This article is also available in:
English
Il secondo dei miei racconti: la storia di una giovane nata femmina, costretta dal padre a diventare uomo e da Dio in sabbia
I miei racconti inediti
Quello che state per leggere è un mio racconto inedito tratto dal romanzo che ho iniziato a scrivere nell’estate del 2021. In esso una storia principale si alterna con svariati piccoli racconti (per ora da 3 a 5 per capitolo) che il protagonista narra al termine della giornata, ognuno con un suo preciso significato e “perché” all’interno della trama. A settembre del 2021 ho lanciato un sondaggio nel canale Telegram di Medio Oriente e Dintorni per capire quanti fossero interessati al progetto e, con mia grande gioia e sorpresa, vi sono stati molti voti e tutti positivi. Non volendo rivelarvi l’intera opera, ho scelto di mostrarvi solo i racconti, in modo tale da poter aver voi qualcosa di assolutamente nuovo ed inedito da leggere ed io una motivazione in più per portarlo avanti. La mia ambizione è quella di scrivere almeno un capitolo al mese e rendere così questa rubrica un appuntamento fisso, ma in ogni caso i racconti di ogni capitolo verranno caricati tutti insieme e solo ed esclusivamente se quest’ultimo è completamente terminato.
Proprio per tale motivo trovate già sul sito tutti i racconti del primo capitolo “La sabbia ed il viandante”: “Il tuareg e la voce del deserto”, “Creatura di sabbia“, “Atlante“, “L’isola che non c’è” e “Annibale“; e del secondo, di cui fanno parte: “La giovane tatuata”, “Ceneri di sufi” e “Anteo”.
Buona lettura!
Creatura di sabbia
Un giorno nella città di Sef nacque, dopo ben 7 sorelle, Mohamed Ahmed. Nacque femmina ma, per volontà del padre di non disperdere il patrimonio, crescerà maschio a dispetto del proprio corpo, dando vita ad una storia senza pari. Una volta fattasi grande, per fortificare la menzogna paterna, fu costretta a sposare una giovane fanciulla chiamata Nur e fu proprio quest’ultima ad illuminare la sorte di Mohamed. La giovane sposa, infatti, era davvero innamorata del proprio marito, non desiderando altro che passare le proprie notti in sua compagnia ardendo d’amore ad ogni respiro. Proprio per questo, fu grande la sua sorpresa nello scoprire la menzogna dietro il suo aspetto, cosa che però non incise minimamente sulla passione da lei provata, portandola piuttosto ad assaporare sensazioni che il suo corpo mai prima d’allora aveva immaginato.
Inizialmente le due donne godettero al meglio della propria condizione, con Mohamed che al mattino si aggirava per la kasbah coperto d’abiti, spogliando ogni sera anima e corpo davanti all’amata. Ad un certo punto, però, il padre di Mohamed morì e quest’ultimo fu costretto ad occuparsi dei suoi affari, toccando così il delicato equilibrio fra le due anime e le due forme. Inizialmente le due amanti riuscirono ad adeguarsi alle difficoltà, ma poi, con il passare dei mesi, Nur soffrì sempre di più la mancanza dell’amata, cadendo senza forze in una fatale depressione.
Senza il suo grande fuoco d’amore e spirito, Mohamed perse completamente il senno, iniziando a rifugiarsi sempre più spesso nell’alcool, unico spirito in grado di riscaldarlo e ravvivare il proprio cuore. Un giorno, al culmine di una bevuta particolarmente intensa, la giovane uscì dalla taverna e si strappò in piazza ogni sua veste, rendendo palese al mondo la menzogna che aveva riempito ogni parte della propria vita. Ancora nell’impeto della follia d’Amore, prese il proprio nero destriero e galoppò lontano da quella città che tanti mali e sventure le aveva portato, addentrandosi sempre di più nel deserto. Dopo aver galoppato per diverse miglia, trovò una piccola oasi con delle palme ed una piccola sorgente, nella quale fece il bagno più lungo della sua vita. Una volta terminata l’abluzione, si accorse che vicino a lei vi erano dei resti di un accampamento beduino e, cercando fra quest’ultimi, trovò uno splendido caftano bianco da sposa ed una torcia. Indossato l’abito ed accesa la fiamma, Mohamed finalmente si sfogò.
Urlò e pianse a lungo nel deserto il suo destino: costretta ad esser bugia dal padre e, con la di lui morte, a veder spegnersi l’unica fiamma in grado di mostrarle la luce nell’oscurità. Le sue lacrime commossero Dio, il quale la illuminò d’un fuoco accecante che nel giro di pochi istanti trasformò la sua carne in sabbia, dandole così la libertà di scegliere di volta in volta il proprio aspetto ed affidandole il compito di guidare sulla Via grazie alla torcia ed al suo bianco caftano.
Seguimi su facebook, Spotify, YouTube e Instagram, oppure sul canale Telegram; trovi tutti i link in un unico posto: qui. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente