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La storia di Tripoli, una città dalla storia variegata, con un parentesi ottomana legata soprattutto alla pirateria
Le origini di Tripoli
La città venne fondata nel 7° secolo a.C. come colonia fenicia ed inizialmente le venne dato il nome di Oyat, termine libico-berbero che fa immaginare la presenza di un insediamento ancora precedente, ma del quale non sono rimaste tracce. L’insediamento passò poi ai cartaginesi ed infine ai romani, i quali per primi introdussero il termine “Tripoli”; quest’ultimo, usato anche per l’omonima città libanese, inizialmente indicava la regione su cui sorgeva Oyat, Sabratha e Leptis Magna ma, con la progressiva perdita di importanza delle altre due, ne ereditò il nome. Sotto Roma fu una delle città più floride d’Africa, anche se non raggiunse mai le vette toccate da Leptis Magna, luogo di nascita dell’imperatore Septimio Severo e per questo onorata come una capitale; tuttavia a Tripoli sono ancora presenti resti evidenti di quel periodo come il grande arco di Marco Aurelio.

Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente passò ai Vandali, venendo poi conquistata dai Bizantini e dagli Arabi. L’arrivo di quest’ultimi la portò a condividere le sue sorti con gran parte del resto del Maghreb, passando da una dinastia all’altra ma senza riuscire né ad emergere né a trovare la propria collocazione definitiva.
Tripoli ottomana
Nel 1510 Tripoli venne conquistata dalla Spagna e ceduta poi ai Cavalieri di Malta nella speranza che la loro presenza limitasse gli attacchi dei pirati; speranza che si rivelò del tutto vana. Nel 1551 la città verrà conquistata proprio dal corsaro ottomano Turgut Reis, che si occupò di abbellire la città e di renderla uno dei centri più rinomati per la pirateria. Sino al 1711 l’Impero ottomano esercitò un potere diretto, seppur intervallato da alcune piccole rivolte, ma, a partire da quella data, si formerà qui la dinastia dei Karamanli, che governerà queste terre sino al 1835 in una quasi completa autonomia (eccezion fatta per le tasse, che andavano comunque alla Sublime Porta). Fra il 1801 ed il 1815 Tripoli diventerà protagonista assoluta delle Guerre barbaresche, facendosi come nemico addirittura gli Stati Uniti d’America. Come già detto, gli stati sulla costa del Maghreb vivevano in gran parte di pirateria, andando ad esigere pesanti tributi a chi avesse voluto la sicurezza dei suoi carichi. Quando ad esser catturato fu un vascello yankee, gli americani si ritrovarono nella brutta situazione di dover accordare un tributo ai corsari ma, con la salita al potere di Jefferson, questo cambiò. Il nuovo presidente non era infatti più disposto a pagare coloro che riteneva criminali, preparando la marina per quella che sarebbe diventata la Prima guerra barbaresca.

Grazie all’invio di navi attrezzate ed all’impiego dei suoi migliori comandanti, Washington riuscì a trionfare nel 1805; tuttavia, sfruttando la Guerra anglo-americana del 1812, gli stati barbareschi continuarono i loro attacchi, venendo fermati solo nel 1815 con uno scontro risolutivo e finale.
Dalla colonizzazione italiana all’indipendenza
Approfittando della confusa situazione che vigeva in quel periodo fra Europa e Africa, l’Italia, da tempo interessata alla coste libiche, dichiarò guerra all’Impero ottomano e nel 1911 occupò Tripoli e parte della Cirenaica. Inizialmente le cose sembravano andare incredibilmente bene per l’Italia, tanto che nel giro di qualche mese riuscì ad impadronirsi di gran parte delle città costiere. La grande fiducia iniziale, in realtà, si rivelò ben presto vana, con alcuni dei migliori generali turchi che si arruolarono volontari proprio per fronteggiare il regno italico; fra questi è impossibile non citare Enver Bey ed un giovane Mustafa Kemal Atatürk, figure che di lì a poco avrebbero plasmato la storia della Turchia contemporanea. Le ostilità con la Sublime Porta continuarono sino al 1912, anno in cui venne firmato il Trattato di Ouchy. Quest’ultimo, al contrario delle speranze italiche, non sanciva un totale passaggio di poteri dall’Impero Ottomano all’Italia, ma solo quello civile e militare, mentre il territorio rimaneva formalmente parte dell’Impero.

La lotta italiana in Libia, peraltro, non terminò con questo trattato ma solo nel 1931, anno in cui venne catturato e processato il grande Omar al Mukhtar, leader della rivolta senussita. Caduta stabilmente nelle mani di Roma, Tripoli venne dotata di tutte le migliori tecnologie e confort presenti nelle città del Bel Paese, dando così il via ad una grande opera di ammodernamento cittadino. Nel 1943 l’intera Libia venne occupata dagli Alleati, mettendo de facto fine al potere italico. A partire dalla fine della 2° guerra mondiale, il paese venne affidato alle cure inglesi in Cirenaica e Tripolitania ed a quelle francesi nel Fezzan; nel 1951 Idris I verrà nominato re di Libia, mantenendo il suo incarico sino al 1969, anno del colpo di stato di Mu’ammar Gheddafi.
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