“Un viaggio in Turchia” di İrfan Orga

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“Un viaggio in Turchia” di İrfan Orga è un testo unico nel suo genere, in grado di farci assaporare al meglio l’Anatolia, inclusi gli Yoruk, i turchi nomadi che ne popolano gli angoli più impervi

Un viaggio in Turchia

“Un viaggio in Turchia” ci presenta un paese più profondo, tradizionale e arretrato, analizzato nelle sue componenti più varie, dalla relativa modernità di Izmir alla vita ancestrale della popolazione nomade Yuruk dell’Anatolia, e al mondo contadino e tradizionalista della provincia, colto nel momento della trasformazione democratica e occidentalizzante di Kemal Ataturk. Con questo libro Irfan Orga entra nel novero dei viaggiatori veri, degli scrittori cioè capaci di cogliere l’essenza di un paese e di una cultura dall’interno, animando i loro libri non solo di osservazioni illuminanti ma anche di personaggi indimenticabili come il proprietario terriero Hikmet Bey, l’oba bey capotribù Yuruk, la guida Cemal, le donne ancora considerate proprietà dei mariti o dei padri, e gli innumerevoli borghesi e contadini che Orga mette in scena in un’opera che si legge come un romanzo e che apre uno scorcio indimenticabile su un paese e una cultura oggi al centro dell’attenzione mondiale.

Da Izmir agli Yoruk

“Un viaggio in Turchia” è il secondo testo pubblicato in Italia (sempre da Passigli editore) e de facto va a bilanciare la storia di Istanbul, raccontata nel suo “Una famiglia turca”, capolavoro della letteratura turca contemporanea. Il testo di oggi non arriva a quella qualità sublime, ma è senza alcun ombra di dubbio un magnifico affresco dell’Anatolia post-Atatürk, dando informazioni estremamente precise e rare riguardo agli Yoruk, popolazione nomade turca che vive nell’entroterra anatolico.

İzmir

Nello specifico, il viaggio di İrfan Orga comincerà ad Izmir, l’antica Smirne, in quel momento più che mai presa da una vera e propria rivoluzione urbanistica che, se da un lato la porterà a diventare la 3° città più grande della Turchia, dall’altro ne sacrificherà la storia. Da lì deciderà di spostarsi in treno alla volta di Konya, città nella quale faremo conoscenza di Hikmet Bey, generale turco ormai ritiratosi nelle campagne a fare il possidente terriero. Durante alcune gite nella campagna anatolica, İrfan verrà a contatto con gli Yoruk, portando Hikmet Bey ad organizzare una vera e propria spedizione sul Karadağ, la montagna nera. Non senza difficoltà, il gruppo entrerà effettivamente in contatto con gli Yoruk, trascorrendo con loro ben 3 settimane, nelle quali avranno occasione di esplorare al meglio molti dettaglio della loro vita e delle loro usanze.

Yoruk, i nomadi dell’Anatolia

A mio gusto, quest’ultima è sicuramente la parte più originale, profonda ed interessante del romanzo, in grado di divertire, intrigare ed allo stesso tempo dare informazioni davvero precise e rare su questa affascinante popolazione, de facto semi sconosciuta al di fuori della Turchia e del mondo turco. Secondo Orga, quest’ultimi sarebbero i diretti discendenti dei nomadi giunti fin qui dalle steppe dell’Asia centrale, tanto da mantenere uno stile di vita pressoché invariato sin da quella lontana epoca. La vita degli Yoruk si basa infatti principalmente sulla pastorizia e sulla libertà, elementi fondanti del loro popolo ed ancora oggi custoditi gelosamente. Naturalmente il poter essere liberi da ogni cosa ha il suo costo in termini di comodità, ma ciò non turba minimamente gli Yoruk, che affrontano le asperità con un eterno sorriso e rimedi “pittoreschi”.

Un viaggio in Turchia
Yoruk

L’isolamento più totale, rotto solo da annuali raduni e commerci nelle grandi città, li ha spinti ancor di più a rinunciare a scienza e medicina moderna, tanto che preferire metodi più antichi di origine tribale. Le loro cure si basano infatti su piante, rituali e versetti del Corano, riportando costantemente in vita le loro origini ancestrali; sempre a tal proposito, fra di loro sono ancora oggi presenti gli sciamani, rappresentazione vivente del primissimo Islam praticato dai popoli turchi. A tali elementi “magici” va poi unita l’epica rurale insita in loro, che li porta costantemente a vivere e raccontare avventure di amori maledetti e rivalità fra clan degenerate in tragedie.

Alla scoperta dell’Anatolia rurale

Il libro si presenta quindi come un validissimo strumento per conoscere la campagna turca anche e soprattutto dal punto di vista cittadino, cosa che, ad esempio, in Yashar Kemal volutamente manca ma che qui avvicina ancor di più il lettore inesperto a queste realtà, aiutandolo anche con la varietà di città visitate.

Un viaggio in Turchia

Il lungo e preciso affresco degli Yoruk va poi ad impreziosire il testo, rendendolo una chicca davvero imperdibile per qualsiasi amante della Turchia, rendendolo de facto un’opera unica e rara. Un grazie speciale a Passigli editore che ha dato la possibilità ai lettori italofoni di poter gustare queste meraviglie di İrfan Orga.

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