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Il Bahrain è un piccolo arcipelago ricolmo di storia e contraddizioni, luogo estremamente significativo per la storia del Golfo persico
Le parole di Ibn Battuta
“Da qui ripartimmo per una grande e bella città ricca di giardini, alberi e fiumi, al Bahrayn, dove l’acqua si trova semplicemente scavando nella terra [con le mani].
Ibn Battuta
La civiltà Dilmun e Tylus
La prima civiltà ad imporsi sulle terre dell’odierno Bahrain fu quella di Dilmun che, a partire dal 4° millennio a.C., costruì per prima su questi luoghi, rendendo il Bahrain fin da allora un paese dagli elementi leggendari. Molte divinità dei Sumeri, infatti, vedevano i propri natali proprio a Dilmun, rendendola fin da subito un luogo di grande interesse. Sarà poi preda degli Achemenidi, dei Parti ed infine dei Greci, sui quali tale fascino si fece più forte che mai.

Nearco, il prode generale di Alessandro, fu il primo a visitare direttamente il Bahrain, del quale però già si narrava a lungo nelle terre greche. Queste terre erano infatti conosciute con il nome di Tylus e per molti secoli i greci furono convinti che gli abitanti di Tiro ne fossero originari. Alessandro Magno pare che rimase tanto colpito dalla bellezza e dalla ricchezza di questi territori, che volle fondarvi una nuova città interamente greca; non si sa esattamente se riuscì nel suo intento, ma la sua cultura e la sua lingua divenne parte integrante del territorio, che si rivelò e lungo baluardo dell’ellenizzazione. L’arcipelago passò successivamente ai Sasanidi, che qui regnarono sino all’arrivo dell’Islam.
Carmati e dinastie
In brevissimo tempo il Bahrain la stragrande maggior parte dei bahreiniti si convertirono all’Islam, tanto che il Profeta poté ricevere la lieta notizia da vivo. Nel 899 l’arcipelago divenne la sede dei Carmati, una corrente molto particolare dell’Islam sciita ismailita che causò non pochi problemi alle autorità Abbasidi. Tale gruppo era infatti convinto di un imminente fine del mondo e, per questo, non si fecero problemi nel saccheggiare Mecca e Medina, dissacrandone i simboli sacri e trafugando persino la Pietra Nera, che rimase nelle loro mani per ben 23 anni. Per questo motivo, gli Abbasidi li combatteranno strenuamente riuscendo a sconfiggerli solo nel 976.

Con la loro caduta, dal 1076 al 1253 regneranno gli Uyunidi, stirpe che per prima porterà l’Islam sciita duodecimano nella regione. A seguito dell’invasione di Qutlugh Khan Abu Bakr bin Sa’d I, atabeg di Fars, la loro autorità fu severamente minata e questo permise ad una nuova dinastia di emergere: gli Usfuridi. Quest’ultimi erano dei beduini alleati sia con i Carmati che con gli Uyunidi che avevano sfruttato il momento favorevole per imporsi come nuova autorità. Il loro impatto fu abbastanza modesto, ma il loro dominio durerà sino al 15° secolo, passando poi ai Jarwanidi, che però regneranno per appena un centinaio di anni, ed infine ai Jabridi .
Persiani e Khalifa
A sostituirli non sarà, però, una stirpe araba o persiana, bensì i portoghesi, che su quest’arcipelago avevano posto le mire. Il loro dominio, però, durerà soli 80 anni, venendo sostituito poi da quello dei persiani, che con Shah Abbas I lo portarono definitivamente in orbita persiana e sciita. Tuttavia, a causa dell’invasione afghana dell’Iran e da un contrasto sempre più forti riguardo al modo di vedere la dottrina sciita, il Bahrain sarà preda dell’Oman, sotto il quale resterà sino al 1736. Verrà poi riconquistato dai persiani, ma il loro dominio verrà fortemente ostacolato da una nuova dinastia, destinata a fare la storia del paese: gli Al Khalifa.

Questi facevano parte del clan dei Bani Utbah, originari del Kuwait ma con una grande base a Zubarah, nell’odierno Qatar. Proprio questa città attirò le mire del governatore persiano, il quale riuscì in brevissimo tempo a comporre un esercito adatto alla conquista della loro capitale, che si rivelerà però un completo disastro. Gli Utbah vennero infatti avvisato dell’imminente arrivo e riuscirono così a preparare a loro volta una grande flotta con la quale conquistarono rapidamente il Bahrain. A capo di tale spedizione vi era Ahmed ibn Muhammad ibn Khalifa, diventato poi il capostipite della famiglia che ancora oggi regna sull’arcipelago.
Britannici ed epoca contemporanea
A partire dal 1820, gli Al Khalifa firmeranno molti trattati con la corona inglese, allora prima potenza mondiale, che vedranno il proprio apice con il “Trattato di pace ed amicizia perpetua” firmato nel 1861. Quest’ultimo trasformerà il paese in un protettorato britannico, condizione che persisterà a lungo negli anni. Gli Al Khalifa, in particolare, non erano abbastanza forti nel paese per governare da soli e l’appoggio di Londra si rivelò un alleato decisivo; va detto, però, che in più occasioni i regnanti bahreiniti provarono a trovare migliori alleati (fra cui gli Ottomani), tornando però sotto il dominio d’Albione.

Seppur molto lentamente, i nuovi signori porteranno riforme strutturali molto importanti nell’arcipelago, aprendo la prima scuola moderna nel 1919 ed eliminando la schiavitù nel 1937. Nel 1971 il paese vedrà la sua indipendenza e, grazie alle grandi riserve di idrocarburi scoperti nel suo suolo, poté finalmente scrivere in autonomia la propria storia.
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