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Cizre è un luogo imprescindibile se si vuole provare a comprendere appieno l’epopea curda, vissuta interamente dalla città
Le parole di Ibn Battuta
“Indi passammo da un paese detto al-Muwayliha per giungere poi a Jazira ibn ‘Umar, una grande e bella città tutta circondata dal fiume (Tigri) – tant’è che la chiamano Jazira (Isola). Pur semidistrutta, ospita comunque un bel mercato ed un’antica moschea solidamente costruita in pietra – così com’è di pietra il muro di cinta intorno alla città.”
Alle origini di Cizre
Secondo Yaqut al Hamawi, Cizre venne fondata alla fine del 9° secolo da al Hassan ibn Umar al Taghlibi, allora emiro di Mosul, che la piazzò a poca distanza dall’antico insediamento romano di Bezabde, un tempo luogo cruciale di scontri fra l’Impero romano e quello Sasanide. Il nome deriva dall’arabo “al Jazira”, ovvero “isola” (in turco la “c” si pronuncia “j”) e si riferisce alla particolare conformazione che ebbe la città all’inizio della sua esistenza; posta sulla riva sinistra del Tigri, un tempo era circondata da un canale, cosa che le dava l’aspetto di un’isola. Venne contesa sin dalla sua nascita fra Hamdanidi e Buyidi, passando poi ai Marwanidi, stirpe curda che diverrà vassalla dei Selgiuchidi. Da questi si fece strada ‘Imad al-Din Zengi, inizialmente atabeg di Mosul che riuscì ad espandere il proprio dominio anche su Aleppo ed alcune parti della Contea di Edessa, dando vita ad una delle dinastie più interessanti dell’intero Medioevo; alcuni dei loro comandanti più celebri erano infatti Ayyub e Shirkuh, il padre e lo zio di Saladino, fondatore del sultanato ayubbide, destinato a prendere il posto dei Fatimidi e, almeno sui territori di Cizre, dei Selgiuchidi. La città verrà poi conquistata da Badr al-Din Lu’lu, ex atabeg di Mosul sotto i Zengidi che, uccidendo i suoi antichi padroni, divenne signore di Mosul e Cizre, il tutto immediatamente prima dell’arrivo dei mongoli.

Con il loro successivo crollo, nel 1335, ad affermarsi sarà l’emirato curdo di Bohtan, che qui regnerà quasi ininterrottamente sino al 1847, anno di importanti modifiche all’interno della Sublime Porta.
Bohtan
Sull’origine dell’Emirato di Bohtan non v’è completa certezza fra gli storici, con alcuni che ritengono sia nato intorno all’8° secolo grazie all’unione di alcune tribù curde della Valle di Bohtan, ed altri che ne attribuiscono la nascita a Izzeddin al-Bohtî, collocandone la fondazione all’incirca nel 1330. In quell’epoca, il futuro emiro era già padrone del leggendario castello di Finik e, grazie alla sua potente armata e ad una grande alleanza con Hasankeyf, riuscì prima a scacciare l’ultimo dignitario mongolo, confermando il suo potere a seguito di un’importante vittoria contro l’Emirato di Mosul. Dopo una serie di scontri con altre realtà locali, inclusi gli antichi alleati di Hasankeyf, il giovane potentato giurò fiducia a Tamerlano, salvo poi cambiare idea e portare l’ira del potente sovrano sull’intera regione; tuttavia tale epoca non durò molto e, subito dopo, il territorio tornò in mano ai Bohtan. Nella seconda parte del ‘400 cadde brevemente in mano degli Ak Koyunlu, per poi divenire brevemente preda dei Safavidi.

Lo scontro con Shah Ismail I si rivelerà più determinante che mai per la regione, rappresentando un vero e proprio punto di svolta per quest’ultima, il mondo sunnita e le sorti dell’Impero ottomano. L’Emirato di Bohtan, ed in generale tutti gli emirati curdi, erano infatti posti a confine gli odierni Iran e Turchia, guadagnando l’incredibile valore strategico di “protettore di confini”. Tali emirati erano soprattutto sunniti e ciò spinse molti dei sovrani locali ad appoggiare gli Ottomani anziché Safavidi, che avevano inoltre già dato prova d’esser inclini a “spostamenti di popolazione forzata”, cosa non certamente affascinante per il popolo curdo, da sempre legato più che mai alle proprie origini. Grazie alla loro fedeltà ed il ruolo di primo piano interpretato da quest’ultimi nel conflitto, all’Emirato di Bohtan verrà accordata una sorta di autonomia quasi totale rispetto al governo del sultano e tale condizione perdurerà sino alla prima parte dell’800.
Turchia ed Impero ottomano
A seguito dell’invasione della Siria da parte di Muhammad Ali Pasha, l’Emirato di Soran ne approfittò per espandere i propri domini su Botan e ciò causò, con ben 6 anni di ritardo, un intervento della Sublime Porta, che nominerà Bedir Khan Beg come nuovo signore di queste terre. Il successivo periodo di riforme politiche, però, assorbirà e muterà i confini di tutti gli emirati curdi, facendo crescere una rabbia popolare sempre più forte e destinata ad esplodere. Alle tensioni già nell’aria, a partire dal 19° secolo i curdi vennero sottoposti ad una nuova novità che li turbò e preoccupò non poco: la comparsa di sempre più missionari. Con la progressiva decadenza dell’Impero ottomano, erano sempre di più i missionari che qui si recavano per conoscere le comunità cristiane locali, costruendo anche nuove scuole e luoghi d’aggregazione. La loro presenza sempre costante, unita alla recente Guerra d’indipendenza greca, aumentò la diffidenza dei Curdi verso gli Assiri, cosa che, malauguratamente, si rivelerà esser la condanna di quest’ultimi. Nel 1842 diversi emirati locali si unirono per provare ad ottenere una maggiore indipendenza dagli Ottomani ed il rifiuto a partecipare dei cristiani, unita alla cocente sconfitta, si rivelerà la scintilla finale per far esplodere tutte tensioni, portando ai Massacri di Hakkari del 1843 e del 1846, entrambi con Bedir Khan Beg come assoluto protagonista; si stima che in quest’ultimi vennero uccisi almeno 10’000 Assiri. Il signore curdo verrà poi costretto alla resa a seguito dell’arrivo dell’esercito ottomano, con la Sublime Porta che ne approfitterà per spazzare definitivamente via il potere locale e centralizzarlo nelle sue mani, tanto che, a partire da quel momento, Cizre diverrà uno dei suoi luoghi preferiti per esiliare nemici.

Purtroppo, durante la I guerra mondiale, fu uno dei luoghi in cui vennero massacrati più armeni ed Assiri, tanto che alla fine del conflitto il loro numero qui fu davvero ridotto all’osso. Con la nascita della Turchia moderna, questo diverrà uno dei luoghi di maggior scontro fra i servizi turchi e lo YPG, con i primi scontri che vedranno la luce negli anni “90, crescendo esponenzialmente fra il 2014 ed il 2015. A seguito dell’Assedio di Kobane/Ayn al ‘Arab, furono moltissimi i Curdi a voler superare il confine per combattere, progetto bloccato dalle autorità di Ankara, con le quasi iniziò un violento conflitto durato diversi mesi e nel quale furono imposti diversi coprifuoco alla città, terminati solo nel 2016. Va detto che tali interventi, per quanto siano stati effettivamente avviati contro il PKK, sono stati a lungo criticati sia per le decine di civili morti, sia per le modalità per nulla chiare con le quali si è svolto il tutto.
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