This article is also available in:
English
Mascate, la capitale dell’Oman, è il luogo perfetto per comprendere il paese arabo che più di tutti poggia la sua fortuna sul mare
Origini
I primi resti di Mascate risalgono al 6000 a.C. e testimoniano di come, fin dall’antichità, essa abbia rappresentato un approdo di primo piano per il commercio fra India e Mediterraneo, tanto da esser riportata persino dal geografo greco Tolomeo. Grazie alla sua posizione strategica ed all’incredibile abilità dei propri marinai, Mascate sarà fra le prime città arabe a contraddistinguersi nel mondo, attirando la brama dei Sasanidi.

Quest’ultimi vi giunsero nel 3° secolo d.C., ma vennero poi scacciati con l’arrivo dell’Islam nel 7° secolo, cosa che accrebbe ulteriormente il valore e la fama della città. Gli Azd, la tribù allora al potere, seppero sfruttare appieno le potenzialità del nuovo “stato islamico”, riuscendo a rendere Mascate uno dei centri di maggior rilevanza per tutto il commercio con l’India.
Nabhani e portoghesi
Nel 9° secolo gli ibaditi, una particolare corrente dell’Islam, presero per la prima volta il potere in Oman, riuscendo in brevissimo tempo a riunire tutte le tribù dell’entroterra, ma causando la rabbia degli Abbasidi. Quest’ultimi, ancora turbati dagli scontri fra sciiti e sunniti, vedevano in tale interpretazione un problema all’ordine pubblico, tanto da conquistare il paese proprio in quegli anni e regnarvi sino all’11° secolo. L’arrivo dei Selgiuchidi metterà fine alla dinastia araba e permetterà di crearne di nuove che, libere dalla sudditanza di Baghdad, riuscirono a svilupparsi più che mai. I Nabhani, in particolare, otterranno presto il controllo di tutto l’Oman, scacciando gli invasori e ponendo gli ibaditi come confessione dominante del paese.

Grazie alle loro fitte alleanze con i vicini indiani riuscirono in breve tempo a riportare Mascate ai fasti del tempo, portando però un malcontento sempre più grande agli abitanti dell’entroterra, che si sentivano posti in secondo piano. Nel 1507, la città venne conquistata dai portoghesi, i quali la posero sotto il loro dominio sino al 1624, riuscendo persino a resistere a diversi assedi ottomani e persiani.
Gli Ya’rubidi e l’epoca d’oro dell’Oman
In quella data, infatti, venne eletto ad imam Nasir bin Murshid, che si contraddistinse in brevissimo tempo come uno dei più grandi capi politici locali. Nel giro di 20 anni scacciò tutti i portoghesi, riuscendo persino a fondare la dinastia degli Ya’rubidi, destinata a rendere l’Oman un paese dalla potenza straordinaria.

Tale famiglia espanderà infatti i propri confini persino in Africa, trasformando l’Oman nel paese più ricco, influente ed importante di tutta la Penisola araba. Tuttavia, come sempre in questi casi, tale potere corruppe sempre di più la famiglia regnante che, a partire dal 1718, avviò enormi lotte fratricide che portarono nel paese persino i persiani di Nadir Shah. Con la caduta degli Ya’rubidi, emergeranno gli Al Bu Saidi, dinastia che tutt’oggi governa l’Oman.
Il sultano Qabus
Nel 19° secolo, sotto il governo di Said bin Sultan, il regno venne diviso in sultanati più piccoli, andando a formare, nel corso del tempo, i confini che conosciamo tutt’oggi. Alla metà dello stesso secolo, tuttavia, gli abitanti dell’entroterra tornarono a sentire la disparità di trattamento con i propri connazionali della costa, dando il via ad una lunga serie di schermaglie culminate con la Guerra del Dhofar. A partire dal 1962, gran parte della regione aveva manifestato un forte malcontento per i trattamenti di favore riservati agli inglesi, arrivando a formare un vero e proprio fonte di liberazione, il quale venne sostenuto persino da Russia e Cina.

La salita al trono del sultano Qabus ed un deciso intervento britannico e persiano, però, mise fine alla questione, dando via alla modernizzazione del paese. Il nuovo regnante ebbe un impatto tanto grande sul paese, da esserne considerato de facto il padre. A partire dal suo arrivo, infatti, vennero eliminate le distinzioni fra entroterra e Muscat, furono portate innovazioni quali energia elettrica e petrolio, un nuovo sistema scolastico ed un nuovo ruolo nella geopolitica locale. In breve tempo, infatti, l’Oman riuscì a guadagnarsi il soprannome di “Svizzera del mondo arabo” grazie ad un serie di complicate relazioni politiche del nuovo sovrano, le quali garantiranno al paese un preziosissimo ruolo di mediazione internazionale. Il sultano Qabus è morto nel 2020 e, in mancanza di eredi, gli è succeduto il cugino Haytham bin Tariq Al Sa’id, già ministro della cultura.
Seguiteci sulla nostra pagina facebook, Spotify, YouTube, Twitter e Instagram, oppure sul nostro canale Telegram. Ogni like, condivisione o supporto è ben accetto e ci aiuta a dedicarci sempre di più alla nostra passione: raccontare il Medio Oriente.