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La regione di Dhofar si estende nella parte più occidentale dell’Oman, storico luogo per la produzione del franchincenso
Le parole di Ibn Battuta
“Lasciata Kilwa ci dirigemmo verso l’estremità dello Yemen ed approdammo alla città di Dhofar al Humud, sulle coste del mare indiano, da cui si esportano in India cavalli di razza […]
Posta in una zona desertica, lontana da altri villaggi e paesi, la città è completamente isolata.”
Ibn Battuta
La patria del franchincenso
L’intera regione del Dhofar lega le sue fortune al franchincenso, una particolare tipologia d’incenso che vede qui uno dei suoi maggiori centri di produzione mondiale, tanto da essere molto apprezzato sin da tempi immemori. Gli stessi Re magi, infatti, pare che abbiano portato proprio questa varietà di oleoresina, che si legherà indissolubilmente al mondo cristiano. Proprio in virtù del suo celebre prodotto, Dhofar intrattenne sin da tempi antichi commerci con ogni parte del “mondo antico”, tanto da esser presente persino sulla mappa di Tolomeo.

Sembrerebbe, inoltre, che questa sia la regione del profeta Hud che, secondo il Corano, avrebbe provato a guidare al bene il suo popolo, gli Ad, senza tuttavia riuscirci. Particolare che, la narrazione più diffusa, vedrebbe quest’ultima tribù collegata alla leggendaria Iram delle Colonne, alla quale s’ispirò persino Lovecraft.
La storia di Dhofar
La regione si convertì rapidamente all’Islam, passando prima sotto il controllo dei califfati, poi sotto quello dei Manjawi ed infine sotto i Rasulidi. Grazie a quest’ultimi, Dhofar si sviluppò notevolmente, diventando un porto d’incredibile importanza e capace di attrarre anche grandi viaggiatori quali Marco Polo, Zheng He ed Ibn Battuta.

Con la caduta di quest’ultimi e la richiesta sempre più scarna di franchincenso, una parte della regione entrò a far parte del Sultanato di Kathiri, passando poi nelle mani dei sultani dell’Oman. Sotto quest’ultimi, Dhofar trovò la sua dimensione, diventando una delle regioni più ricche e rappresentative dell’Oman. Non è un caso, infatti, che la seconda città del paese Salalah si trovi proprio qui, e che la base “storica” dei regnanti omaniti sia proprio questa, piuttosto che la capitale Muscat.
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