“Arabpop” a cura di Chiara Comito e Silvia Moresi

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Arabpop è una magnifica antologia che esplora a 360° la cultura pop post Primavere arabe, risultando un testo essenziale a chi si voglia approcciare al mondo arabo contemporaneo

Arabpop: arte e letteratura in rivolta dai paesi arabi

In Italia le cosiddette Primavere arabe del 2011 sono state spesso analizzate da commentatori e giornalisti solo come inaspettati scoppi di violenza o come il risultato di giochi di potere tra Stati occidentali. La miopia di un pensiero appiattito su posizioni islamofobe ci ha impedito di conoscere davvero chi scendeva nelle piazze di Tunisi, del Cairo o di Damasco: una giovane generazione che chiedeva libertà, rimettendo in discussione appartenenze politiche, religiose e di genere.

Arabpop

Questo spirito di libertà è stato raccolto ed elaborato da intellettuali, artisti e scrittori arabi che al cinema, sui muri delle loro città, nei romanzi, nelle poesie e nelle canzoni hanno raccontato la genesi e le conseguenze dei movimenti di protesta. I contributi di questo volume intendono dare merito a questa incredibile stagione culturale, e far conoscere al pubblico italiano la letteratura, la musica, i film, i lavori artistici e teatrali nati da questo periodo di rivolta.

Non solo letteratura

Sono fan di Editoriaraba e di Chiara Comito da circa una decina di anni e non vedevo davvero l’ora di leggere questo libro; ciò però non ha in alcuna maniera favorito la mia valutazione davanti a questo lavoro perché, oggettivamente non ce n’è bisogno. Il libro, come già detto prima, è davvero stracolmo di stimoli ed informazioni, tanto che ho passato buona parte della lettura con il telefono in mano per raccogliere le molteplici suggestioni che venivano offerte. Personalmente sono rimasto meno “stupito” dalla parte curata proprio da Chiara Comito, ma questo perché, seguendo il suo progetto da anni, avevo già avuto la fortuna d’imbattermi sulle opere trattate, molte delle quali sono state acquistate proprio dopo i suggerimenti di Editoriaraba.

“Egitto, ci siamo quasi, ancora qualche giorno

il nostro giorno è arrivato ed il tempo dei disonesti è svanito.

Del regime non rimane nulla

tranne qualche manganello,

se non mi credi, vai in piazza e vedrai.

Popolo, l’oppressore esiste solo nella mente degli oppressi

e chi, dopo tutto questo, rimane in casa, è un disertore. /[…]

Soldato, i signori che difendi

risponderanno se chiederai aiuto?/[…]

Picchia, la melodia dei tuoi colpi delizierà il ministro,

ma cosa farai quando lui sarà fuggito?/[…]

La meravigliosa gioventù si è levata per mutare l’autunno in primavera”

Tamim al Barghuthi, traduzione di Silvia Moresi per Arabpop

Pur conoscendo meglio anche Silvia Moresi, devo dire di essere rimasto oggettivamente sbalordito dalla mole e bellezza di lavoro qui portata, con moltissime poesie tradotte per la prima volta in italiano solo per questo libro; la prima, quella sopracitata di Tamim al Barghuthi, ogni volta che la leggo mi commuovo. Personalmente, però, la sorpresa sono state tutte le altre autrici di questa magnifica opera.

L’arte della rivoluzione

Da anni, infatti, cercavo un testo che parlasse di quella che è l’arte contemporanea araba e sono davvero molto felice di dire che questo libro è il posto giusto per iniziare ogni ricerca. Grazie a Catherine Cornet, saremmo catapultati appieno in questa dimensione, dando una forma, una storia ed un nome a tutti quei movimenti e a quegli artisti che, spesso, finiscono solo per essere una bella immagine di Instagram, mentre sono parte integrante ed estremamente rappresentativa di ciò che la quotidianità avverte e percepisce. Con Luce Laquaniti, invece, andremo a scoprire i graffiti ed i murales di protesta, universo estremamente ricco ed affascinante che per molti rappresenta l’unico modo di mostrare il proprio dissenso.

eL Seed
Un’opera dell’artista franco-tunisino eL Seed

Sempre rimanendo nell’ambito del disegno, nel testo di Anna Gabai ci verrà finalmente mostrato il mondo del fumetto arabo, forse uno dei campi artistici che più si è rivoluzionato con le Primavere arabe, risultando uno dei più interessanti in assoluto per quanto riguarda la sperimentazione. Tale capitolo è forse quello che andrebbe letto con maggiore attenzione, anche perché, al contrario degli altri, è quello che fatica maggiormente a ricevere finanziamenti, privandoci di opere potenzialmente imperdibili quali Ta’thir al Jarada, scritta addirittura dal nostro amato Ahmed Khaled Tawfik.

Film, musica e teatro di protesta

Oltre all’arte, tuttavia, viene esaminata con estrema cura il cinema, la musica ed il teatro, tre arti fondamentali per comprendere appieno la cultura pop di un paese e/o area geografica. In questo caso ad accompagnarci ci saranno: Olga Solombrino per il cinema, Fernanda Fischione per la musica ed infine Anna Serlenga per quanto riguarda le performance teatrali.

Devo dire che, pur ritenendole tutte letture estremamente preziose, il testo di Fischione risulta il più utile in assoluto perché ci permetterà davvero di comprendere lo spirito vissuto a Tahrir (e non solo) durante i giorni della rivoluzione grazie ad un prezioso e ricco lavoro di traduzione.

Antologia della cultura araba rivoluzionaria

Arabpop è senza alcun ombra di dubbio una delle antologie più ricche e complete riguardo alle trasformazioni culturali vissute nel post-Primavere arabe, riuscendo ad approfondire con grande maestria ed acume ogni area artistica. Anche se le due curatrici sono conosciute per la loro grande conoscenza in campo letterario, Arabpop riesce a coprire un’area ben più vasta, toccando argomenti quasi inediti in Italia come graffiti ed arte contemporanea, senza dimenticare musica, fumetti, cinema e perfino performance teatrali.

Arabpop

Un testo necessario in questo momento in Italia e nel mondo per comprendere appieno quale e cosa sia oggi il “pop-arabo”.

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