Storia di Najaf, dov’è sepolto Ali

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Najaf è sicuramente una delle città più importanti e rappresentative per il mondo sciita, tanto che proprio qui sarebbe seppellito Ali ibn Abi Talib, cugino e genero del Profeta, figura dal valore assoluto e totale per questo credo

Le parole di Ibn Battuta

“La città, posta in un’ampia contrada rocciosa, è una delle più belle, più popolose e meglio costruite di tutto l’Iraq e possiede magnifici mercati ben puliti. […] In ultimo, varcata la Bab al Hadra interna, vedemmo la tomba che si dice essere di Ali, di fronte alla quale sorgono madrase, zawiya e conventi costruiti benissimo, con mura coperte di piastrelle qashani, simili ai nostri zillij ma con colorazioni più brillanti e decorazioni più belle.”

Najaf, dov’è sepolto Ali

Anche se il suo immenso cimitero, il Wadi as-Salam, è ancora più antico dell’Islam, tanto da avere il più grande luogo di sepoltura cristiana di tutto l’Iraq, le origini di questa città sono assolutamente e completamente riconducibili ad Ali ibn Abi Talib, figura assoluta per il mondo sciita e di grande importanza per quello sunnita. Secondo la tradizione, infatti, una volta assassinato a Kufa, il corpo del 4° califfo venne caricato su un cammello, il cui luogo di sosta avrebbe rappresentato quello di sepoltura per il genero del Profeta; tale soluzione venne trovata per evitare che ne venisse profanata la salma, visto anche il difficile periodo che in quel momento stava passando il mondo sciita. Con il passare del tempo, tale luogo divenne meta di pellegrinaggio, tanto da attirare un numero sempre maggiore di fedeli e permettere la costruzione di ciò che diventerà poi la Moschea dell’Imam Ali. Sempre secondo la tradizione, la prima cupola fu eretta da Harun al Rashid, ma la futura moschea verrà ampliata più e più volte nel corso dei secoli, con moltissimi generosi sunniti e sciiti che si preoccuperanno di renderla sempre più bella, grande e ricca.

Najaf

La città passerà poi al dominio buyide, il primo ad operare una vera opera d’ingrandimento e restauro, poi a quello selgiuchide, a quello timuride ed infine agli Ottomani, che qui giunsero nel 16° secolo.

Ottomani ed epoca contemporanea

Sotto la Sublime, Porta Najaf e Kufa vivranno probabilmente il loro momento peggiore, secondo solo agli eventi scatenati dalla Prima fitna, con Najaf che, nello specifico, passò dall’avere 3000 abitanti a 30 nel giro di appena qualche decennio. Ciò avvenne in quanto i nuovi sovrani alterarono il corso dell’Eufrate per potenziare la città di al Hilla, cosa che però indebolì più che mai le altre due città e ciò sia da un punto di vista idrico che difensivo, tanto che divenne spesso preda di nomadi arabi. Sarà solo nel 1803 che questo problema verrà risolto, fornendo agli sciiti della regione la forza e l’orgoglio per poter diffondere la loro fede in maniera capillare; non a caso nel 2021 il 59 % degli iracheni si dichiarava sciita. Nel 1915, a seguito di una rivolta anti-ottomana, la città passerà brevemente sotto il controllo di 4 sheikh locali, cadendo nel 1917 in mano britannica; dopo appena un anno, però, i locali si accorsero che l’obbiettivo della “perfida Albione” non era tanto quello di “liberare l’Iraq”, bensì di occuparlo. Ciò porterà a nuove rivolte e sommosse, risoltesi solo con l’Assedio di Najaf del 1918, al termine del quale verranno uccisi tutti i coloro che si erano opposti a Londra.

Najaf
L’incontro fra Papa Francesco ed Ali al Sistani

Sarà proprio a seguito di tale scontro che molte celebri figure del mondo sciita abbandoneranno l’Iraq per recarsi a Qom, dando a quest’ultima ancora più fama ed autorità in quest’universo religioso. I rapporti fra Ba’ath iracheno e clero sciita furono infernali, tanto che Muhammad Baqir al-Sadr, Grande Ayatollah iracheno e fondatore del partito islamico Da’wa, venne catturato nel 1985 insieme alla sorella e, dopo ben 4 giorni di torture, pare sia stato ucciso dallo stesso Saddam Hussein. Il 6 marzo 2021 Papa Francesco si è qui recato per far visita ad Ali al Sistani, attuale Grande Ayatollah d’Iraq.

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