Aladdin, il live action

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L’esatta trasposizione del cartone animato, Aladdin riesce a non deludere le aspettative ed a dimostrarsi come la degna evoluzione “in carne ed ossa” del suo predecessore

Aladdin

Ambientato sullo sfondo del mitico regno orientale di Agrabah, Aladdin narra le avventure di un giovane intraprendente, un diamante grezzo che sogna di fuggire da una misera esistenza di strada per sposare la bellissima principessa Jasmine, figlia del Sultano. Il destino vuole che Aladdin venga incaricato dal Vizir del Sultano, l’infido Jafar, di recuperare una lampada dalle proprietà soprannaturali, celata nelle profondità della “Caverna delle Meraviglie”. Aladdin riesce a trovare la lampada e, con essa, il vivacissimo genio che la abita, conquistando così la possibilità di esprimere tre desideri, scatenando però le ire del potente Jafar.

Aladdin

Pur spacciandosi per un ricco e bellissimo principe, Aladdin non riesce a far colpo sulla principessa e scopre che la bella Jasmine in realtà è sempre stata innamorata del vero Aladdin. Con l’aiuto del suo amico genio, dell’inseparabile scimmietta Abù e di un tappeto magico, Aladdin, volendo dimostrare il suo valore, decide di salvare il regno dalle perfide macchinazioni di Jafar, per divenire finalmente “padrone” del proprio destino.

Fedele riproposizione dell’originale

Personalmente sono spesso scettico di fronte ai re-make, e proprio per questo ho aspettato a lungo prima di guardare il film, di modo da esser lontano anche da un possibile “effetto nostalgia”. Aladdin, infatti, è stato nettamente il mio preferito della Disney, tanto che, probabilmente, le mie prime fascinazioni verso “l’Oriente” derivano proprio da quella pellicola; questa nuova versione, tuttavia, non ha deluso le aspettative.

Aladdin

Ovviamente l’animazione riesce spesso a dare una marcia in più a pellicole di questo tipo, basti pensare ad opere come Persepolis o l’ancor più recente The Breadwinner, ma lo sforzo e la passione impiegata dalla troupe e dalla produzione sono evidenti, non facendo rimpiangere più di tanto l’originale.

Fantasia in carne ed ossa

Come nel film del “92, a trainare tutta la storia ci sarà il Genio che questa volta, però, sarà in grado di tramutare davvero in carne l’immaginazione a lungo solo disegnata. Le due scene chiave, ovvero la Caverna delle Meraviglie e l’entrata ad Agrabah, la seconda in particolare, danno proprio soddisfazione a vedersi ed è evidente che questa era la parte che Will Smith ha a lungo sognato di interpretare.

Volendo proprio trovare il pelo nell’uovo: non c’è un’enorme differenza fra questo e Prince of Persia con Jake Gyllenhaal. L’altra pellicola, di cui parleremo in futuro, condivide infatti alcuni tratti della trama con il film della Disney e, l’esser uscito prima e con un cast “più importante”, rischia di far risultare Aladdin come qualcosa di “bello ma non necessario”. A sua difesa, va detto però che il casting della Walt Disney è andato a ricercare anche attori tutti attori legati al Medio Oriente, con l’unica eccezione di Will Smith, inevitabile tuttavia per il pubblico. La degna evoluzione del cartone animato, spero traducano in live action anche gli altri 2 film.

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