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“La settima sigaretta” di Dunia Kamal è un romanzo in grado di riportare il lettore nella piazza Tahrir del 2011 e farlo viaggiare nell’evoluzione sentimentale di Nadia, la protagonista
“La settima sigaretta”
La trentenne Nadia riflette sulla propria infanzia e adolescenza in un momento molto particolare della sua vita e del suo Paese, un periodo storico alquanto instabile ed incerto. Attraverso i ricordi della protagonista l’autrice ci accompagna pian piano nella quotidianità del piccolo mondo di Nadia: dalle ore trascorse a cucinare assieme alla nonna quando era una bambina, per arrivare agli uomini che ha amato e perso, fino alla relazione con il padre e la madre assente, ed alla cauta partecipazione alla rivoluzione egiziana. In una narrazione dai toni intimi e intervallata dalla cronaca della partecipazione di Nadia ai 18 giorni di Tahrir, l’autrice riesce a focalizzare la provenienza e il background dei giovani che hanno fatto la rivoluzione del 2011, portando il lettore a vivere insieme a loro le grandi speranze che li hanno guidati, la tragica frustrazione che li ha colpiti e la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto, da terminare.
Educazione sentimentale e Rivoluzione
Il libro racconta la storia di Nadia e della Rivoluzione di piazza Tahrir, andando continuamente ad alternare l’adrenalina rivoluzionaria ad un intimo viaggio nei ricordi della protagonista, andando de facto ad esplorare il suo rapporto con l’altro sesso. Detto così può sembrare qualcosa di “ammiccante”, ma il testo è decisamente più profondo ed intimo, andando inoltre a toccare ogni sfera sentimentale, inclusa quella paterna. Il romanzo infatti racconta l’evoluzione del rapporto di Nadia con tutto il genere maschile, partendo da un fidanzato immaturo, passando poi ad un’amante fin troppo maturo e terminando con il padre.

Per motivi che non posso dirvi, il rapporto fra quest’ultimo e la Rivoluzione assumerà connotati invisibili ma decisivi per l’evoluzione della protagonista che, proprio durante le fasi più concitate di Tahrir, giungerà, in un certo senso alla propria “illuminazione personale”.
Come stare in piazza
Tutto il romanzo è scritto molto bene, ma, personalmente, la parte che ho più apprezzato è stata quella relativa alla Rivoluzione in sé, qui descritta magistralmente; mentre si legge “La settima sigaretta” si ha infatti l’impressione di trovarsi proprio in piazza assieme a coloro che fecero davvero un miracolo. Il ritmo è frenetico e costante, trasportando tutta l’adrenalina e l’incertezza di quei momenti nelle pagine del testo, dando così uno squarcio di quel momento storico dall’interno.

Davvero interessanti tutti gli “aneddoti di piazza”, in quanto, non solo mostrano più che mai l’incredibile umanità del popolo egiziano, ma in più danno un tocco di autenticità davvero raro e che nobilita tutto il racconto. Quando parla di Rivoluzione Dunia Kamal riesce davvero a riportare a Tahrir il lettore, facendogli assaporare tutta la fatica, lo sforzo e la grandezza di quei giorni, vissuti perlopiù da uomini e donne “normali” che hanno saputo credere in un sogno.
Nella mente di una giovane rivoluzionaria egiziana
Il testo si rivela più interessante che mai se ci si vuole immergere appieno nella piazza Tahrir del 2011, qui descritta in modo pressoché perfetto ed incredibilmente avvincente; ma non è solo questo. All’interno di “La settima sigaretta” trovate la storia di Nadia e della sua crescita personale, che troverà il suo punto di svolta proprio nei giorni tanto concitati della Rivoluzione.

Il ritmo è davvero frenetico, alternando continuamente le due storie, che verranno riunite solo alla fine da un’incredibile imprevisto. A mio gusto, poteva essere dosato un po’ meglio lo stacco fra i due racconti, ma il romanzo è comunque uno dei più interessanti per quanto riguarda la Rivoluzione di piazza Tahrir.
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