santo dalla Chiesa ortodossa russa. Come per Azov, però, sarà l’esercito di Tamerlano a dare il colpo definitivo, tanto che dopo il passaggio del suo esercito la città iniziò rapidamente a perdere d’importanza, tanto da passare sotto i domini di Astrakchan ed eclissarsi definitivamente quando nel 1556 giunse qui un reggimento di Cosacchi. Nel corso dei secoli il sito è divenuto un luogo quasi sacro per gli abitanti musulmani della zona, che qui si recano per ricordare le proprie origini e la loro antica grandezza.
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