Storia di Tabriz, la capitale del Caucaso iraniano

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Tabriz è una delle poche città in Iran ad essere state sempre e comunque un punto di riferimento per il paese, tanto da esserne a lungo la capitale

Le parole di Ibn Battuta

“L’indomani, entrati nella città per la porta detta di Baghdad, giungemmo all’immenso mercato di Qazan, uno dei più belli che ho veduto al mondo, dove ogni mestiere ha un quartiere proprio, separato dagli altri.”

Alle origini di Tabriz

Anche se i primi reperti cittadini risalgono al 1° millennio a.C., le fonti riguardanti la nascita di Tabriz sono rare e frammentarie, non permettendo così di risalire con certezza al ruolo da essa occupato. Sicuramente, però, anche se il centro venne citato già dal re assiro Sargon II in un testo del 714 a.C., fu sotto il controllo di Atropatene che iniziò ad essere sempre più presente sulle mappe; tale dominio venne generato da Atropate, nobile e generale persiano che, alla morte di Dario III, giurò fedeltà ad Alessandro Magno, diventandone satrapo. Con la morte del grande macedone, riuscì a dar vita ad una dinastia propria che per secoli fu vassalla delle maggiori stirpi di Persia.

Tabriz

La grandezza di Tabriz comincerà tuttavia a manifestarsi solo con l’arrivo degli Arabi, ed in particolare degli Azd yemeniti, che qui posero la loro base, tanto che il geografo Yaqut al Hamawi afferma che, prima del loro arrivo, essa non era nient’altro che un villaggio. La città verrà poi distrutta da un terremoto e la sua ricostruzione verrà presa in mano da Zubaidah bint Ja’far, moglie del califfo abbaside Harun al Rashid, e si dice che divenne tanto bella che in molti ritennero lei la vera fondatrice della città. Nel 1208 passò per breve tempo sotto dominio georgiano, finendo poi in mano agli Ilkhanidi, sotto i quali diventerà capitale a partire dal 1265.

Dai Safavidi ai Qajar

Sotto i nuovi signori mongoli si trasformerà in uno dei centri principali per la Via della seta; non a caso, furono innumerevoli i viaggiatori che qui si recarono, incluso il veneziano Marco Polo, che per lei ebbe solo parole d’ammirazione e rispetto. Con la caduta degli Ilkhanidi, Tabriz passerà prima alla confederazione turca dei Kara Koyunlu, poi agli Ak Koyunlu ed infine ai Safavidi di Shah Ismail I, fondatore della dinastia, che nel 1501 la fece sua capitale. La città, tuttavia, divenne per il nuovo shah una vera e propria maledizione in quanto, nel 1534, subì una sconfitta decisiva contro gli ottomani di Selim I, permettendo a quest’ultimi di saccheggiarla e portando Ismail I alla depressione più totale, tanto che passò il resto della sua vita ad ubriacarsi con il proprio vizir. Il suo successore Tahmasp I spostò la capitale a Qazvin, ma Tabriz continuerà ad esser invasa a più riprese durante tutta la dominazione safavide; solo con l’arrivo dei Qajar e gli scontri con la Russia la Sublime Porta smetterà di “far visita” ai propri vicini.

Tabriz

Sfortunatamente per i Qajar, nel corso delle Guerre russo-persiane i nuovi nemici invaderanno a loro volta questo luogo, ritirandosi solo a seguito del Trattato di Turkmenchay, con il quale la Persia perse definitivamente i propri domini sul Caucaso a favore di Mosca. L’importanza di Tabriz aumenterà notevolmente verso il tramonto di questa dinastia in quanto, proprio qui, vedrà l’alba la Rivoluzione costituzionale persiana.

