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5 spezie da esplorare attraverso l’esperienza di Italpepe, azienda che da anni è specializzata nel portare nel Bel Paese i migliori aromi e le loro storie. Buona lettura e ricordatevi di “dar pepe alla vostra vita”
Menta, dalla Grecia al Marocco
Secondo la leggenda, Menta era una ninfa bellissima, figlia di Cocito, uno dei 5 fiumi degli Inferi. In breve tempo sarebbe diventata la concubina prediletta di Ade, scontrandosi con le ire di Persefone, nuova regina del regno sotterraneo. Si narra che Menta, dopo aver provocato quest’ultima riguardo le sue abilità a letto, sia stata da lei uccisa e fatta a pezzi. Ade, però, ebbe pena per la sua concubina e decise di tramutarla nell’erba a noi tanto nota. Sarà Demetra, infine, a porre al vegetale la condizione di sterilità, punizione postuma per l’attentato al matrimonio.

Per quanto riguarda la cucina, non può non esser citato il tè alla menta maghrebino, una bibita che rende l’erba verde principessa assoluta di ogni pasto ed ogni riunione. Pur essendo l’introduzione del tè abbastanza recente, l’abbinamento divenne ben presto un must, tanto che in appena un secolo e mezzo si è trasformato in rituale quasi sacro all’interno delle comunità maghrebine (marocchine in primis). La menta gode di proprietà antisettiche e antivirali grazie alla sua incredibile abbondanza di polifenoli. Inoltre, possiede proprietà antispastiche, balsamiche e sedative e si rivela un’incredibile alleato nella lotta alle mosche.
Curcuma, la spezia dorata dell’India
La curcuma è una delle 9 erbe con la quale si compone il Nabapatrika, una composizione floreale atta a celebrare il Durga Puja, una festa legata profondamente alla natura dell’India. Quest’ultima nacque infatti come modo per celebrare la fine dei monsoni e la ripresa del raccolto, legandosi poi a fede e culti locali, divenendo così uno dei rituali più sacri e celebrati del paese. Nello specifico, nel Nabapatrika la curcuma rappresenta Durga, la dea hindu della guerra, dorata proprio come la celebre spezia.

Ma quindi questa spezia miracolosa ha proprietà incredibili e sbalorditive? Si e no. Fin dall’antichità le si attribuivano svariate proprietà fra cui quella antisettica, antibatterica, antinfiammatoria e tante altre; le quali non sono state però confermate negli studi. Nel 2017 fu infatti pubblicata la più ampia ricerca di sempre sulla curcumina, principale elemento della curcuma, senza però rivelare particolari effetti benefici. Qualche lieve effetto si vide in laboratorio e su animali, non è provato, tuttavia, che abbia effetti miracolosi sull’uomo. Ciò nonostante, almeno per gusto, colore e storia, la curcuma rimane uno degli elementi imprescindibili per chi voglia dedicarsi alla cucina del Grande Medio Oriente.
Cumino, il “superfood” del Medio Oriente
I primi reperti in assoluto sono stati rinvenuti nella campagne irachene, nello specifico a Tell ed-Derr, tumulo che sorge a circa 70 km da Baghdad e nel quale si sono trovati resti della pianta risalenti al 2000 a.C. . Grazie agli abitanti del Nilo, si scoprirono diverse proprietà mediche del cumino che lo renderanno, fino al Medioevo, la specie più diffusa e popolare dell’intera cucina mondiale. Quest’ultimo è infatti particolarmente ricco di ferro, elemento essenziale per ogni buona dieta e fondamentale per diversi momenti della vita fra cui crescita e mestruo, momenti in cui si rischia di averne meno.

Inoltre sono note fin dall’antichità le sue proprietà digestive, tanto che uno dei rimedi più gettonati degli indiani per questo tipo di problemi è proprio un decotto di cumino. Alcuni studi hanno anche evidenziato delle potenziali proprietà anti-cancerogene, ma solo da poco si è iniziato a studiare approfonditamente tale spezia, quasi scomparsa in Europa a partire dal Medioevo.
Paprika, la spezia ottomana
Pur essendo formata da peperoni, originari del Messico, la paprika venne inventata alla corte ottomana di Buda, oggi parte di Budapest, in Ungheria. Qui i soldati turchi ebbero la geniale idea di creare un nuovo mix di spezie con i vegetali appena giunti dal Nuovo Mondo, formando così la prima versione di paprika mai esistita.

Secondo la leggenda, a lungo il popolo ungherese venne tenuto all’oscuro di questo delizioso segreto, che scoprirà solo grazie ad una fanciulla che, come Prometeo per il fuoco, fuggì dall’harem ed istruì i contadini riguardo la celeberrima ricetta. Nel XIX la ricetta verrà poi sviluppata a Szeged, sempre in Ungheria, dove venne inventata la versione “dolce” da parte dei fratelli Pàlfi. Essendo la paprika un vero e proprio mix di peperoni, è ricca di: vitamina A, vitamina C, betacarotene e luteina, tutti elementi che la rendono interessante anche sotto un punto di vista nutritivo.
Il curry e le sue re-incarnazioni
Prima di iniziare con il nostro racconto va fatto un piccolo distinguo riguardo all’evoluzione del termine “curry” che, a seguito della dominazione inglese, prese connotati molto precisi, prima d’allora completamente assenti. La parola deriva infatti dal tamil kaṟi che vuol dire “salsa” o “condimento per il riso” ma in una concezione assolutamente generica, alla pari del Garam Masala. La “definizione del termine” venne creata successivamente dai britannici che inizieranno a dargli connotati ben precisi.

Quest’ultimi, infatti, giunsero in India solo dopo l’arrivo dei portoghesi, i quali introdussero il peperoncino, pianta originaria del Sud America e completamente sconosciuta agli indiani che però iniziarono a farne ampio uso. Una volta giunti in quelle terre, gli inglesi s’innamorarono perdutamente di quello specifico mix di spezie, iniziando ad importarlo anche in madrepatria, dove ottenne un successo internazionale e venne diffuso in tutto l’Impero. Le proprietà del curry “classico” sono essenzialmente quelle della curcuma ne è l’elemento principale.
Ringraziamo Italpepe per queste 5 magiche esperienze nel mondo delle spezie; per scoprire di più, visita il loro sito e le loro pagine facebook ed Instagram.
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