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Milas e Bodrum, due delle città più conosciute e belle della Caria, regione dell’Anatolia che non ha mai smesso di splendere. Non a caso Bodrum è l’antica Alicarnasso, sede del leggendario Mausoleo, una delle 7 meraviglie del mondo antico
Le parole di Ibn Battuta
“Fu proprio a Milas che, ripreso il viaggio, ci dirigemmo: una delle più belle e grandi città dell’Anatolia, ricca di giardini, alberi da frutta e corsi d’acqua”
Ibn Battuta
Le origini di Bodrum, l’antica Alicarnasso
I primi resti rinvenuti a Bodrum sono delle tombe micenee risalenti circa al 1500 a.C., tuttavia la vicinanza al regno degli Arzawa ha fatto sì che ancora oggi ci sia il dubbio riguardo a chi dei due abbia effettivamente realizzato il primo centro cittadino. Alicarnasso si legò comunque molto in fretta al mondo greco, adottando come proprio mitico fondatore Anthas, figlio di Poseidone e di Alcione. Anche per questo, la città fece parte dell’esapoli dorica, ma venne espulsa quando un suo cittadino, vittorioso ai giochi in onore di Apollo Triopio, decise di portarsi a casa il trofeo, gettando infamia sulla città ed escludendola dalla confederazione sacrale. La fama della città crebbe più che mai con Artemisia I, leggendaria regina che combatté con i persiani a Capo Artemisio e a Salamina, risultando uno dei pochi grandi generali a salvarsi con gli onori di Serse.

La dinastia Ligdamide, di cui faceva parte Artemisia I, governava tutta la Caria ed aveva come capitale Milas; l’antica città venne menzionata per la prima volta nel VII secolo a.C., è tuttavia possibile che fosse più antica ed è certo che avesse per protettore una versione di Zeus con elementi tipici locali. Con la precedente dinastia, Milas era tuttavia risultato sempre il centro più importante della Caria, situazione che sarebbe cambiata, però, con la dinastia Ecatomnide.
La dinastia Ecatomnide ed il Mausoleo di Alicarnasso
Con la sconfitta a Salamina, infatti, la città passò sotto la Lega delio-attica, venendo però riconquistata da Tissaferne e successivamente posta sotto il controllo di Ecatomno da Milas; quest’ultimo ebbe tre figli Mausolo, Idrieo e Pissodaro e due figlie, Artemisia II e Ada, che sposarono i primi due fratelli e de facto regnarono sulla Caria per ben 50 anni, rendendola celebre nel mondo. Mausolo, in particolare, espanderà moltissimo i domini della propria stirpe, allungandosi anche in Lidia, ottenendo un ruolo importante nella rivolta di Chio e Rodi contro la seconda Lega delio-attica e, soprattutto, spostando la capitale di Caria ad Alicarnasso. A seguito della sua morte, Artemisia II, sua sorella e moglie, fece costruire il leggendario Mausoleo di Alicarnasso, che venne considerato fra le 7 meraviglie del mondo antico.

Dopo Artemisia venne Idrieo, il quale concluse l’incredibile tomba e si diede da fare per restaurare il tempio di Zeus di Labranda; va segnalato anche un suo appoggio militare alla riconquista persiana di Cipro, tuttavia pare che i rapporti con quest’ultimi fossero molto compromessi ed incrinati. Con la morte di Idrieo, il trono passò brevemente ad Ada, che fu però scacciata da Pissodaro. Il più giovane dei fratelli, al contrario del suo predecessore, tenne molto ad ingraziarsi i persiani, tanto da donare sua figlia in sposa ad Orontobate, un generale persiano. In realtà, Pissodaro manteneva allo stesso tempo una grande amicizia con Filippo di Macedonia, al punto da offrire la sorella in sposa ad Arrideo, il bastardo del re; il desiderio di Alessandro di sposare a sua volta, Ada, tuttavia, fece inevitabilmente naufragare il piano. Con la morte (naturale) di Pissodaro, Orontobate prese il trono ma, anche grazie al sostegno di Ada, venne spodestato da Alessandro il Magno che, al fine di aver garantita la sua successione sul trono di Caria, divenne il figlio adottivo di Ada. Tuttavia l’assedio adoperato dal grande condottiero greco diede un colpo mortale ad Alicarnasso che, da quel momento in poi, non si riprese mai più del tutto.
Milas fra Romani e cristiani
A seguito della morte di Alessandro, la Caria non godette più di una situazione politica stabile, passando continuamente fra le diverse potenze diadochiche che si vennero a creare. A seguito della Guerra civile romana, Milas, ormai tornata centro dominante nella regione, passò brevemente sotto il controllo di Tito Labieno, divenendo, una volta caduta sotto il dominio romano, una delle città più belle e multi-etniche di tutta l’Asia. A Milas era infatti possibile trovare culti e templi di ogni luogo dell’Impero, con statue e feste tanto in onore di Sabazio (divinità frigia) e di Nemesi, quanto di Iside ed Osiride.

Con l’arrivo del cristianesimo, Milas divenne un’importante centro vescovile, tanto che, secondo la tradizione, assunse questa funzione persino sant’Efrem; inoltre san Xene si recò proprio qui per sfuggire ad un matrimonio imposto.
Turchi ed Ottomani
Milas e la Caria divennero poi parte dell’omonimo thema bizantino, passando definitivamente in mano turca a partire dalla fine del 13° secolo. Inizialmente fu parte del beilicato di Menteşe, che venne però conquistato dagli Ottomani nel 1390. Sarà l’arrivo di Tamerlano a rovinare tutto infatti, con la battaglia di Ankara del 1402, il controllo tornò ai Menteşe. Risale a questo periodo la strana alleanza fra Mehmed I e i cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, decisiva per le sorti di Bodrum. Quello stesso anno, infatti, alcuni crociati avevano ripristinato il castello di Bodrum (all’epoca chiamata Petronium) e, con la distruzione del loro castello ad Izmir da parte di Tamerlano, venne ufficialmente permesso loro di risiedere ed edificare su tale territorio; tuttavia, a seguito della conquista di Rodi da parte di Solimano il Magnifico, furono costretti a trasferirsi a Malta, venendo così conosciuti come “I cavalieri di Malta”.

Nel 1420 Milas e la sua provincia vennero definitivamente riconquistate da Mehmed I, il quale spostò subito il centro amministrativo a Muğla, dov’è situato ancora oggi. A seguito della nascita della Turchia moderna e del conseguente scambio di popolazione con la Grecia, tutti i suoi abitanti ellenici vennero spostati in quel paese e, contestualmente, gli ebrei del luogo si trasferirono in Israele, mantenendo però sempre un profondo legame con la loro antica patria.
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