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“Al di là della montagna” è la prima parte di una meravigliosa trilogia di Yaşar Kemal, che ci permetterà di scoprire appieno la Turchia rurale ed suo il straordinario fascino nascosto
Al di là della montagna
Il primo libro della trilogia Al di là della montagna, apparso nel 1960 e tradotto in oltre quindici paesi, introduce il lettore nel mondo reale e mitico ad un tempo delle genti seminomadi del Tauro. La quotidiana lotta per la sopravvivenza ed il potente immaginario popolare si fondono nelle vicende minime eppure eroiche delle “bocche nere” e delle “teste rosse”.

La guerra e la povertà, i lavoro nei campi e l’amore, la fede e la paura della morte, la poesia dei cantori girovaghi ed il desiderio di fugo dalla realtà di un popolo da secoli avvezzo a lottare contro una natura selvaggia ed inospitale assumono il rilevo di un’epopea leggendaria. Con uno stile di scrittura scarno, efficace e di straordinaria bellezza Yaşar Kemal narra l’avventuroso viaggio verso le piantagioni di Ali e della sua famiglia fra coraggio e disperazione.
Le meraviglie della Turchia rurale
Il romanzo di Yaşar Kemal ci darà la possibilità di addentrarci appieno fra i monti del Tauro e nella Çukurova, luoghi spesso tralasciati in favore di Istanbul e della costa, ma che riservano un fascino strabordante. A causa del viaggio di Ali, infatti, verremo immersi per gran parte del romanzo in questa natura quasi leggendaria e con la quale l’uomo ha un confronto diretto e costante. Pur essendo ambientato negli anni “60, infatti, gli abitanti del villaggio sono ancora legati, anche per povertà, alle usanze del passato, dovendo fare i conti con necessità che oggi facciamo quasi fatica ad immaginare.

Il lungo viaggio di Ali e della sua famiglia, sfavorito anche dalla morte del vecchio cavallo, sarà allora un modo perfetto per far tornare la mente al passato, ripensando alla nostra fortuna e godendo allo stesso tempo di un fascino che solo boschi ed aria aperta sono in grado di dispensare.
Dramma contadino
Ho voluto insistere sul primo punto perché, a livello di trama, è il punto focale di questo primo libro, anche da quest’ultimo, tuttavia, è chiaro che l’intento di Yaşar Kemal sia quello di dar voce alle ingiustizie subite dai contadini locali, spesso vittime di figure che sembrano esser uscite dal secolo scorso. È stato proprio con questo testo, infatti, che ho scoperto l’esistenza dei Muhtar, figura della quale tratteremo meglio questa settimana ma che, essenzialmente, si pone come intermediario fra villici e stato.

Il romanzo sfrutta il massacrante viaggio di Ali proprio per andare a creare il climax perfetto, con un colpo di scena finale che ci mostrerà la natura di questo Muhtar e ci spingerà ad acquistare subito il libro successivo della serie.
Personaggi indimenticabili
Personalmente ho adorato il libro ed ho trovato nei suoi personaggi straordinariamente autentici e capaci di una profondità davvero rara nella letteratura. Il viaggio, infatti, sarà l’occasione perfetta per farci conoscere al meglio ciascuno di loro, andando a mostrare una natura tanto testarda quanto vera ed una connessione estremamente interessante fra i vari membri della famiglia. A partire dalla morte del suo cavallo, infatti, Meryemce odierà più che mai il figlio Ali, trovandosi però costretta a contare sulle sue spalle per riuscire a giungere nella Çukurova, vera e propria “Terra promessa” del romanzo. La sua testardaggine, unita anche ad una dose non indifferente di cazzimm’, la renderà un personaggio in grado di portare persino una verve comica al romanzo, evitando al lettore la monotonia e rendendo il tutto più vivo e reale che mai.

Ali a sua volta rappresenta quasi una sorta di santo, innamorato più che mai della madre e disposto a strazianti sacrifici, senza però per questo farsi mettere i piedi in testa. Ci saranno dei momenti in cui anche il figlio, come Meryemce, arriverà addirittura ad invocare il castigo divino per la madre, senza però per questo smettere di accorrere sempre in suo aiuto. Vanno citati però assolutamente anche Elif, la mogli di Ali, Koca Ali e lo stesso Muhtar, tutti personaggi perfettamente calzanti per il ruolo che compiono ma sempre reali e ricchi di quell’imprevedibilità che solo un grande autore riesce ad infondere.
Innamorarsi di un autore
Purtroppo non ho fatto in tempo ad inserirlo nella lista dei migliori libri del 2020, ma sarà sicuramente in quella dei migliori del 2021. Il testo di Kemal è oggettivamente straordinario per ciò che è in grado di trasmettere, riuscendo a rendere avvincente e più che mai godibile ogni passaggio del romanzo. In questo primo libro, come ho detto, l’attenzione sarà concentrata per almeno 3/4 sul viaggio attraverso i monti del Tauro, eppure non esiste momento nel romanzo in cui si faccia fatica ad andare avanti, riuscendo a rendere il bosco e la sua natura qualcosa di straordinariamente avvincente.

Il fatto che sia ambientato solo negli anni “60, poi, lo rende un testo preziosissimo per comprendere la Turchia rurale, luogo che talvolta si fa finta di non vedere, ma che rappresenta il vero cuore pulsante del paese. Libro davvero straordinario e che è stato in grado di conquistarmi nel profondo del cuore, tanto da spingermi ad acquistare già i libri successivi della trilogia, troppo grande la paura di rimanere senza uno dei tre testi.
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