Storia di Beirut, il centro del mondo

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Beirut è una città che nel corso dei secoli ha saputo raccontare al meglio l’epopea libanese, diventando ben presto centro culturale del paese con tutto ciò che da esso ne consegue

Le parole di Ibn Battuta

“Una città piccola ma con mercati molto belli ed una splendida moschea del venerdì, da cui si esportano frutta e ferro in Egitto, e da qui andammo a visitare la tomba di Abu Ya’qub Yusuf, che dicono sia stato uno dei re del Maghreb”.

Beirut antica

Come le altre città libanesi, anche Beirut ha una storia ultra millenaria, con resti risalenti addirittura ad oltre 5000 anni fa. Tuttavia, a differenza di Tiro e Sidone, quest’ultima non si contraddistinse particolarmente durante il periodo fenicio, quanto più in quello ellenistico. Conquistata da Alessandro Magno, durante le lotte per la sua successione venne rasa al solo e ricostruita con il nome di Laodicea. Dopo un breve exploit del Regno d’Armenia, che la prese nel 83 a.C., la città passò sotto il controllo romano, dove inizierà ad acquisire la fama che tutt’oggi la rende celebre nel mondo.

Beirut

Pompeo, infatti, ripristinò l’antico nome di Berytus e divenne ben presto la città “più romana” del Medio Oriente. Questo perchè i terreni intorno alla città iniziarono ad esser dati in premio ai veterani dell’esercito romano e ciò consentì una rapida assimilazione culturale, tanto che ben presto venne considerata al pari delle città italiane e quindi non soggetta a dazi imperiali. Sotto i romani, inoltre, venne aperta una delle più celebri scuole di legge al mondo, in grado di partorire personaggi come Papiniano ed Ulpiniano. Come tutte le città libanesi, nel 6° secolo subì un terremoto d’incredibile portata che la distrusse quasi del tutto, rendendola facilissima conquista per gli arabi, che vi giunsero nel 635.

Crociati ed Ottomani

Come gran parte delle città del Libano, nel 1110 anche Beirut venne conquistata dai crociati, non riuscendo tuttavia ad emergere nei confronti di Acri, che all’epoca era la città più importante della regione insieme a Tiro. Dal 1291 passò in mano dei Mamelucchi e dal 1516 agli ottomani.

Beirut

Sotto quest’ultimi, il governo della città fu affidato ad emiri drusi i quali riuscirono ad accordarsi con Damasco per sabotare il monopolio commerciale di Acri, riuscendo così una prima e faticosa risalita. Nel 1832 l’acerrima rivale verrà conquistata da Ibrahim Ali Pasha d’Egitto e ciò fornirà finalmente a Beirut la grande opportunità di confermarsi fra i grandi centri del Libano. Ciò, purtroppo attirerà nella città molte nuove famiglie, perlopiù cristiane, che vorranno godere anche loro della grande ricchezza locale; il tutto, però, finirà in un conflitto armato che sconvolgerà il paese nel 1860 e darà ai francesi la scusa per penetrare nella regione.

Beirut contemporanea

Come tutto il Libano, anche Beirut passerà a Parigi a seguito della Prima Guerra mondiale, riacquisendo la libertà solo nel 1943. Di qui a poco diventerà una delle metropoli più ricche e cosmopolite del Vicino Oriente, riproponendo, però, i conflitti già sorti nel 1860. Dal 1975 al 1990 fu infatti teatro dell’arcinota Guerra civile libanese, nella quale morirono circa 60’000 persone solo nei primi due anni. Durante il conflitto la città venne coinvolta molto più che da vicino, tanto da avere una linea di confine interno alla città chiamato “Linea verde” che divideva i quartieri musulmani (ad Ovest) da quelli cristiani (ad Est).

Nella stessa città, inoltre, nel 1978 vi fu anche una sorta di sub-conflitto che vide coinvolto l’esercito siriano e diverse formazioni cristiane per il controllo della zona Est della città, facendo sì che la guerra ed il dolore si estendessero anche all’interno della stessa Beirut. Nel 1982 a seguito dell’assassinio di Bachir Gemayel, capo dei falangisti appena eletto presidente, la capitale verrà occupata dall’esercito sionista, il quale si renderà testimone di uno dei peggiori massacri della storia umana. Per vendicare la morte del loro leader e la strage di Damour, questi entreranno nel campo profughi palestinese di Sabra e Shatila, macchiandosi di ogni efferatezza l’uomo possa anche solo concepire.

La città trovò pace solo con gli Accordi di Taif ma, vista la sua centralità politica ed economica, è stata animata da tutti gli ultimi sconvolgimenti politici che hanno visto il Libano protagonista a partire dal 2006.

Mahmoud Darwish

“[…]I loro missili ci hanno scavato i pozzi per l’acqua, la loro lingua di morte ci ha istigato a cantare: “Non ce ne andremo”. Abbiamo visto, sugli schermi degli altri, le nostre facce esaltate dall’enormità di quella promessa, le abbiamo visto spezzare l’assedio con inamovibili segni di vittoria.

Beirut

Non perderemo più nulla, d’ora in poi, perché Beirut è ancora qui e noi siamo ancora a Beirut, qui a Beirut, in mezzo a questo mare, alle porte di questo deserto. Noi, tanti nomi di una patria diversa, tanti vocaboli che ritrovano il proprio senso. Qui, nella tenda drizzata per i significati che si sono smarriti, per le espressioni che si sono perdute, per le schegge di una luce orfana che è stata espulsa a colpi di sferza.”

“Memorie per l’oblio” di Mahmoud Darwish

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