“Asfalto e pallone” di J. Adang e S. Boulanouar

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Uno dei film più interessanti e meglio riusciti sul calcio dilettantistico, che ci permetterà di scoprire la passione delle Banlieue parigini, luogo d’origine di molte superstar del pallone

Asfalto e pallone

Lo sviluppo del calcio professionistico su scala mondiale deve molto al “football” giocato nelle strade di Francia.

Il vero calcio

Questo documentario ci permetterà di scoprire al meglio la realtà calcistica delle Banlieue parigine, dai quali moltissimi campioni francesi provengono. Una realtà dura, fredda e spesso povera, nella quale il pallone è l’unico reale mezzo di riscatto, l’unica possibilità di comunicare con un mondo che pare conoscere solo la legge del dribbling.

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Molto interessante che il documentario ci mostri anche alcune delle leggi non scritte che popolano questo universo a sé stante, mettendo al centro il campo e lo stile. Per dire: non è più bravo quello che fa tanti goal, ma quello che dribbla tutti e si veste bene. Il pallone qui acquista un ruolo mitico, è un qualcosa che non appartiene alla (triste) vita di tutti i giorni, ma ha un suo ruolo, un suo posto ben preciso nell’universo, in grado di donare un’area magica a tutto ciò che tocca.

Leggende di periferia

Guardando questo documentario osserviamo un calcio che ormai è pressoché impossibile trovare nel Bel Paese, nel quale le leggende sono perlopiù quelle televisive, in stadi pazzeschi e “standard”. In “Asfalto e pallone” “San Siro“, per dire, non è quello di Milano, ma quello di Argentueil, campo che però, qui, assume un valore mitologico persino superiore all’arena meneghina. Sarebbe sbagliato dire “come a Napoli” perché, pur essendo lì il mito di Maradona più forte che mai, si tratta comunque di “un singolo eroe/santo”; qui siamo molto più vicini all’idea medievale di “eroe del villaggio”, ognuno ha la sua leggenda e la sua storia, trasformando ogni partita in battaglie fra paladini.

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Ad accompagnarci in questo viaggio (di appena 50 minuti) ci saranno star del calcio professionistico quali: Mahrez, Benatia ed Aurier, oltre ad alcuni grandi artisti e rapper del quartiere. L’abbinamento è dovuto al fatto che, almeno da quanto mostrato nel film, siano queste due le reali carriere per chi proviene da questi luoghi; non è per nulla casuale, infatti, che fra i due mondi vi sia una fortissima connessione, tanto che molti artisti hanno a lungo condiviso il campo con future superstar del calcio. Purtroppo, alle ultime battute, Ferhat Cicek, educatore di diverse squadre locali, ci ricorda una cosa: solo 1 ragazzo su 5’000 diventa effettivamente professionista; dato tremendo ma che, come ricorda lo stesso educatore, è meglio citare per non vendere sogni.

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Ferhat Cicek insieme ad alcuni ragazzi

Molto bello, intenso e vero, disponibile su Netflix Italia solo fino al 31 agosto 2020, un’occasione da non perdere.

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