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Quali sono le radici dei pregiudizi anti-islamici in Italia ed Europa? In questo prezioso testo di Bausani scaveremo a fondo nella storia compiendo scoperte davvero stupefacenti
La scuola italiana e l’Islam
“Leggiamo in un noto testo di geografia, ancora (se non erro) usato nelle università che l’Islam “è la più recente delle religioni monoteiste. Predicata da Maometto in Arabia nel VII secolo dopo Cristo con elementi presi dalla religione ebraica, ammette la poligamia, indulge nelle passioni umane ed è fatalista, per cui ebbe diffusione fra i popoli meno progrediti del vecchio continente, abitanti nelle regioni desertiche e steppiche…Recentemente diventato simbolo di indipendenza dagli europei, l’islamismo è andato diffondendosi in vaste regioni abitate da negri (Sudan) o da gialli (Turchestan).
I maomettani si calcolano oggi a 380 milioni e polarizzano attorno a sé la solidarietà anti-europea dei popoli estranei alla civiltà cristiana, col fanatismo musulmano mantenuto vivo dalle confraternite senussite in nome della libertà degli uomini di colore”. E termina (forse questo è “l’aggiornamento”?):” Oggigiorno il Pakistan, nella penisola del Deccan in Asia, è il più grande stato musulmano della terra, con otto decimi della popolazione musulmana.”
“Il “pazzo sacro” nell’Islam” di Alessandro Bausani
In questo primo testo, Bausani ci offre una sorta di introduzione a ciò che ci aspetterà nel resto del saggio, mettendoci davanti alcune delle fonti che, disgraziatamente, a lungo furono considerate fra le più affidabili nel Bel Paese. Testi come questo, specie se insegnati nelle scuole, possono inquinare la mente del cittadino, finendo per fargli odiare qualcosa della quale, de facto, è assolutamente ignorante. Proprio per questo, tale saggio non è da intendere come un tentativo di sfatare idee preconcette, ma piuttosto comprenderne le origini, lavoro spesso molto più utile ed illuminante.
Pecunia non olet
Innanzitutto, Bausani tende ad individuare nell’ottavo secolo una sorta di “turning point” fondamentale all’interno delle critiche all’Islam, dopo il quale quest’ultime iniziarono a diventare sempre più feroci ed ignoranti, basandosi perlopiù sul “sentito dire” che su fonte ufficiali. Secondo il grande islamista, tuttavia, questo stravolgimento non ebbe alcuna motivazione spirituale, quanto più economica.

Nell’ottavo secolo, infatti, sul califatto abbaside regnava Abu Jafar al Mansur, fra i primi a rivoluzionare la Chiesa anche sotto un profilo economico. Costui impose infatti tasse a chiese e conventi, abolendo ogni privilegio economico del clero, stabilendo così per la prima volta un’eguaglianza finanziaria fra cristiani, fossero essi sacerdoti o laici. Inoltre, circa 70 anni prima, il califfo omayyade Abd al Malik ibn Marwan abolì l’uso del greco negli atti governativi in favore dell’arabo, provocando i primi dissensi in una comunità che mal sposava l’idea di uno stato tanto laico. Ciononostante, all’inizio di questa nuova fase tali critiche erano mosse da persone arabofone, in grado quindi di accedere alle fonti originali, ed in forma cortese, seppur violenta; dopo il nono secolo, tuttavia, il livello si abbassò incredibilmente.
L’inizio dell’ignoranza
A partire da questo periodo storico, infatti, tali critiche saranno caratterizzate, oltre che da una violenza ancora maggiore, da una completa, assoluta, ridicola e stupefacente ignoranza riguardo a qualsiasi aspetto dell’Islam. Ciò in quanto, da quell’epoca, la maggior parte degli autori furono dei monaci di scarsa istruzione che, ritenendo l’Islam a priori “un’eresia malvagia”, fecero strani mix di eresie cristiane e presunti aspetti del paganesimo arabo, confermato, secondo loro, da Muhammad.
“Sentiamo per esempio le sciocchezze che dice sulla “eresia” islamica il monaco bizantino Hamartolos (824-868), uno dei primi di questo “new deal” di apologetica cristiana.
Per lui l’espressione Allahu akbar (Dio è il più grande), che stravolge in “Allah Allah uah Cubar Allah”, significa: “La Luna ed il Sole sono più grandi di Dio”.
Proprio a causa di questa totale mancanza di una vera ricerca scientifica riguardo all’Islam, tale ridicola interpretazione durerà sino al 17° secolo quando, grazie al prete libanese Giuseppe Simone Assemani mise fine a tale assurdità; nel mentre, però, abbiamo capolavori come quello di Cesare Baronio, scritto fra fine ‘500 ed inizio ‘600:
“Si dice che egli [Maometto] riunisse il culto dell’astro che ha nome di Cubar, ovvero Lucifero, oppure Luna, affinché non si credesse che egli avesse abbandonato il paganesimo”.
Fra preti e papi
Il pensiero dei ranghi più bassi del clero e del popolino era infatti che Muhammad fosse un prete di Siria che, a causa del “suo debole per le donne”, era fuggito dal luogo natio ed aveva fondato una propria setta dalle connotazioni pagane, di modo da “vendicarsi” del resto dei cristiani.

