Il leone asiatico

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Il leone asiatico, anticamente presente anche sulle coste mediterranee, è stato l’animale che più di tutti ha incarnato l’ideale di regalità e di potenza, tanto da esser persino più rappresentato di quello africano.

Il leone asiatico

Il leone asiatico è per aspetto e misure estremamente simile a quello africano, con le uniche differenze relative alla criniera (tendenzialmente meno folta) e alle proprie abitudini sociali. Se il leone d’Africa è abituato a cacciare in vaste pianure, quello d’Asia predilige invece ambienti più ristretti che necessitano di branchi molto più piccoli, consentendo una maggiore autonomia per il singolo individuo.

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Il maschio può quasi raggiungere i 3 metri di lunghezza, mentre il peso si aggira dai 160 ai 190 kg con record che, però, superano i 200 kg. Le sue prede preferite sono cervidi, bovini, antilopi, gazzelle e cinghiali, ma non disdegna nemmeno il bestiame, cosa che lo ha portato, nel corso dei secoli, ad essersi quasi estinto.

Da leone del mondo a leone indiano

Tale incredibile bestia, infatti, originariamente estendeva il suo areale dall’India sino a Grecia ed Italia venendo, poi via via scacciato dalle proprio habitat, tanto che oggi ne esistono esemplari selvatici solo nel Parco nazionale della foresta di Gir, nella regione indiana del Gujarat. Qui, infatti, il nababbo di Junagadh istituì un’area protetta di ben 1412 km², di modo che mai più nessuno turbasse la quiete del grande felino.

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La creazione di questa sorta di “santuario naturale” fu una vera e propria benedizione per la specie che, a causa di reiterati comportamenti umani, si sarebbe estinta di lì a poco. Fra 80 e 100 d.C. scomparve da Grecia ed Armenia, circa nel X secolo dal Caucaso e dall’Ucraina ed infine da Iran e Turchia a partire dal XIX secolo; l’ultimo ritrovamento in Iran è attestato nel 1944 sulle rive del fiume Karun in Khuzestan.

Il “vero” leone

Proprio per il suo vastissimo areale, il leone asiatico è stato quello più rappresentato in assoluto nelle varie culture, tanto che la nostra idea di leone è probabilmente più modulata su quest’ultimo che su quello africano. Gran parte dei leoni dell’immaginario greco, persiano, romano, indiano e persino cinese, sono in realtà ispirati a quest’ultimo che si può dire, senza alcun ombra di dubbio, il leone “più incisivo” della Storia. Vi basti pensare che il cognome indiano “Singh“, fra i più popolari al mondo, vuol dire proprio “leone” e che, dalla stessa origine, deriva il nome “Singapore” che in malesiano vuol dire precisamente “la città del leone”.

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La bandiera dei Safavidi

Inoltre i leoni tipici del folklore cinese e tibetano sono ispirati proprio da quest’ultimo, osservato per la prima volta dai monaci buddisti recatisi in India (storicamente in Cina non ci sono leoni) ed entrato poi prepotentemente nell’immaginario dell’Estremo Oriente. Guardando al Mediterraneo, tale fiera è presente sia nell’episodio biblico di Sansone, sia nelle Fatiche di Ercole con il leone di Nemea, sia nel Corano, con numerosi passi che certificano la purezza e la gloria della bestia. Infine, anche nel mondo persiano, il leone assume un’incredibile simbologia e ciò sia prima che dopo l’arrivo dell’Islam; non è un caso, infatti che sia gli Achemenidi che i Safavidi lo utilizzassero come simbolo regale. Inoltre il fiume Sherabad vuol dire “Dimora dei leoni” e secondo alcune fonti anche il nome “Shiraz” sarebbe collegato a questa bestia per via del significato di “Sher” in lingua pahlavi.

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