Bibliografia di Rumi

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Una sintesi delle principali opere di Rumi pubblicate in italiano e delle loro differenze

5 opere

Il lavoro del grande maestro di Konya può essere sostanzialmente diviso in due parti: poesia e prosa. La categoria più celebre associata a Rumi è sicuramente la prima, grazie alla strabiliante profondità e bellezza del suo Masnavi e del suo Divan-e Shams-e Tabrizi, opera che compose dopo la dipartita del suo amato Shams Tabrizi, uomo che lo aiutò a giungere all’illuminazione.

Rumi

I testi in prosa sono invece: il “Fihi ma Fihi”, una lista di 71 discorsi e letture che Mawlana fece ai propri discepoli, il “Majāles-e Sab’a”, 7 letture e sermoni sul Corano con annesse citazioni di Sana’i ed Attar, ed infine “Makatib”, una serie di lettere che il grande maestro inviò tanto ai propri discepoli quanto a figure pubbliche.

In italiano?

In italiano è disponibile la traduzione integrale del suo Masnavi, a cura di Gabriele Mandel Khan ed edito da Bompiani, ed del suo “Fihi Ma Fihi”, tradotto da Raul Schenardi per la casa editrice Luni Editrice sotto il nome di “Il libro delle profondità interiori”. Tale opera è stata tradotta anche da Sergio Foti per la casa editrice Libreria Editrice Psiche sotto il nome di “L’essenza del reale”; tale editore ha poi fatto tradurre a Gianpaolo Fiorentini il Divan-e Shams-e Tabrizi, ma non è chiaro se sia o meno una traduzione integrale o un’antologia.

Masnavi

Fra le antologie più belle e celebri va assolutamente citata quella del Divan a cura del grande Alessandro Bausani e pubblicata in Italia da BUR sotto il nome di “Poesie mistiche”. Altre antologie degne di nota (ma che non citano all’esterno da quale opera traggono i loro brani) sono: “L’amore è uno straniero”, a cura di Gianpaolo Fiorentini ed edito dalla casa editrice Astrolabio-Ubaldini Editore, e “Settecento sipari del cuore”, a cura di Stefano Pellò ed edito da Ponte alle Grazie.

Masnavi e Divan in brevissimo

Vista l’importanza e la centralità del Masnavi e del Divan nella produzione poetica ed artistica di Rumi, è assolutamente fornire qualche dettaglio, seppur minimo, riguardo queste due opere, entrambe sublimi ma molto diverse fra loro. Il primo è un poema lungo a rime baciate che comprende più di 26’000 versi doppi divisi in 6 diversi volumi di varia grandezza. Al suo interno non v’è una singola storia, ma innumerevoli, alle quale poi vengono uniti costantemente pensieri e riflessioni del Grande maestro, creando così un continuum fra racconto e meditazione. Attenzione però: non sempre i collegamenti fra storia e riflessione sono così immediati, la particolarità di quest’autore è proprio quella di partire da una pozzanghera per raggiungere le più grandi profondità di psiche e spirito.

Rumi

Il Divan, invece, conta più di 40’000 versi, ma in questo caso sono perlopiù ghazal, forma poetica legata soprattutto a tematiche amorose che, non a caso, ritornano a più riprese all’interno di tutta l’immensa opera. Non a caso, mentre il Masnavi venne scritto sotto la spinta di uno dei suoi più grandi seguaci, questo testo venne elaborato poco dopo la morte dell’amato Shams-e Tabrizi, figura che formò un legame estremamente particolare con Rumi, tanto da spingerlo in questa sublime impresa.

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