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Baalbek, la città che ebbe il più grande tempio di Giove della Storia, in grado ancora oggi di attirare uomini e donne da ogni angolo della terra, incantati dai resti del passato
Le parole di Ibn Battuta
“Partiti dal monte Libano arrivammo a Baalbek, una bella ed antica città fra le più splendide di Siria. Circondata da magnifici frutteti e da giardini superbi, possiede terre irrorate da ruscelli ed uguaglia Damasco per le sue inesauribili risorse”
Le origini
Pur essendovi presenti resti risalenti all’8000 a.C., pare che la città iniziò a diventar nota solo più avanti; questo in quanto, pur essendo stata abitata continuativamente da quell’epoca, non vi sono né fonti egizie né fonti assire che ne testimoniano la presenza. Ciò nonostante, Baalbek divenne ben presto uno dei massimi centri della “religione semita”, tanto che, una volta conquistata dai greci, il suo nome cambiò in Heliopolis, ovvero “la città del Sole“, divinità particolarmente in voga all’epoca.

Quest’ultimi, infatti, in virtù della loro tendenza a “legare culti diversi”, associarono Baal al loro Zeus, trasformando il complesso religioso di Baalbek in uno a loro più vicino e familiare. Sarà sotto i romani, però, che l’insediamento toccherà per la prima volta il suo massimo splendore, diventando sede del più grande tempio di Giove di tutta la storia romana. Anche per questo, la città subirà particolarmente il processo di cristianizzazione, trovandosi così costretta a rinunciare al motivo stesso della sua esistenza. Con l’arrivo dei cristiani, infatti, tutto il complesso venne a lungo disprezzato e discriminato, portando alla collera più brutale i locali, che spesso ricorsero a grandi violenze per ottener rispetto. Tuttavia il famoso tempio venne definitivamente distrutto da Teodosio nel 379.
Rinascimento arabo
Al contrario dei dominatori romani, gli Arabi si dimostrarono decisamente più comprensivi verso i locali, garantendo la salvezza degli edifici ed, anzi, avviando un processo d’incredibile rinascita per la città. Quest’ultima verrà infatti considerata in brevissimo tempo “una delle città più belle e decorate dell’intera Siria” per gli innumerevoli edifici in marmo. Come sempre, però, grande bellezza attira anche grandi ambizioni e furono in molti a muover guerra per far parte di tale splendore. Baalbek, in particolare da Saladino in poi, divenne sede di continue lotte di potere interne al Medio Oriente, tanto che verrà conquistata anche da mongoli, Mamelucchi e persino da Tamerlano.

Con l’arrivo degli Ottomani, il controllo della città passerà agli Harfush, clan sciita che eserciterà un fortissimo controllo sull’insediamento, stabilendo de facto chi potesse rimanere e chi meno. A partire dal 16° secolo, Baalbek verrà visitata sempre più spesso da europei, i quali la resero in breve tempo una delle mete più ambite dell’intero Libano, tanto da stimolare persino la curiosità del kaiser Guglielmo II.
Danke Kaiser Wilhelm
Quest’ultimo si recò diverse volte nell’Impero ottomano e, nel 1898, si fermerà proprio a Baalbek, dove rimarrà folgorato dalla bellezza delle sue rovine. Terrorizzato dalle pessime condizioni in cui erano mantenute, si applicò in prima persona per salvaguardarle, convocando un’intera equipe di archeologi sul posto.
Pur non riuscendo a trovar nulla precedente all’arrivo dei romani, il lavoro estremamente minuzioso dell’equipe tedesca fornirà il primo resoconto “scientifico” ed ufficiale del luogo, contribuendo a svilupparne la già incredibile fama. Nel 1984 il sito fu dichiarato patrimonio dell’UNESCO e recentemente sono stati ritrovati resti risalenti all’8000 a.C. .
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