Incredibile come, persino in concomitanza con le crociate, la conoscenza dei papi fosse tanto diversa e più vicina al vero di tutto il resto della cristianità, dando vita a rapporti diplomatici decisamente più complessi e profondi di ciò che ci si potrebbe mai aspettare.
“Poiché Dio onnipotente, che vuole che tutti possiamo salvarci e che nessuno perisca, nulla gradisce maggiormente di ciò che, conformandoci a quanto egli ci ha ingiunto, noi amiamo il nostro prossimo…
Questo amore dovrebbe esistere più fra di noi che fra gli altri popoli, in quanto, sebbene in differente modo, ambedue riconosciamo un Dio unico ed ogni giorno lo lodiamo ed adoriamo quale creatore e sovrano dell’universo.
Papa Gregorio VII (1020-1085)
Il Corano
Nel 1143, venne finalmente tradotto il Corano in latino da parte di Roberto di Chester, ma ciò non risolse in alcun modo le polemiche, infatti, Pietro di Cluny, il commissionante di tale traduzione, si esprimesse in modi assurdi, che ne tradiscono il principale intento: sfruttare la traduzione per mostrare le “malvagità” dell’Islam.

“Muhammad, per non apparire completamente disonesto, raccomandò la pratica delle elemosina e qualche opera di misericordia, infine elogiò la preghiera. In tal modo egli si rivela sotto tutti gli aspetti mostruoso… [I saraceni sono peggio che eretici] perché, sebbene essi affermino qualche cosa veritiera circa Dio, ne dicono altresì molte false e non hanno né il battesimo, né la confessione, né alcun altro sacramento cristiano”.
Al contrario, Guglielmo di Tripoli, che fu indicato come accompagnatore dei Polo ed ambasciatore della Santa Sede presso il Gran Khan, lesse il Corano in arabo e nel suo “Trattato sui musulmani” scrisse:
“Che cosa contiene l’Alcorano? Il libro dei saraceni detto Alcoran, ovvero Meshaf (Mushaf) contiene molte lodi del Creatore, cioè lodi della sua potenza, scienza, bontà, misericordia, giustizia ed equità. Loda anche coloro che credono in Dio ed usano giustizia…
Inoltre celebra, esalta e loda al di sopra di tutti i figliuoli degli uomini Gesù figlio di Maria, così come Maria al di sopra di tutte le donne, la quale, per volere divino, mercé un soffio di Dio concepì e partorì da vergine e tale rimase.

