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Il mondo delle enciclopedie ha da sempre affascinato ogni essere umano desideroso di conoscenza, andiamo allora a scoprire, attraverso un saggio di Bausani, quelle del mondo arabo-islamico
L’idea di enciclopedia
Prima di procedere nel discorso, è necessario fare una piccola ma doverosa promessa riguardo al concetto di “enciclopedia”, senza al quale sarebbe estremamente complicato addentrarsi nel discorso. L’enciclopedia moderna, che segue l’ordine alfabetico, nasce infatti in Europa nel 17° secolo, ciononostante, già nel mondo arabo-islamico medievale era presente tale concezione, mutuata da il mondo ellenistico, che per primo teorizzò l’idea enciclopedica. Ma in cosa consiste, dunque, tale concezione?

Per rispondere a tale domanda, Bausani cita la grande Mariateresa Beonio Brocchieri Fumagalli, la quale afferma che l’enciclopedia è: l’equilibrio fra un quadro il più generico possibile sulla conoscenza ed il tentativo di dare un “senso” a ciò che si racconta; caratteristiche più che mai presenti nel mondo islamico medievale.
2 grandi tipi di enciclopedie
Quasi tutti i grandi storici e saggisti, infatti, tendevano ad esprimere il proprio sapere attraverso opere più che mai affini alla nostra concezione moderna di enciclopedia, dando vita a testi colossali che puntavano sia a raccogliere tutto lo scibile umano, sia a provare donargli il suddetto “senso”. Riconosciuta quindi la presenza di tale genere letterario, è necessario però dividerlo in due diversi filoni: il primo di carattere storico-etnografico ed il secondo a carattere scientifico-filosofico.

Alla prima categoria appartengono testi quali “Le meraviglie del creato e le stranezze degli esseri” di Zakariyya ibn Muhammad al Qazwini, “Le praterie d’oro” di Mas’udi e tutto Tabari; alla seconda, invece opere quali “L’enciclopedia dei fratelli della purità” e “Le chiavi delle scienze” di Muhammad ibn Ahmad al-Khwarizmi.
La differenza oltre le tematiche
Le due categorie, tuttavia, non differiscono solo in un mero aspetto tematico, ma variano anche molto per quanto riguarda la propria organizzazione, indice di due scopi precisi eppur profondamente diversi. I primi, infatti, non seguono un’ordine ben preciso, avvicinandosi molto di più al concetto contemporaneo di enciclopedia, mentre i secondi fanno del proprio ordinamento una sorta di piccolo “percorso iniziatico”.

Tali differenze sono motivate dal diverso obbiettivo finale: nel secondo caso, infatti, tale ordine serve a costruire nel lettore un percorso per poter rispondere alle domande fondamentali dell’esistenza quali “Perché Dio ha creato il mondo?” ed altre affini; ciò proprio perché il fine, in questo caso, è molto più che preciso. Nel primo caso, invece, tale discorso manca del tutto, portando conseguentemente ad un ordine causale: non s’intende, infatti, carpire messaggi nascosti, ma solo osservare Dio e le sue creature nella maniera più precisa e chiara possibile.
Le “altre” enciclopedie
Prima di concludere il proprio discorso, tuttavia, Bausani fa una piccola digressione, di modo da fornirci una panoramica il più corretta possibile di quelli che erano i testi enciclopedici di tale periodo storico. Oltre alle due suddette tipologie, infatti, ne esistevano anche altre due: le “enciclopedie dell’adab” ed i “dizionari biografici”. La prima vede come suo primo rappresentante il persiano Ibn Qutayba (in particolare la sua opera “Uyun al Akhbar”) ed è de facto una raccolta schematica di vario materiale poetico, sentenzioso ed aneddotico di origine araba e di popoli quali greci, persiani ed indiani.

La seconda, invece, ha come massimo esponente Ibn Khallikan che, con il suo “Obituario degli uomini illustri”, arriverà ad ispirare persino l’autore di horror americano H.P. Lovecraft. Tale tipo di enciclopedia si pone invece il compito di raccontare la storia di “uomini illustri”, staccandosi quindi definitivamente dal nostro immaginario enciclopedico, spesso legato a “cose” e “fatti”, e concentrandosi solo sui “grandi” di un determinato ambito.
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Io sono cresciuta leggendo dizionari ed enciclopedie. I miei genitori ne avevano molte a casa e mi piaceva molto curiosare e guardare le immagini. Adesso non c’è più questa magia di svoprire le cose tramite i libri. Internet ha rovinato tutto. 🙁
In realtà non sono così d’accordo: ovviamente c’è meno “magia” nella scoperta, ma solo per chi si accontenta, parte dell’ossatura è tratta anche da articoli di Wikipedia, senza i quali difficilmente avrei avuto gli stimoli e le conoscenze per approcciarmi a questo progetto. Capisco perfettamente quello che dici ed è vero ma per me vale sempre il detto: “Si chiude una porta e si apre un portone” 😉