Esfahan, la metà del mondo

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“La metà del mondo”, il più celebre soprannome di Esfahan, guadagnato mostrandosi, sin dalle proprie origini, esempio assoluto di bellezza e tolleranza

Le parole di Ibn Battuta

“Lo stesso giorno, proseguendo fra giardini, corsi d’acqua e bei paeselli con molte colombaie, giungemmo ad Esfahan, nell’Iraq persiano, una fra le più belle e grandi città del mondo.

Ibn Battuta

La Gerusalemme di Persia

L’area intorno all’attuale Esfahan venne abitata fin dall’Età del Bronzo ed è probabilmente collegata con la civiltà elamitica, che proprio in queste aree si sviluppò. Con la caduta di quest’ultimi per mano di Ciro il Grande, in tutta la Persia si sviluppò un fortissimo senso di tolleranza religiosa, visibile ancor di più con la popolazione ebraica. Quest’ultimi erano infatti stati portati a Babilonia per mano di Nabucodonosor II ed il Grande sovrano li liberò tutti, permettendogli di recarsi ovunque desiderassero, non più da servi ma da amici. Proprio per questo molti di loro decisero di rinunciare alla terra promessa ad Abramo in favore di quella permessa loro dai persiani.

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La nascita del primo nucleo dell’odierna Esfahan, si dovrà proprio all’unione di questi due popoli, ma si dovrà attendere l’arrivo dei Sasanidi. Quest’ultimi posero un’accampamento militare nei suoi pressi, chiamandolo “Spahan” ovvero “luogo in cui si raduna l’esercito”; non molto tempo dopo, il re Yazdagard I sposò Shushandukht, ebrea di nobili origini che pretese dal consorte un insediamento stabile per la sua gente. Il luogo prescelto fu proprio nei pressi di Spahan che, secondo lo storico Ibn Faqih “aveva la stessa acqua e lo stesso terreno di Gerusalemme“.

L’ira del re mongolo

Dall’unione dei due luoghi nascerà Esfahan che, sotto gli Arabi, diverrà capitale della provincia persiana del al Jibal, rimanendo poi a lungo sotto il controllo della dinastia buyide. Il primo salto di qualità, tuttavia, lo si ottenne con la caduta di quest’ultima in favore dei selgiuchidi che, per primi, si occuperanno della sua bellezza, rendendola ben presto una delle perle di Persia.

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Sfortunatamente, dopo la caduta di quest’ultimi la città subirà un declino sempre più evidente, certificato dall’arrivo di Tamerlano. Il sovrano mongolo prima si accordò con Esfahan ma poi, quando quella si rivoltò, sfogò su di lei tutta la sua ira funesta. Secondo alcuni testimoni visivi, dopo il suo arrivo, in città erano presenti più di 28 torri, ognuna costituita da almeno 1500 teste degli abitanti; le stime parlano di 70’000 uccisi dai suoi soldati.

Esfahan, la metà del mondo

Sotto i safavidi la città si guadagnò il famoso soprannome di “metà del mondo”, diventando la loro capitale e città più rappresentativa dell’epoca d’oro persiana. Shah Abbas I la scelse per la sua posizione centrale e più difendibile rispetto a Qazvin, popolandola con ogni popolo dell’immenso impero. Come già visto per i Curdi d’Iraq, infatti, questa dinastia ebbe la tendenza a spostare i popoli di confini in luoghi più sicuri e controllabili, come ad esempio Esfahan. Non è un caso che qui fiorirono moltissime comunità caucasiche quali: georgiani, Circassi, daghestani e, sopratutto, armeni.

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La cattedrale di Vank a New Jolfa, il quartiere armeno

Quest’ultima va citata con orgoglio, in quanto diede alla città uno dei luoghi più incredibili e meravigliosi del cristianesimo e del mondo intero: la cattedrale di Vank, l’esempio più straordinario dell’unione armeno-persiana. Tanto furono lo splendore e la tolleranza respirati in questa città, che divenne ben presto uno dei luoghi più affascinanti del mondo, con uomini e donne che giungevano da ogni dove, per render omaggio ai propri occhi ed ai propri cuori, Europa inclusa.

Oggi

Con la caduta dei safavidi ed il successivo spostamento della capitale a Tehran, Esfahan subì un’inevitabile declino, che però si fermò con la rinascita industriale del paese. Oggi è infatti uno dei maggiori centri industriali del paese, con grandi produzioni di: acciaio, tanto da esserne la maggior produttrice in Medio Oriente e Nord Africa, industria manifatturiera, gastronomica e tessile (legata molto ai tappeti).

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Piazza Naqsh-e jahàn

Rimane tuttavia una delle mete più visitate in assoluto dell’intero Iran per via di luoghi iconici come: piazza Naqsh-e jahàn “immagine del mondo”, il Si-o-se pol ed il leggendario Gran Bazar. Una città unica, tanto da esser soprannominata “La metà del mondo”.

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