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Gabriele è il messaggero di Dio prediletto, colui a cui fu affidato il compito di annunciare la nascita di Isacco, Gesù e Giovanni Battista, oltre che di rivelare il Corano al Profeta Muhammad
Gabriele, il messaggero di Dio
“È il custode della rivelazione ed il custode della santità. È chiamato lo Spirito Fedele, Spirito di Santità, il Grande Rivelatore, il Pavone degli Angeli.”
“Le meraviglie del creato e le stranezze degli esseri” di Zakariyya ibn Muhammad al Qazwini

Gabriele è senza alcun ombra di dubbio l’angelo più amato nell’Islam, anche in virtù della sua strettissima connessione con il vero miracolo dell’Islam: il Corano. Fu proprio lui a rivelare il Sacro libro al Profeta, confermando il suo ruolo di primissimo rilievo. L’Islam, infatti, riconosce anche Isacco, Gesù e Giovanni Battista come profeti e tutte le loro nascite furono annunciate da Jibril (versione araba di “Gabriele”). Egli, però, non è solo un mero ambasciatore, e non è un caso che fu proprio lui a distruggere Sodoma e a permettere la vittoria dei musulmani a Badr.
L’aspetto di Jibril
“Ha il volto bianco che tende un po’ al rosso e due boccoli che scendono fino all’estremità delle ali, uno per parte. Non ha sandali. La sua veste non si può descrivere, tanti sono i colori e la bellezza della sua lavorazione. Sulla testa ha un turbante bianco, con un lembo che pende sul volto ed uno sulla bocca […]”.
“Le meraviglie del creato e le stranezze degli esseri” di Zakariyya ibn Muhammad al Qazwini

Secondo Ka’b al Ahbar, poi, Jibril avrebbe 6 ali, su ciascuna delle quali starebbero altre 100 ali. Tuttavia nella tradizione islamica si dice anche che sia tanto sbalorditivo che perfino il Profeta svenne alla vista del suo vero aspetto.
Ebraismo e cristianesimo
Per quanto riguarda la narrazione ebraica, se escludiamo la lunga e complessa questione cabalistica, non vi sono particolari differenze con ciò che dice il Corano; salvo per il fatto che, nel Libro di Daniele, egli interpreta i sogni di quest’ultimo.

Discorso un po’ diverso per quanto riguarda la tradizione cristiana, nella quale sarebbe anche il suonatore delle trombe del Giorno del Giudizio, funzione che nell’Islam è svolta da Israfil e nell’ebraismo da Dio in persona. Va detto, però, che pur avendo ormai ereditato tale attributo, esso non viene mai menzionato in nessuno dei testi sacri cristiani e il suo esordio “da musicista” avvenne solo nel 1382 grazie a John Wycliff.
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