L’ihram, la “sacralizzazione” del Pellegrinaggio

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Prima di parlarvi del Hajj, è necessario di parlare dell’ihram, lo stato di sacralizzazione che lo precede

Le parole di Ibn Battuta

Ripartiti da Medina in direzione della Mecca, ci accampammo nei pressi della moschea di Dhu al-Hulayfa, dove l’Inviato compì i riti dell’ihram, che si trova a cinque miglia da Medina, al limite del suo sacro territorio, vicino al wadi Aqiq. Qui mi tolsi gli abiti cuciti, mi lavai, indossai l’ihram e compii una preghiera di due rak’a, assumendo così lo stato di ihram per compiere il pellegrinaggio semplice.

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Poi, come gli altri, continuai a gridare labbayka [eccomi!] per colli e pianure, salendo e scendendo fino al Valico di ‘Ali, dove sostammo quella notte. Indi ripartimmo e ci fermammo ad al Rawha, dove si trova il pozzo di Dhat al ‘Alam, vicino al quale dicono che ‘Ali abbia combattuto i jinn.

La porta dell’Hajj

(In’sh’Allah,) Questo venerdì dovrebbe celebrarsi la festa dell’Eid al Adha, traducibile in italiano con “Festa del Sacrificio”, momento di profonda sacralità nell’Islam e fortissimamente legato all’Hajj, il pellegrinaggio a Mecca. Proprio per questo, abbiamo deciso, anche in concomitanza con il percorso di Ibn Battuta, di dedicare questi 3 giorni di programmazione proprio ad Hajj e Eid; prima di entrare a Mecca, però, c’è bisogno di entrare in stato di ihram.

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Paul Pogba in stato di ihram

Tale termine può esser tradotto con “sacralizzazione” ed ha una serie di regole imprescindibili che vanno tassativamente rispettate per poter compiere Umrah (pellegrinaggio “minore”) ed Hajj (pellegrinaggio).

L’ihram

Innanzitutto, il pellegrino che desidera intraprendere il suo viaggio sacro, deve necessariamente entrare in ihram ad un’apposita miqat, un luogo posto al bordo del Hil, una sorta di “aurea sacrale” che circonda Mecca ed alla quale è impossibile accedere se non in ihram. Tali luoghi sono: Dhu’l-Hulayfah (dove lo fece Ibn Battuta ed utilizzato da chi viene da Medina), Al-Juḥfah (per coloro che vengono dal Bilad ash-Sham), Qarn-ul-Manāzil (per coloro che vengono dal Najd, “l’Arabia Saudita centrale”), Yalamlam (per coloro che vengono dallo Yemen) ed infine il Dhāt-i ʿIrq (per coloro che vengono da Iraq ed Iran). Nel caso si viaggiasse in aereo e questo atterrasse già dentro al Hil, è necessario entrare in ihram durante il volo.

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Per entrare in stato di ihram è necessario che il pellegrino faccia un abluzione e che si “igienizzi” il più possibile, stando attenti, da quel momento in poi ad assumere uno stile di vita più modesto e vicino a Dio. È infatti proibito, fino al termine del Hajj: usare abiti attillati, tagliarsi unghie e capelli, avere rapporti sessuali e/o programmarne in futuro, andare a caccia, dire male-parole, profumarsi e fumare. Per gli uomini, nello specifico: è vietato indossare alcun altro abito se non quello dell’ihram (composto da due pezzi di stoffa bianca senza cuciture, in tale periodo ogni abito con suddette cuciture è vietato) ed vietato coprirsi la testa con qualcosa che vi entri in contatto fisico. Per le donne, invece, è obbligatorio mantenere il volto e le mani scoperte (quindi è vietato il burqa ed il niqab) ma è obbligatorio coprire i capelli.

Si esce dall’ihram una volta dopo aver compiuto la “Lapidazione di Shaytan“, essersi rasati i capelli ed aver sacrificato un animale il giorno dell’Eid; tuttavia potrà avere rapporti sessuali con la moglie solo dopo la Tawaf al Ifadah.

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