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La città di Kayseri ha una storia antichissima è che può essere molto utile per comprendere le sorti di una regione quasi leggendaria: la Cappadocia
Le parole di Ibn Battuta
“Trascorsi tre giorni ripartimmo per Kayseri, altra importantissima città sotto la giurisdizione del re dell’Iraq, sede [distaccata] dell’esercito iracheno e residenza di una khatun dell’emiro ‘Ala al-Din Artana.”
Ibn Battuta
Da Kültepe a Kaisareia
La città di Kayseri sorge ad appena 20 km da Kültepe, anticamente nota con il nome di Kaneš, uno degli insediamenti più antichi al mondo, tanto da essere già attivo a partire da circa il 2500 a.C. . Come gran parte dell’odierna Cappadocia, divenne uno dei luoghi più interessanti per la Via della seta sin dai suoi albori, tanto che gli Assiri costruiranno qui il loro karum (ovvero “emporio commerciale”) più importante in assoluto. Proprio per tale centralità e la ricchezza raggiunta, prima i locali si ribellarono ai sovrani accadi e poi, una volta ottenuta una sorta di “indipendenza” la città venne distrutta e depredata dal regno di Zalpuwa, troppo spaventato dalla sua grandezza che, tuttavia, non si fermerà qui. Nella vicina città di Kussara, infatti, si stavano preparando le fondamenta di quel che sarebbe divenuto l’Impero ittita e fra i primi eventi decisivi vi fu proprio la presa di Kaneš da parte del re Pithana; con la salita al trono del figlio, Anitta, che la trasformò in sua capitale e rimediò all’offesa originata dal regno di Zalpuwa. Da sottolineare che il “Proclama di Anitta” risulta essere il più antico testo in lingua ittita ed anche il primo esempio conosciuto di lingua indo-europea. Dopo la sua morte vi fu un periodo di particolare turbolenza e tensione che porterà, con re Labarna I, alla nascita ufficiale e definitiva dell’Impero ittita, destinato ad essere per secoli una delle potenze dell’Anatolia; il suo successore sposterà la capitale ad Hattusa. A causa di tale cambiamento perderà gradualmente di importanza, tanto da essere distrutta con il crollo ittita e poi rifondata, probabilmente da armeni ma su ciò non v’è certezza, con il nome di Mazaca, passando poi ai persiani.

A seguito delle campagne di Alessandro Magno, l’insediamento diventerà uno dei centri principali della Cappadocia, regno semi-autonomo che governò queste terre sino all’arrivo dei romani. L’odierno nome, “Kayseri”, si lega proprio a questo periodo storico in quanto Archelao di Cappadocia, ultimo sovrano autonomo di queste terre, decise di chiamarla Kaisareia in onore di Gaio Giulio Cesare Augusto, da noi meglio conosciuto con il nome di “Ottaviano Augusto”, per ingraziarsi i nuovi signori, giunti qui definitivamente nel 17 d.C. .
Romani, arabi e turchi
Nel 260 verrà distrutta dai Sasanidi di Shapur I, ma quando venne ricostruita si trasformò in una delle culle del cristianesimo, diventando casa dei Padri cappadoci, rinomato gruppo di filosofi cristiani ellenistici fra i quali è impossibile non citare San Basilio, patrono di Russia e Gregorio di Nissa, considerato uno dei Padri della Chiesa.

Con l’espansione araba, quest’area divenne a lungo punto di scontro fra le due potenze, arrivando per questo a perdere molto del suo fascino e delle sue ricchezze, sino quasi a scomparire; saranno i Danishmendidi ad iniziarne la ricostruzione, completata poi dai Selgiuchidi di Rum, che la trasformeranno in una delle loro città più importanti e belle. Kayseri passerà poi ai mongoli, agli Eretnidi ed infine, a partire dal 1515, agli Ottomani, sotto i quali però non brillò particolarmente, e, con il crollo di quest’ultimi, alla Turchia.
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