La Rivoluzione costituzionale persiana del 1906

I Qajar erano infatti da tempo succubi di Russia e Gran Bretagna, cosa che, con il passare del tempo, alimentò esponenzialmente il disprezzo provato dal popolo verso la monarchia assoluta, portandolo ad insorgere sempre più di frequente. La prima rivolta fu del 1890 e legata alle concessioni sul tabacco fatte da Nasir ad-Din Shah ai britannici, ma la più interessante è sicuramente quella del 1905, che l’anno successivo portò alla scrittura della prima costituzione iraniana di sempre. Mozaffar ad-Din Shah, terzultimo regnante della dinastia, darà nel 1906 il suo appoggio alla creazione del parlamento iraniano, il Majlis; il sovrano morirà però pochi giorni dopo aver ratificato il tutto ed il suo posto verrà preso dal figlio, Mohammed Ali Shah, decisamente contrario a questa grande novità. L’agosto del 1907, tuttavia, accadrà un avvenimento imprevisto che, almeno per qualche anno, darà la possibilità allo shah di ottenere il futuro che aveva sempre sognato: l’Entente anglo-russa. I due paesi si erano infatti continuamente sfidati per il dominio sull’Asia, ma con questo accordo decisero di spartirsi a tavolino le proprie aree di influenza, incluse quelle relative all’Iran: ai britannici sarebbe spettata la zona più orientale del paese, mentre i russi avrebbero ottenuto la zona nord-occidentale, lasciando ai persiani le aree più centrali; ovviamente tale idea cozzava più che mai con l’idea di una costituzione e per questo andava bloccata con ogni mezzo.

Tabriz

Per questo motivo nel 1908 Mohammed Ali Shah organizzò, con il supporto dei due nuovi alleati, un vero e proprio attacco al nuovo parlamento, facendo persino giustiziare alcuni dei padri costituenti. I rivoluzionari, però, non si lasciarono abbattere, rifiutando di perdere il tesoro conquistato con tanta fatica e rimettendosi così a combattere, con Tabriz in primissima linea. Ciò, fece innervosire non poco Londra e Mosca, si accordarono per occupare a città con delle truppe russe, che qui rimasero quasi ininterrottamente sino al 1918, anno in cui la famiglia Romanov venne definitivamente eliminata.

Pahlavi e Rivoluzione

A partire dal 1920 la situazione in Iran si fece davvero ingestibile, con moltissime forze che accerchiavano il paese, rendendolo de facto ingovernabile e soggetto ancor più di prima ad influenza e controllo straniero; sarà Reza Khan, un generale di brigata dei cosacchi persiani a cambiare le sorti del paese. Egli giungerà con il suo esercito a Tehran nel 1921, sciogliendo il governo e nominando Zia’eddin Tabataba’i primo ministro e sé stesso ministro della guerra. Il colpo di stato fu parzialmente assistito dagli inglesi e per Reza Khan sarà l’inizio di un potere sempre più grande sul paese, che lo porterà nel 1925 ad assumere la carica di Shah di Persia, mettendo così fine alla dinastia Qajar e dando vita a quella Pahlavi. Il nuovo potere avvierà fin dai primi anni un processo di persianizzazione del paese, cosa che limiterà molto la lingua e cultura di Tabriz, da sempre legata al mondo turco-azero, causando forti malcontenti destinati ad esplodere con la Seconda guerra mondiale. Poco prima di tale conflitto, il nuovo shah aveva tentato di bilanciare il ruolo delle potenze straniere nel paese, stabilendo anche diversi trattati con la Germania, cosa che, unita al ritiro di alcune concessioni petrolifere, fece esplodere Londra e Mosca, che nel 1941 autorizzarono l’invasione del paese, portando le due forze a Tehran e obbligando Reza Pahlavi ad abdicare in favore del figlio appena 22enne, Reza Mohammad.

Tabriz

Pur essendo sempre rimasto neutrale, l’Iran venne attaccato a Sud dai britannici e Nord dai sovietici, i quali, sfruttando le tensioni fra persiani ed azeri, a termine del conflitto diedero vita al Governo popolare dell’Azerbaijan, con capitale proprio Tabriz. Tale entità politica durò appena un anno, venendo distrutta nel 1946 a seguito di alcuni accordi fra Iran ed Unione Sovietica, da molti visti come preludio alla Guerra fredda per il ruolo giocato da Washington e Londra contro il loro vecchio alleato. Per i successivi 30 anni Tabriz godette di un periodo di relativa tranquillità, anche se perdette gran parte del proprio potere politico in favore di Tehran. Nel corso della Rivoluzione del 1979, la città partecipò in prima linea alla lotta contro i Pahlavi, rimanendo però delusa dal risultato finale, non proprio quello sperato inizialmente. Gran parte della popolazione sosteneva infatti il Grande Ayatollah Kazem Shariatmadari, nativo proprio di Tabriz e con idee molto diverse da Khomeini, tanto che venne messo presto agli arresti domiciliari, morendo in tale condizione nel 1986. Negli anni recenti Tabriz è riuscita, nonostante le sanzioni contro l’Iran, a svilupparsi sempre di più, tanto da essere la 6° città più popolosa del paese.

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