Infine esalta e loda tutti i santi padri dell’Antico Testamento. Dice che dal cielo sono discesi quattro libri: la Torah, il Vangelo, il Salterio, il Libro dei Profeti e che il quinto è l’Alcorano. A Muhammad accenna in due luoghi senza farne alcun elogio. Del Signore Gesù invece fa mirabili elogi come pure di Maria, sua madre ed inoltre dei suoi seguaci che sono chiamati cristiani…”
Tanto riuscirono nell’intento, che ne proibirono la diffusione sia nel popolino che nel mondo intellettuale, mantenendo anche quest’ultimo nella totale ignoranza.
Fra cattolici e protestanti
Assurdo infatti che Marco Polo, che conobbe personalmente Guglielmo di Tripoli, mostri, nel suo “Milione”, una precisa conoscenza di tutte le fedi con cui venne a contatto eccetto l’Islam, sul quale si limita a ripetere meccanicamente i concetti introdotti dai frati. Secondo Bausani, il pregiudizio che l’Islam fosse una religione “di oscenità” deriva proprio da quest’ultimi i quali, ossessionati dalla castità forzata, vedevano nel messaggio coranico qualcosa di “pornografico“, tanto che a lungo cercarono in Surah An-Nisa (la surah delle donne) descrizioni di “piaceri orientali”.
Tale idea, assieme a molte altre assurdità, non si fermò, purtroppo, al mondo cattolico ma si legò anche al protestantesimo, che di lì a poco avrebbe cambiato per sempre l’Europa. Martin Lutero si limitò infatti a porre Islam e cattolici allo stesso livello, dando però a Muhammad alcune caratteristiche di un “grande” musulmano loro contemporaneo: Tamerlano, non esattamente esempio di pacifismo e tolleranza. Tale incongruenza storica avrà tuttavia enorme risalto, al punto che Erasmo da Rotterdam nel suo “Consultatio de bello Turcis inferendo” scriverà:

“[I turchi] trovarono un capo in Maometto, principe dei saraceni, che si dice fosse coperchio adatto alla pentola. Conseguiti, sotto la guida di costui, ripetuti successi, quella gente, che fino ad allora non era stata altro che stipendiata cominciò ad ambire al comando e perciò, assaliti i saraceni, sconfisse Maometto in battaglia e lo trucidò. Tale è l’origine del regno dei turchi”.
In conclusione
L’opera che mise la parola fine all’assurdo fu la traduzione in latino dell’italiano Ludovico Marracci, completata solo nel 1698, nella cui introduzione si può leggere:
“Se volessi narrare la vita e i fatti di Maometto secondo quanto ne hanno detto gli autori nostri, credo che mi renderei ridicolo di fronte ai musulmani. Per di più non vanno d’accordo fra loro circa quello che raccontano, onde difficilmente si crederebbe che gli uni e gli altri ragionino della medesima persona.

Sia chiaro, l’atteggiamento di Marracci sarà tutt’altro che amichevole nei confronti dell’Islam, ma il suo lavoro rappresenta un punto fondamentale per tutto il mondo cristiano, in grado finalmente di poter attingere ad una tradizione accurata e fedele, potendo così muovere davvero i primi passi nel mondo islamico. Vi lasciamo con la conclusione dello stesso Bausani:
In conclusione, che cosa può dirci questa storia? All’origine dei pregiudizi anti-islamici in Europa ci furono due fattori base: avidità ed ignoranza. Avidità di potenza che produsse guerre e crociate; ignoranza delle masse, abilmente sfruttata dai potenti per suscitare il loro odio contro il nemico e per meglio servire i propri propositi di conquista. […]
Molto spesso i religiosi, tradizionalmente abituati a vedere nei loro libri sacri l’unica verità assoluta, sono pronti ad applicare le proprie leggi morali solo ai “vicini”, ai correligionari, mentre calunnie, ricatti e peggio sono spesso considerati come parzialmente giustificati verso altre cosiddette “false” religioni.
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